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Rino Cammilleri
Ci sarebbe da sobbalzare sulla sedia se non fossimo ormai abituati alle
«esternazioni» dell’ex «picconatore» Francesco Cossiga. Il quale, nella sua
indipendenza di giudizio da tutto e da tutti (cosa che torna a suo onore), è
un cannone rotante che spara a trecentosessanta gradi. Il punto è che non si
mai dove, come e quando sparerà.
Giusto a fine novembre «Il Giornale» pubblicava nella pagina culturale
alcuni stralci di un intervento dell’ex presidente sulla rivista
«Ventunesimo secolo» in uscita a dicembre, così titolando:
«L’antiamericanismo? Tutta colpa dei cattolici», evidentemente riassumendo
il nocciolo dell’intervento stesso. Certo, la tesi è degna di discussione, e
credo non mancherà chi la commenterà in modo autorevole.
Ma qui devo puntare la mia attenzione su una frase lapidaria contenuta
nell’intervento medesimo, questa: «Vorrei ricordare che proprio in questi
giorni una parte dell’episcopato spagnolo sta portando avanti l’iter
necessario per proclamare beata Isabella di Castiglia che, in realtà, è la
fondatrice di Auschwitz.
Più che patrona dlela Spagna dovrebbe esserlo di Auschwitz: cacciando gli
ebrei, infatti, ha aperto loro la strada che li avrebbe direttamente
condotti ai campi di sterminio. Eppure, parte della Chiesa spagnola ne
chiede la beatificazione».
Ipse dixit. Isolata dal contesto, questa affermazione starebbe a significare
che «parte della Chiesa spagnola» è antisemita e praticamente plaude allo
sterminio nazista degli ebrei. Ma forse non ho capito bene.
Vediamo, tuttavia, come stanno le cose dal punto di vista storico e se è
vero che Isabella di Castiglia fu «la fondatrice di Auschwitz». Si potrebbe
innanzitutto osservare che il razzismo biologico nazista non si sentì mai
tributario del pensiero di una regina cattolica (Isabella, infatti, e il
marito Ferdinando d’Aragona si fregiavano del titolo di «Reyes Católicos»
conferito loro dal papa): quanto fosse lontano il nazismo dal cattolicesimo
lo sanno tutti.
Isabella e Ferdinando completarono nel 1492 la secolare riconquista della
Spagna cristiana ai musulmani, anche se Zapatero sta oggi cercando di
rimediare.
Inoltre, finanziando (lei e solo lei, Isabella) la spedizione di Colombo,
quella donna avrebbe diritto a fregiarsi del titolo di prima filoamericana
della storia. La cacciata degli ebrei dalla Spagna? Isabella procedette alla
misura buon ultima, quando tutto il resto dei regni europei l’aveva già
fatto da un pezzo; dunque, se proprio si tiene al ragionamento di Cossiga, i
patroni di Auschwitz dovrebbero essere, semmai, i Rus’, che già da tre
secoli avevano proceduto in tal senso.
Curioso è, poi, il fatto che gran parte degli ebrei espulsi dalla Spagna
trovarono rifugio a Roma, accolti dal papa, tant’è che ancora oggi la
comunità ebraica romana è la più numerosa (e antica) d’Italia.
Tra parentesi, il papa che li accolse era Alessandro VI Borgia: sì, proprio
lui, che era per giunta spagnolo. A quel tempo la Spagna unificata contava
sui duecentomila ebrei, un cifra notevolissima che faceva di questa
minoranza etnica quasi uno stato nello stato. Poiché, a riconquista
avvenuta, la giovane nazione si ritrovava anche con un’altra minoranza
etnica e religiosa di enormi proporzioni, quella islamica, si rischiava
un’implosione e una guerra civile.
Così, data la mentalità del tempo (siamo alla fine del XV secolo, non lo si
dimentichi), la soluzione trovata fu l’unificazione religiosa. La misura era
stata attuata dai russi nel XII secolo, da Edoardo I d’Inghilterra nel XIII
e da Filippo il Bello di Francia nel XIV, cui si aggiunsero i principati
tedeschi. Ebbene, tutti questi ebrei espulsi erano finiti in Spagna. Ora, i
Re Cattolici espulsero a loro volta gli ebrei che non avessero accettato il
cristianesimo.
Cinquantamila rimasero; degli altri, un terzo fece ritorno nei mesi
successivi. A garantire definitivamente la pace religiosa pensò
l’istituzione dell’Inquisizione (sulla quale sono state scritte molte
esagerazioni), che operò esclusivamente contro i falsi conversos,
cioè quelli che si erano fatti fintamente battezzare, finzione che suscitava
risentimenti nei cristiani doc e rischiava di compromettere l’ordine
pubblico. Scriveva il celebre storico Fernand Braduel: «Quale civiltà, una
sola volta nel passato, ha preferito altri a se stessa? Non Israele, nemmeno
l’Islam»; la Spagna agì come agì «per ridivenire Europa». Cosa c’entra,
dunque, Auschwitz?
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