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Rino Cammilleri
Padre Gheddo, decano
dei missionari, nella sua rubrica sulla rivista «Mondo e missione» ha messo
il dito sulla piaga. Riassumo: se la strategia contro il terrorismo
intrapresa da Bush è sbagliata, qual è quella giusta?
Qualcuno ha una soluzione migliore che non sia ritirarsi sic et
simpliciter sperando che il terrorismo colpisca qualcun altro? Tutti
dicono che ci vuole l’Onu. Ma l’Onu ha le truppe che gli stati mettono a
disposizione, soprattutto gli americani. Ebbene, in Iraq adesso ci sono
soldati di ben quarantasette nazioni. Sarebbe diverso se quei soldati
avessero i caschi blu?
Nell’operazione che doveva riportare l’ordine in Somalia, cominciata dall’Onu
nel 1992, c’erano contingenti americani e anche italiani. Poi, nel 1995, l’Onu
si è ritirata ed oggi la Somalia è nel caos più totale: la guerra civile ha
fatto un milione di morti su uin totale di sei milioni di somali, l’11%
della popolazione è profuga e a dieci anni di distanza l’Onu non riesce a
mediare nulla.
Si dice che gli Stati Uniti vogliono imporre la pax americana in
tutto il mondo, ma è un fatto che, ora come ora, non si vede altra
soluzione. La guerra, si dice, non serve a sconfiggere il terrorismo. Ma
alzare bandiera bianca serve a qualcosa? Gheddo: «L'Europa unita dovrebbe
essere pronta a dire: arriviamo noi e sostituiamo gli Usa. Ma questa è pura
fantasia: abbiamo chiamato i militari americani per la Bosnia e il Kosovo,
per la Somalia e il Libano che sono alle porte dell'Europa!». Aggiungo io:
adesso il terrorismo islamico colpisce quello che è il suo bersaglio
principale, l’Arabia Saudita.
Se riuscisse a destabilizzarla, la maggior parte del petrolio mondiale
cadrebbe nelle sue mani. E il petrolio serve al mondo intero. Ebbene, una
soluzione alternativa alla guerra, e forse definitiva, c’è: trovare una
fonte d’energia alternativa. Spiacente per i verdi e i no-nukes, ma
l’Occidente dovrà trovare il modo, e alla svelta, di passare totalmente al
nucleare. Anche per le auto. Solo a quel punto il terrorismo islamico si
ritroverebbe con un pugno di mosche in mano e le tasche vuote.
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