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di Rino Cammilleri
Ricevo, dal sito cattolico «Totus Tuus», questo brano di Giovanni Paolo II
nel quarantesimo anniversario della costituzione Sacrosanctum Concilium:
«Un aspetto che occorre coltivare con maggiore impegno all'interno delle
nostre comunità è l'esperienza del silenzio. Di esso abbiamo bisogno "per
accogliere nei cuori la piena risonanza della voce dello Spirito Santo, e
per unire più strettamente la preghiera personale con la Parola di Dio e con
la voce pubblica della Chiesa".
In una società che vive in maniera sempre più frenetica, spesso stordita dai
rumori e dispersa nell'effimero, riscoprire il valore del silenzio è
vitale». Solo che, a quarant’anni dal concilio, non si vede perché questa
giudiziosa esortazione la debbano seguire solo i laici a casa propria, visto
che i preti nelle chiese fanno tutt’altro.
L’unico momento in cui pare obbligatorio stare zitti, alla messa, è dopo
l’omelia.
Anche il prete si siede e tace meditabondo, così come il coro. Si noti che
si deve stare assorti non sulla Parola di Dio bensì su quella del prete,
perché il silenzio circonda quel che ha appena detto lui nella predica. Per
il resto, è schiamazzo continuo e poco importa che sia ritmato.
Si tenga presente che anche al cinema la colonna sonora rispetta quel che
sta accadendo sulla scena: drammatica se scorre un dramma, lieve se il
protagonista passeggia gioioso, tragica se viene inquadrato il campo dopo la
battaglia, entusiastica se arrivano i nostri. Invece in chiesa le chitarre
intonano un terzinato swing prima che si ripeta il sacrificio della croce,
ci accompagnano a fare la comunione con un foxtrot e squassano il nostro
raccoglimento, dopo, con un country western.
Ma sono i testi quelli che più affliggono: la banalità eretta a sistema.
Chissà chi diavolo (è il caso di dirlo) li scrive. «Riscoprire il valore del
silenzio è vitale». Già. Peccato che il papa lo dica urbi et orbi,
non già ai suoi uomini, a porte chiuse. Tirando loro quell’orecchio che non
hanno.
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Antidoti:
«L’unico momento in cui pare obbligatorio stare zitti, alla messa, è dopo
l’omelia. Silenzio», di Rino Cammilleri,
2 Gennaio 2004
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