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Rino Cammilleri
Il lettore Agnoli mi manda un breve dossier che conferma quanto avevo
anticipato in un editoriale su «Il Giornale», cioè che l’attuale dibattito
sulla fecondazione artificiale è puramente ideologico e ignora completamente
le considerazioni sia scientifiche che pratiche.
Infatti, prima di tutto bisognerebbe chiedersi se e quanto la fecondazione
artificiale sia efficace e, nei casi positivi, se i bambini nascano sani. Un
sostenitore della fecondazione artificiale «senza se e senza ma» è il
ginecologo Carlo Flamigni dell’Università di Bologna.
Ma in suo libro sul tema, La procreazione assistita (Il Mulino,
2002). Si può leggere che «tutte le tecniche di procreazione assistita si
caratterizzano per il fatto di non essere molto generose in materia di
risultati» (p.35) e che l’iperstimolazione ovarica può provocare nella donna
una «sindrome pericolosa persino per la vita» (p.29). Per quanto concerne i
nati tramite queste tecniche, «resta il dubbio relativo alla possibile
comparsa di un'anomalia tardiva», in particolare «malattie di tipo
degenerativo riguardanti il sistema nervoso e i muscoli» (p.54).
Se si prescinde dalla «delusione della coppia, esperienza altrettanto
frequente quanto sgradevole» (p.62), le complicazioni alla cui «frequenza»
ci si riferisce sono: gravidanze tubariche e/o multiple e/o extrauterine,
lesioni vascolari, mortalità perinatale, aborti ripetuti, parti prematuri
e/o cesarei, bambini nati troppo piccoli, gestosi e placente previe,
malformazioni fetali, eccetera; con «conseguenze drammatiche sull'equilibrio
psicologico della madre» (pp. 65-66 e 73-74). A questo punto, la domanda,
non da cento milioni di dollari ma da cinquanta lire, è: se vogliono tanto
dei figli, perché non li adottano?
A parte le responsabilità legistative sulle difficoltà di procedere ad una
adozione, la risposta è: ci sono interessi (farmaceutici) notevolissimi in
gioco. Ma i fronti contrapposti sono gli stessi che si formarono all’epoca
del referendum sull’aborto. Da una parte, i difensori di quel che resta
dell’ordine naturale e cristiano; dall’altra, i sostenitori di tutto ciò che
sia «naturale», dal cibo all’allattamento, tranne la fecondazione umana.
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