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Rino Cammilleri
Apprendo dai giornali del 29 aprile 2005 che nello Sri Lanka sta per essere
presentata per la seconda volta una proposta di legge tesa a rendere
illegale la conversione da una religione a un’altra.
Pena, fino a sette anni di carcere e una multa pesantissima. Il
provvedimento è proposto dai nove monaci buddisti che siedono in un
parlamento composto all’ottanta per cento da correligionari. Il loro partito
ci aveva già provato lo scorso anno ma la Corte Suprema aveva dato lo stop.
Ora ci riprovano.
Non si sa se ci riusciranno, ma il fatto induce il sospetto che il buddismo
in gran voga tra i progressisti occidentali sia molto diverso da quello
«classico». Quale dei due è quello «vero»?
La versione politicamente corretta hollywoodiana (e anche italiana), tutta
tolleranza, compassione e pace, o quella orientale che da molti indizi pare
l’esatto contrario?
La variante tibetana, quella del Dalai Lama per intenderci, sembra contenere
addirittura entrambe le anime, visto che in Occidente celebra ecumenicamente
insieme al papa e in India firma a favore delle leggi «antiproselitismo».
Forse mi sfugge qualcosa…
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