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Rino Cammilleri
L’agenzia Zenit.org il 4 aprile 2005 ha intervistato Loredana Sciolla,
docente di Sociologia all’Università di Torino e autrice di un libro, La
sfida dei valori (Il Mulino).
In esso, frutto di una ricerca, si constata una «ripresa della religione» e
che «L'Italia risulta, insieme agli Stati Uniti, il Paese con minor numero
di non credenti e l'unico in cui, nel tempo, si assiste ad una loro
diminuzione». In controtendenza rispetto agli altri Paesi europei. Anzi, più
tra i giovani e le donne, è in ripresa la fede, la frequenza ai sacramenti e
la concezione forte della famiglia.
«L’Italia (insieme all’Irlanda che però non prendo in considerazione nel
libro) manifesta il grado più elevato di vicinanza alla religione,
distaccando in maniera netta tutti gli altri Paesi dell’Europa occidentale
(cattolici o protestanti) e collocandosi vicino agli Stati Uniti che è
sempre stato considerato un caso eccezionale di vitalità religiosa». In
conclusione, «l’Italia e gli Stati Uniti sono i Paesi di gran lunga più
vicini alla religione, la Francia, la Danimarca e la Gran Bretagna i più
lontani mentre la Spagna occupa una posizione intermedia».
Quello che i sociologi chiamano «il paradosso americano» (il Paese più
avanzato e con la la più antica e netta separazione tra Stato e Chiese è
anche quello più “religioso”) è stato spiegato sia con la tolleranza che le
Chiese vi hanno avuto («rispetto ai rapporti più problematici tra Stato e
Chiesa esistenti in gran parte dei Paesi europei»), sia con la presenza di
un’«offerta religiosa» più variegata. «Quest’ultima spiegazione, però, mal
si concilia proprio con il fatto che l’Italia, pur presentando una netta
predominanza cattolica, ha anch’essa livelli assai elevati di vicinanza alla
religione».
Seconda la Sciolla, ciò è dovuto al fatto che la scomparsa della mediazione
politica della Dc ha costretto la Chiesa a impegnarsi in prima persona. Però
aggiunge che la Francia è il Paese più secolarizzato d’Europa e in Spagna
declinano vistosamente i «credenti praticanti». Due Paesi cattolici. Insomma
(ci chiediamo noi), la controtendenza italiana va addebitata all’«effetto
Wojtyla» o alla presenza dei movimenti ecclesiali?
Va pur detto che Wojtyla è stato dappertutto e i movimenti ci sono anche
altrove. Boh, al Cesnur l’ardua sentenza. A noi basta il dato. Mi piacerebbe
vedere la faccia dei teorici nostrani della «morte del Sacro».
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Antidoti:
«Frutto di una ricerca, si constata una ripresa della religione e che
L'Italia risulta, insieme agli Stati Uniti, il Paese con minor numero di non
credenti e ... Sciolla», Rino
Cammilleri, 11-04-2005
http://www.cammilleri.it/
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