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Rino Cammilleri
Un lettore, argomentando dal recente problema posto dalla Turchia che
intendeva introdurre il reato di adulterio nel suo codice penale, si è
scandalizzato. Riassumo: in Turchia c’è al potere un partito islamico
moderato, che però deve molto a chi lo ha eletto; infatti, dopo avere
incluso l’ora di religione (islamica) a scuola a spese del contribuente, sta
provando timidamente a infilare pezzi di svaria nella legislazione,
ma è stato bloccato dalle proteste europee (la Turchia, com’è noto, aspira a
entrare nella Ue) e ha dovuto fare marcia indietro.
Il lettore in questione, pur essendo contrario alla penalizzazione
dell’adulterio, ha osservato che la nostra società, tuttavia, è come minimo
incoerente. Infatti, l’adulterio è il tradimento di un contratto basato
sulla fiducia.
Allora, se un imprenditore licenzia un suo dipendente assumendone uno più
bravo, fa lo stesso. Epperò, l’imprenditore finisce in galera, l’adultero
no. Lo scambio di coppie, per esempio, non è vietato e c’è chi ne parla
tranquillamente nei talkshow. Se uno, dopo vent’anni di matrimonio, si
incapriccia per una donna più giovane e bella della moglie, pazienza, al
cuor non si comanda.
Se una donna allaccia una relazione extraconiugale perché il marito è
diventato taciturno, irritabile, non le porta più i fiori, trascura la
famiglia, l’opinione pubblica la giustifica ampiamente. Ma un dipendente che
diventa svogliato, arriva sempre in ritardo, è inaffidabile e lavora male,
non lo si può licenziare in tronco per mettere al suo posto uno migliore?
No. Ecco il cruccio del lettore. Il quale ha ragione da vendere, certo.
Tuttavia, queste ed altre sono le contraddizioni del liberalismo, spietato e
totalitario nell’Ottocento ma sbracato e permissivista oggi. Contro di esso
non a caso il Sillabo di Pio IX metteva in guardia, come ho
dimostrato nel mio libro L’ultima difesa del papa-re (Piemme). Non è
cambiato il liberalismo, si badi: come impose la «libertà» con la forza e la
soffocante dittatura di una sparuta minoranza ieri, così oggi ne è rimasto
prigioniero, e la società è diventata «tribale». Cioè, è preda della guerra
per bande delle lobby ideologiche, nella quale prevale la più forte o quella
che grida di più.
Lo hanno ben capito, per esempio, i gay, che infatti stanno riuscendo ad
affermare la loro visuale a livello legislativo e addirittura
internazionale. Dunque, la Turchia diventerà «europea» se lascerà perdere la
morale e adotterà lo Statuto dei Lavoratori, piegandosi a logiche di tipo
inglese, che vietano ai minori di circolare la sera a Londra non
accompagnati ma permettono loro di abortire senza dirlo ai genitori.
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