|
Rino Cammilleri
Come scrive Samir
Khalil Samir, docente di islamologia a Beirut, nel suo libro Cento
domande sull’islam (Marietti), e come ha ricordato Paolo Mieli nella sua
rubrica sul «Corriere della Sera» il 30 maggio u.s., intorno all’anno 820 i
sovrani abbasidi crearono a Baghdad, capitale del califfato, una «Casa della
sapienza», incaricando decine di intellettuali siriani, persiani e armeni di
tradurre in arabo il meglio del sapere in campo medico, matematico,
astronomico, botanico, filosofico, farmacologico eccetera, un sapere
elaborato nei secoli precedenti dal mondo ellenistico.
Cioè l’Occidente. La cosa interessante è che quegli intellettuali erano
tutti cristiani. Dunque, l’epoca di splendore della cultura islamica -
l’unica - non la si deve affatto all’islam.
Per esempio, i crociati videro che i musulmani usavano quelli in Europa
vennero chiamati «bagni turchi», non sapendo che i «turchi» avevano
semplicemente copiato le terme romane che avevano trovato nei luoghi da loro
conquistati. Quando Costantinopoli cadde in mani islamiche, gli europei
dovettero attendere la Riconquista della Spagna per poter leggere i trattati
di Aristotele e Platone.
Com’è noto, dalla loro traduzione dall’arabo in latino nacquero in Italia
l’Umanesimo e poi il Rinascimento. E’ significativo che l’unico filosofo di
levatura mondiale che i musulmani possano vantare sia Averroè, non a caso un
aristotelico. Ma nel XII secolo il loro famoso erudito Al-Ghazali riportò le
cose a norma religiosa: il libro sacro andava seguito alla lettera e basta.
Fu così che l’islam cominciò a prendere le distanze da quel che noi
definiamo cultura e ripiombò nell’immobilismo. Fino a Napoleone.
Quando i francesi intrapresero la campagna d’Egitto si portarono dietro
scienziati, archeologi, artisti, cartografi eccetera. Finita l’impresa, il
governatore egiziano Muhammad Alì sguinzagliò diversi giovani studiosi per
l’Europa, perché, al ritorno, traducessero in arabo quel che avevano appreso
nelle scuole occidentali. Fu la Nahda, il cosiddetto rinascimento
musulmano, che durò fino alla Grande Guerra.
Dopo la quale, il mondo islamico provò ad adottare quel che in Europa
sembrava vincente: il nazionalismo. Poi fu la volta del fascismo e del
nazismo. Poi, visto che anche questi ultimi erano risultati perdenti, si
provò col socialismo cosiddetto arabo (il primo Gheddafi, per esempio). Ma
anche questo è fallito. Il resto è attuallità.
|
|