|
Rino Cammilleri
Il cinema è la forma di
«arte totale» dei nostri tempi. E, come diceva il sociologo (cattolico)
dell’arte Hans Seydlmayr, è nell’arte che si possono leggere in anteprima i
sintomi dei malesseri sociali. I film premiati coi massimi premi quest’anno
sono un inno all’aborto e all’eutanasia.
L’aborto c’è già; dunque, prepariamoci. Non c’è alcuna contraddizione tra i
tiggì pasquali che ci commuovono sulle condizioni “inumane” in cui viaggiano
gli agnelli da scannare (multe pesantissime ai camionisti romeni che non
fanno riposare le bestie per le quattordici ore prescritte) e le immagini di
Terri Schiavo, disabile che va terminata. E’ stato osservato che per lei
quelli che assaltano i negozi di visoni sono rimasti a casa.
E’ nella logica della deriva liberale, che attraverso il permissivismo
conduce al nichilismo tramite la guerra tribale delle lobbies.
Profezia: la tecnocrazia prossima ventura ha in orrore le elezioni, unica
arma ormai rimasta alla gente. Costa troppo “orientare” il voto; dunque,
prepariamoci a vederlo, prima o poi, abolito (ovviamente, per ragioni
“umanitarie” o di “efficienza”: vedremo cosa inventeranno).
E’ stato anche osservato (pure dal papa, nel suo ultimo libro Memoria e
identità) che le democrazie avanzate stanno facendo, ebrei a parte,
quel che il nazismo aveva inventato per rottamare il surplus umano. Nel bel
film Vincitori e vinti l’avvocato tedesco che difendeva i gerarchi
nazisti a Norimberga faceva osservare ai giudici, a proposito
dell’«operazione eutanasia» (con cui il Reich svuotò ospedali e manicomi),
che certe idee erano ben presenti su rinomati testi giuridici americani
degli anni Venti e Trenta.
Dunque, non stupisce che, oggi, siano stati proprio dei giudici americani a
decidere la sorte di Terri. La reazione popolare, che a qualcuno può
sembrare spropositata, è in realtà dovuta al fatto che, da quelle part i, il
«precedente» giudiziario ha praticamente valore di legge (è per questa via
che il celebre caso «Roe vs. Wade» introdusse l’aborto negli Usa, e a nulla
serve il fatto che, oggi, la «Roe» sia diventata antiabortista). Il
referendum italiano sulla Legge 40 non è un fatto «partitico», come si vuol
far credere, ma un evento epocale, perché coinvolge un’intera impostazione
antropologica. E finalmente le gerarchie ecclesiastiche hanno preso una
decisa e ferma posizione. Vi invito a imitarmi iscrivendovi a
www.comitatoscienzaevita.it.
|
|