SAN BENEDETTO E LA MADONNA |
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di
Massimiliano Mercuri A fine gennaio mi è stato concessa un’udienza a Bologna dal Cardinale Giacomo Biffi. Non nascondo che durante l’attesa nella sua stanza, dove poco prima ero stato accompagnato da una gentilissima suora, ero pervaso da un po’di soggezione e di tensione pensando che le mie domande preparate in merito al suo ultimo libro (“Pinocchio, Peppone, L’Anticristo e altre divagazioni” Ed. Cantagallo) fossero banali e futili. Ma pochi secondi più tardi mi sono dovuto ricredere: mi si è presentato davanti un uomo sorridente e con una gentilezza inaudita. Abbiamo conversato per circa due ore su diversi argomenti ed inevitabilmente siamo arrivati a toccare quello che ad oggi si presenta, insieme al nichilismo di cui parlava Hannah Arendt, e al relativismo che pervade l’Europa, una minaccia per la nostra civiltà e cultura europea: l’Islam. Proprio nel 2001 era stato lo stesso Cardinale Biffi, a presagire che il futuro della nostra civiltà occidentale poteva essere di lacrime e di sangue di fronte all’avanzata della cultura islamica; e non perché (come innumerevoli “intellettuali” avevano voluto sottolineare, e tra questi rientrano molti esponenti della cultura laica ed ecclesiastica) lui fosse pervaso da un sentimento razzista, ma perché di fronte al problema dell’immigrazione lo Stato non può sottrarsi al dovere di regolamentarlo con progetti realistici, utilizzando come criterio quello della più facile integralità nel nostro tessuto nazionale, con una coesistenza non conflittuale. E per queste sue dichiarazioni sarebbe stato accusato successivamente di razzismo da molti intellettuali catto-comunisti, nonchè da alcuni alti esponenti del mondo ecclesiastico (benché gli stessi avessero chiesto al Cardinale di cancellare o coprire l’affresco dantesco di San Petronio a Bologna, per far fronte alle proteste musulmane pel la Divina Commedia), bollando le sue dichiarazioni come avventate e senza senso (per la cronaca, in seguito a ciò il cardinale Biffi è stato costretto a viaggiare per diversi anni con la scorta). Eppure ad oggi la cronaca giornaliera conferma ciò che lo stesso Cardinale, nonché la scrittrice Oriana Fallaci avevano previsto. Il problema però è un altro, ossia in Italia, come in molti altri ambienti intellettuali degli stati europei, è di moda un giustizialismo-forcaiolo degno della rivoluzione francese. Viene crocifisso chiunque cerchi di difendere democraticamente, ripeto democraticamente e non mozzando le teste, ciò che S. Benedetto e i monaci benedettini hanno fatto nascere: l’unità cristiana nei paesi europei. L’opera di questi monaci daranno come frutti un credo, un’educazione, dei costumi, una moralità, un’economia, un corpo di leggi, una scienza, lasciando il segno nell’ambiente, nelle arti, nelle città, nelle campagne, e risollevando, quindi, una civiltà perduta e afflitta dalle numerosissime guerre, che all’epoca insanguinavano quelle terre che da lì a poco dovevano essere trasformate e plasmate nell’attuale continente occidentale: l’Europa cristiana. S. Benedetto e i suoi monaci le avevano dato un’identità, la nostra identità. E l’Europa cristiana, nata anche e soprattutto dall’esempio e dalla testimonianza di questo monaco, che ne diventerà dopo il Santo Patrono, successivamente verrà ripetutamente minacciata dall’espansione e dalle razzie prima degli Arabi, nel 700, arrivati, seminando morte e distruzione, fino in Spagna, e fermati nel 732 da Carlo Martello a Poiters, in Francia, e successivamente, con maggiore violenza e atrocità ad opera dell’impero Turco-Ottomanno che verrà ripetutamente sconfitto a Vienna e a Lepanto, dove il 7 ottobre 1571si verificherà la massima battaglia navale dell’epoca remiera, tra le flotte cristiane, riunite e guidate dal comandante don Giovanni d’Austria, e i turchi ottomani. Ma i soliti intellettuali, quelli che oggi hanno solo la capacità di delegittimare chiunque non la pensi come loro (come il Cardinale Biffi e la scrittrice Oriana Fallaci) e apostrofarli come razzisti e fascisti (dimenticando loro stessi ciò che l’ideologia marxista ha seminato nel mondo, ad oggi 100 milioni di morti), potrebbero obiettare che gli episodi sin qui narrati siano cose antiche. E gli si potrebbe dare ragione, ma solo se si vuole dimenticare tutto ciò che l’Islam, invocando la “guerra santa” (Jihad) e la legge del Corano (Sharia), va diffondendo nei paesi dove prende il sopravvento, applicando principi che, oltre a considerare l’essere umano soltanto in quanto “uomo musulmano”, nega quelle libertà fondamentali che nelle culture occidentali vigono da alcuni secoli: la libertà religiosa, quella politica, di stampa, di associazione, di opinione e di critica, perfino quelle più semplici e frivole come la libertà di abbigliamento. Non dimenticando il genocidio degli Armeni (cristiani), perpetrato con ferocia inaudita dal regime turco novant’anni fa ( un milioni e cinquecentomila vittime, due milioni di deportati, migliaia di convertiti a forza all’Islam),e che fu il primo genocidio del Novecento ( ma ancora oggi lo Stato turco non ammette neanche di parlarne pretendendo, tra l’altro, con la complicità dei nostri politici, di entrare in Europa), ogni anno vengono uccisi dal fondamentalismo islamico circa 160 mila cristiani, da aggiungere ai 604 missionari massacrati nel decennio 1990-2000. A Timor Est è stato perpetrato un vero e proprio genocidio, e ad oggi un altro ne è ancora in corso in Sudan dove, secondo il “New York Times”, 2 milioni di uomini, donne e bambini sono stati sterminati dagli islamici del regime nell’indifferenza, ahimè, anche del mondo cattolico.Per non parlare ancora dei 26 missionari cattolici, tra cui un vescovo e venti sacerdoti, uccisi nel 2005, quasi il doppio del 2004. E ancora la Nigeria, nell’Africa centrale, dove ieri sono stati massacrati altri 11 persone, con l’unica colpa di essere cristiani. E davanti a queste mattanze dov’è l’Onu, dove sono i paladini che oggi gridano allo scandalo per la pubblicazione di 12 stupide vignette? Dove sono i nuovi califfi italiani ed europei che oggi si indignano per l’offesa recata all’Islam, e tacciono di fronte ai 130 milioni di donne infibulate nel mondo? O a quelle poverette che, ancora oggi, vengono lapidate in quanto adultere? Dove sono quelle brave persone che ritengono guerriglieri e non terroristi chi va massacrando, in nome di Allah, migliaia di poveri innocenti tra cui, ahimè molti bambini? Nuovi paladini e califfi italiani ed europei, dove eravate il giorno dopo il 3 settembre 2004, quando in una scuola di Beslan, in Ossezia, sono stati trucidati da quelle bestie assassine centinaia di bambini? Che effetto vi ha fatto vedere sulle prime pagine dei quotidiani le foto strazianti di quei piccoli corpicini stesi ed inermi, semi-coperti da un lenzuolo bianco, martiri anche loro di quella scellerata ideologia terroristica che, come dice il giornalista Magdi Allam in un suo articolo, “attraverso il lavaggio del cervello (offrire la vita per il bene di Allah e per vendicarsi degli ebrei e dei crociati) trasforma i kamikaze in robot della morte”? Il tutto con l’unico obiettivo da perseguire: la vittoria della nazione islamica. Oggi solo per la viltà e la non volontà di affrontare l’escalation del terrorismo islamico ( si spera di cancellare ciò che da 2000 anni esiste e che l’ideologia comunista in decenni di dittatura non è riuscita a distruggere) si dice a gran voce, ahimè, anche negli ambienti ecclesiastici, che esiste un islam moderato e che con esso bisogna dialogare. Ma se così fosse, gli islamici moderati dove e quando hanno manifestato per condannare gli attentati di New York, di Madrid, di Beslan, di Londra? In che modo difendono, nei paesi islamici, quelle povere donne che si suicidano per le disperate schiavitù in cui sono ridotte e chiunque venga condannato a morte per il solo motivo di essersi convertito dall’islam al cristianesimo o alle altre religioni? Cosa fanno questi presunti musulmani moderati per fronteggiare le migliaia di conversioni forzate di cristiani all’islam, a Keswi, nelle Molucche, e che a Teor ha comportato, per un migliaio di cristiani, la circoncisione con rasoi e, per le donne, l’asportazione del clitoride? E in difesa delle donne che, condannate, subiscono fustigazioni in pubblico, o lapidazione, o sono costrette a restare con il corpo per metà interrato, come si mobilitano tali signorotti? Ebbene non fanno nulla, perché è la loro cultura , è il loro “modus vivendi” e, anch’essi non vogliono che cambi. Ecco perché le società musulmane non consentono alcuna libertà ai cristiani, vietando ferocemente, perfino con la morte, le conversioni. Il cristianesimo è un messaggio di pace e di amore: in quelle società provocherebbe un’immensa carica rivoluzionaria anche in senso politico e sociale, cosa che per gli islamici non sarebbe ammissibile. A Maggio del 2004 Monsignor Mazzolari , missionario comboniano e vescovo in Sudan, in un’intervista, così riferiva in merito ai musulmani (vive tra di essi dal 1981): “ Saranno i musulmani a convertire noi, non il contrario. Ovunque s’insediano, prima o poi diventano una forza politica egemone. Gli italiani intendono l’accoglienza da bonaccioni. Presto si accorgeranno che i musulmani hanno abusato di questa bontà, facendo arrivare un numero di persone dieci volte più alto di quello che gli era stato concesso. Sono molto più furbi di noi. A me buttano giù le scuole e voi (riferendosi al popolo italiano) gli spalancate le porte delle chiese. Se uno è ladro, non gli dai una stanza dentro il tuo appartamento”. E ancora: “Molti cattolici nel Sudan sono costretti ad abbracciare l’islam pronunciando la shahada, la professione pubblica di fede, e tutto per avere un lavoro. I convertiti vengono marchiati a fuoco ( e da noi ci si indigna per 12 vignette), li timbrano su un fianco, come le mucche, per distinguerli dagli infedeli. La punizione più grande che l’arabo sa infliggere è l’oppressione, il senso di falsità. Se può ingannarti lo fa con tutto il cuore. I musulmani ti incutono paura, ti tengono in uno stato permanente di insicurezza. E’ un’afflizione psichica continua, peggio di una tortura”. Ma fanno anche di peggio: “ Un ragazzo cristiano ridotto in schiavitù, è stato crocifisso perché una domenica s’era fermato a pregare e aveva perso un cammello. Il padrone gli ha piantato i chiodi nelle mani, nei piedi e nelle ginocchia, versando acido sopra le ferite. Adesso è un povero gobetto, sembra un poliomielitico”. E questi signori sotto l’abile aspetto del musulmano moderato vengono in Italia, a richiedere diritti, case, moschee, a togliere i crocifissi ( almeno questa battaglia, sul piano legale, è stata vinta grazie alla sentenza del 15 febbraio 2006 del Consiglio di Stato con la motivazione che il crocifisso “esprime il fondamento dei nostri valori”, e quindi rimarrà appeso nelle aule scolastiche e nei luoghi pubblici), e tutto gli viene concesso candidamente. Ahimè, gli vengono concessi anche gli oratori da adibire a moschee e vengono tolti, in alcuni conventi del centro Italia ( S Francesco di Assisi si rivolterà nella tomba ), i crocifissi per non offendere la sensibilità musulmana. E a tal proposito mi rivolgo con molta stima e riverenza a S.E. Cardinal Tarcisio Bertone chiedendogli: “ lei vorrebbe mandare certe persone che indossano la maglietta con su raffigurate le vignette musulmane a fare i lavori forzati in Cirenaica, e i suoi confratelli, di cui prima parlavo, dove li manderebbe? E quei confratelli che hanno permesso, sempre in un convento del centro Italia, il sacrificio di una gallina sull’altare ( che sacrilegio) dove li manderebbe? A spaccare le pietre? E quei suoi confratelli che si presentano in televisione con il sigaro in bocca dichiarandosi comunisti e si recano a manifestare goliardisticamente a braccetto con quei “bravi ragazzi” che vanno urlando gli slogan “10, 100, 1000 Nassiriya”, e ancora, “Nassiriya, Nassiriya, la vogliamo anche in Italia per caramba e polizia” e vanno bruciando le bandiere dell’America e d’Israele, dove li manderebbe? A raccogliere la cicoria? Questo, non per polemizzare con lei, che ripeto stimo molto, ma per rimarcare quello che il suo confratello, Cardinale Biffi, mi ha risposto quando esternavo per questi confratelli punizioni esemplari (personalmente questi pseudo-preti e pseudo-frati li avrei banditi dai luoghi di Dio): “amico mio, la Chiesa, in quanto annunciatrice di un messaggio di pace e di amore, è grande perché sa perdonare anche le sue pecorelle sperdute”. Perciò, Eminenza, quel rappresentante del Governo italiano ha sì sbagliato, in quanto rappresentante di governo, ma chiederne addirittura i lavori forzati solo perché, magari con troppo folclòre, sta cercando di difendere la nostra cultura occidentale e cristiana ( a differenza di altri autorevoli cattolici che di fronte al pericolo dell’islam si calano le brache), mi sembra un po’ esagerato. Di fronte a ciò che è successo non in Iraq o in Afghanistan ma nella moschea milanese di via Jenner, dove un iman esortava i fratelli musulmani a venire in Italia e a non piegarsi alla religione cristiana, a non accettare le leggi italiane, ma rispettare solo l’islam e odiare gli occidentali, combatterli ed intraprendere, quindi, il viaggio del Kamikaze, cosa si dovrebbe fare? Chiudere gli occhi e sperare che non accada nulla? L’odio verso l’occidente è tale, da proibire addirittura, in Arabia Saudita, limitatamente ai cristiani e agli infedeli, la costruzione di un cimitero per ospitare le spoglie dei propri defunti. E tanto meno celebrarne i funerali. Quello è il territorio sacro dell’islam, che ospita i luoghi santi, la Mecca e la Ka’aba, la pietra intorno alla quale ogni appartenente alla comunità islamica dovrebbe fare un giro almeno una volta nella vita. Quindi non è accettabile che qualcuno vada a mettere nel loro sacro terreno una croce su una tomba. Sarebbe una bestemmia che viene punito con le frustate. In Europa i musulmani pretendono luoghi di culto, cimiteri, scuole esigono di rimuovere i crocifissi dai luoghi pubblici e dalle scuole ( e quando non ci riescono li buttano dalla finestra o li bruciano, come sta accadendo negli ultimi tempi), e a casa loro ci cacciano pure da morti. Naturalmente se costoro riescono ad affermarsi in Italia e nel resto dell’Europa, la colpa è solo dei padroni di casa: sia di coloro che non essendo riusciti a far scomparire il cristianesimo nei decenni di dittatura comunista, oggi ci riprovano dimostrandosi favorevoli all’integrazione incondizionata con i musulmani; sia, e la cosa è più grave, da quei cattolici “adulti” che, come dice il Cardinale Biffi, riducono la militanza di fede ad azione umanitaria e genericamente culturale, identificano il messaggio evangelico nel confronto irenico con tutte le filosofie e con tutte le religioni ( io aggiungerei con sottomissione), scambiano la Chiesa di Dio per un’organizzazione di promozione sociale, e riducendo Gesù Cristo troppo spesso ad una scusa per parlare di altro. E’ stato un grave errore rinunciare a riconoscere nella Costituzione europea le radici giudaico-cristiane del continente, e sarebbe più grave se la stessa Chiesa e i vari stati europei non si rendessero conto appieno del “conflitto di cultura e in armi ( e l’escalation degli avvenimenti di questi giorni lo dimostrano) che è in atto contro l’Occidente”. I principi del dialogo, della tolleranza e del rispetto non possono mettere in secondo piano l’evangelizzazione e farci chiudere gli occhi. Se qualcuno rifiuta la reciprocità di questi principi e ci dichiara una ostilità o la Jihad, allora dobbiamo prendere atto che è un nostro avversario e difenderci. L’Europa, paralizzata, deve risvegliare la sua anima cristiana , riaffermare Dio. Cristo , come dice Papa Benedetto XVI, non è un individuo del passato lontano da me, ma ha creato una strada di luce che pervade la storia cominciando con i primi martiri, con questi testimoni che trasformano il pensiero umano, vedono la dignità umana dello schiavo, si occupano dei poveri, dei sofferenti e portano così una novità nel mondo anche con la propria sofferenza: S. Francesco d’Assisi, Madre Teresa di Calcutta, Massimiliano Kolbe…. Ecco perché bisogna che l’intera Europa riaffermi i tre elementi-base della sua identità: la dignità e i diritti umani, la famiglia fondata sul matrimonio monogamico e soprattutto Cristo. “La fede cristiana è la modalità sorprendente di vivere le cose”, diceva don Giussani. Noi verifichiamo che Cristo è reale, presente, perché cambia le cose più resistenti a qualsiasi cambiamento: le cose solite. “Lui è qui, come il primo giorno, eternamente ogni giorno,. E’ qui fra noi per tutti i giorni della sua eternità”, diceva Peguy. “Questa è la bellezza dell’essere cristiani e la gioia di viverlo, che non c’è bisogno del male per essere felici, che la noia si vince solo se si lascia entrare Cristo nella propria vita” dice Juliàn Carròn .
Ed ancora, Antonio Socci (nel
suo ultimo libro, “Com’è bello il mondo. Com’è grande Dio”) quando parla
della Madonna: “Bisogna chiedersi se dentro la Chiesa non sia all’opera una
forza misteriosa che la guida, la protegge e che si manifesta per soccorrere
l’umanità in grave pericolo. Karol Wojtyla non aveva dubbi in proposito e
per ventisette anni ne ha ripetuto il nome all’umanità, affidando a Lei, la
Madonna, tutto se stesso, la Chiesa e il mondo”. |
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Islam:
«SAN BENEDETTO E LA MADONNA SALVINO L’EUROPA CRISTIANA», di Massimiliano
Mercuri, Dirigente del Sindacato Ugl, 21 Febbraio 2006 |