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Rino Cammilleri
Alla scuola elementare
milanese «Leonardo da Vinci» è in corso uno strano caso concernente una
bambina di quinta, unica esonerata dall’ora di religione.
Uno dei suoi tre maestri, quello «scientifico», fa lezione traendo i suoi
esempi dai Santi, come s. Francesco e altri. I genitori della piccola si
sono inalberati e hanno adito la preside. Ora, la cosa si trascina da più di
un mese ma non se ne esce, perché il maestro si appella alla libertà di
insegnamento e i genitori a quella della loro scelta.
Lì per lì verrebbe da chiedersi se cotanto zelo non sia degno di miglior
causa. Ma nelle scuole di Milano un allievo su due rifiuta l’ora di
religione. E fin qui, pace, dal momento che non di rado quest’ora non è che
aria fritta (nella migliore delle ipotesi) o un inesausto «dibattere» su
«problemi» (quelli alla moda, ovviamente) per «coinvolgere» i «ragazzi».
Ma si ha notizia anche di un distinto signore che, da anni e pur non essendo
musulmano, denuncia alla magistratura tutti quegli uffici pubblici (con
particolare riguardo a quelli adibiti a urne elettorali) che non eliminino i
crocifissi dalle pareti. Donde tanto odio?
E’ a quella bambina che danno fastidio i riferimenti religiosi o sono i suoi
genitori a non sopportare che la loro figlia ascolti qualcosa che anche
lontanamente richiami il cristianesimo? La domanda vera, comunque, è questa:
il cristianesimo fa male alla salute? Turba le giovani menti?
Se un pargolo sente parlare di s. Francesco rischia qualche menomazione
psichica permanente? Oppure è lecito supporre che c’entri l’ideologia? Dei
genitori, naturalmente, che si vuole inculcare alla piccola.
Mi si dirà che è lo stesso per il battesimo, che viene scelto dai genitori
mentre la creatura non è in grado di intendere e volere. Già, ma il
battesimo non è un marchio a fuoco e non comporta conseguenze. Come quei
genitori anzidetti dimostrano.
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