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di Rino Cammilleri
Nel V secolo nessuno sembrava in grado di fermare Attila, il cui nome è
divenuto sinonimo di terrore e devastazione. Tranne il papa Leone I, non a
caso chiamato «Magno».
Un altro sinonimo di distruzione selvaggia e insensata lo si deve ai
Vandali, che nel 455 per quattordici giorni saccheggiarono Roma, provocando
lo sconcerto di s. Girolamo (il quale ebbe a esclamare: «Si è spenta la luce
del mondo!»), giacchè nessuno aveva mai osato, prima, invadere Roma (l’unico
precedente era stato quello dei galli di Brenno, ai tempi mitici dei re).
Fu lo stesso papa a ottenere, patteggiando col re Genserico, la salvezza
delle vite dei romani in quel frangente. Nel 554 l’imperatore Giustiniano,
dopo aver riconquistato l’Italia dai goti, emanò una Prammatica Sanzione in
cui si riconoscevano ai vescovi importanti ruoli amministrativi; da quel
momento ogni vescovo diventava «defensor civitatis».
Nel 590, e fino al 604, il papa Gregorio I, anch’egli «Magno», dovette
assumere la difesa anche militare dell’Italia, diventando così l’unico punto
di riferimento per la civiltà in Occidente.
E si potrebbe continuare, magari passando per la lega organizzata dal papa
nel IX secolo contro i saraceni: prima volta che i popoli italici si
coalizzavano, e con successo, contro un nemico esterno. O passando per le
Crociate, sempre indette dai papi ed esempi di coalizzazione a livello
europeo.
Oppure per Innocenzo XI, che finanziò di tasca sua la vittoria della
Montagna Calva del 1683 contro i turchi che assediavano Vienna. Ma una
scaletta dettagliata di tutti gli episodi richiederebbe uno spazio molto
superiore a quello consentito in questi Antidoti. Il resto mettetecelo voi,
a casa, cari lettori. E poi ricordatelo a quelli che vorrebbero basare la
Costituzione europea solo sull’Illuminismo francese.
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Antidoti:
«Contro Attila, i Vandali, i Goti, i Saraceni ... solo i Papi in difesa
della Europa», di Rino Cammilleri,
7 Dicembre 2003
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