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Rino Cammilleri
«Il cinema è l’arma più
forte», diceva il Duce; infatti, fondò Cinecittà e il Festival di Venezia
(il primo al mondo). Che avesse ragione da vendere è dimostrato dalla pena
che si sono dati i suoi avversari per scipparglieli.
La Chiesa se ne era accorta anche prima, tant’è che finanziò molti dei
capolavori del neorealismo postbellico e incoraggiò la creazione di sale
cinematografiche nelle parrocchie. Ma poi venne la bufera sessantottarda e
le sale parrocchiali si trasformarono in «cineforum» dove il «dibattito»
permise anche a chi non aveva alcuna nozione di esprimere la sua «opinione».
Ovviamente, col classico sistema del controllo delle assemblee da parte di
minoranze attiviste, il cineforum divenne luogo di elezione dell’eresia, con
particolare privilegio per quei film che facevano «discutere» per il
semplice motivo che erano anche troppo discutibili. Eppure la sala
parrocchiale può essere ancora una risorsa, a patto di saperla usare. Mi
spiego facendo un esempio: si proietta il film Le crociate di
Ridley Scott, poi un esperto esporrà quelle vere e mostrerà in quali punti
il film esprime solo l’ideologia dell’autore. Dunque, non «segue dibattito»,
bensì «chiarimento» della corretta posizione cattolica.
Il pubblico può certo, fare domande (anzi, deve), ma le personali opinioni
di chi nulla o poco sa sull’argomento non ci interessano. Questo tipo di
attività potrebbe avere cadenza, che so, settimanale e utilizzare i film
correnti. Così, a costo zero, «l’arma più forte» potrebbe venire trasformata
in un boomerang ed essere messa al servizio dell’apostolato. Naturalmente, a
patto di non rimettere il tutto nelle mani dei soliti tromboni.
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Antidoti:
«La sala parrocchiale può essere ancora una risorsa, a patto di saperla
usare. Si proietta un film, poi un esperto chiarisce la corretta posizione
cattolica. Cineforum», Rino Cammilleri, 20.05.2005
http://www.cammilleri.it/
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