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di Rino Cammilleri
Il quotidiano comunista «Il Manifesto» del 2 marzo u.s. una volta tanto non
se la prendeva con il governo di centrodestra ma dedicava l’editoriale in
prima pagina alla hollywoodiana «notte degli Oscar».
Un soprassalto di mondanità in un giornale di solito seriossissimo? Certo,
gli orfani del marxismo non possono ormai non dirsi “americani”, dal momento
che il loro pensiero è ricalcato pari pari su quello della sinistra
statunitense, che là si chiama liberal , antiamericanismo compreso.
Ma in questo caso l’incursione sull’evento mondano per eccellenza era
dettata solo dal fastidio per il premiato: Il ritorno del re, parte
terza della trilogia de Il Signore degli Anelli. Il film ha vinto ben
undici Oscar, uguagliando il record assoluto di Ben Hur (che non a
caso parlava di Cristo).
Al quotidiano la cosa non è garbata, perché vi ha visto celebrata la
vittoria del Bene sul Male laddove quest’ultimo era impersonato da «cattivi»
abbigliati all’araba in cima a colossali elefanti.
Chi non ha altra religione oltre la politica legge tutto in chiave
ideologica, la sola cosa che comprende. Dunque, il trionfo di quel film l’ha
interpretato come un peana alla politica reazionaria di Bush e dei «nuovi
conservatori» americani.
Non si può dire che abbia sbagliato di molto, comunque, dal momento che
Tolkien volle esplicitamente, col suo capolavoro, fare un’opera cattolica.
Naturalmente, la cinematografia gradita al quotidiano è, per definizione,
quella di «denuncia», come Magdalene, come Amen (non a caso
opere dichiaratamente anticattoliche e perciò premiate in Europa), i film
devono parlare di emarginati, di impegno politico (naturalmente,
unidirezionale), di adultèri, di gay, di buddismo o di morbosità
psicologiche, e poco importa se al botteghino non incassano un soldo; quel
che conta è, come La corazzata Potemkin, siano atti al dibattito nei
cineforum. Mi direte che anche The Passion è atto al dibattito nei
cineforum.
E’ vero, ma non credo di essere cattivo profeta se non prevedo alcun premio
per questo film. Esso è come la messa pre-conciliare: incentrato sul
Sacrificio di Cristo e recitato in una lingua morta. Però è recordman di
incassi. C’è da riflettere…
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