Film

The Passion of the Christ, di Mel Gibson

Il film di Gibson: The Passion of the Christ

SHOCK in anteprima
 

 
 di Louis J. Giovino

Nell’ambito del mio lavoro di Direttore delle Comunicazioni per la Catholic League for Religious and Civil Rights di New York, quest’estate ho avuto l’occasione di assistere alla proiezione del nuovo film di Mel Gibson, “The Passion of the Christ”, ormai prossimo ad uscire in molte sale negli Stati Uniti. Da tempo si sono scatenate grandi discussioni attorno a questa pellicola, perché si è diffuso il timore che essa sia antisemita. Per tutto il 2003 sono divampate continue polemiche (alcune davvero infuocate) che non ho intenzione di ricostruire. In ogni caso, è proprio per questo che a luglio ho voluto assistere ad un’anteprima del film, in una versione ancora molto incompleta e provvisoria. Ho anche incontrato il regista.
Il film non è un documentario. Non è nemmeno un ritratto del clima socio-politico caratteristico della Palestina ai tempi di Gesù. E non è neanche un’opera teologica realizzata per dare “ispirazione”. È una profonda meditazione sulla Passione di Cristo, nella stessa vena del Rosario o delle Stazioni della Croce. È un’opera d’arte, paragonabile a quelle di Caravaggio o Michelangelo. Da un punto di vista squisitamente cinematografico, il film è eccezionale. Dire che è un capolavoro non basta: “capolavoro” è una parola troppo piccola. Dove sta oggi l’arte “religiosa”? È difficilissimo trovare qualcosa degno di questo nome. Ma oggi abbiamo l’opera di un artista famosissimo, che usa la forma artistica principale dei tempi moderni per offrire un’immagine di Gesù Cristo assolutamente strabiliante. Mel Gibson ha creato personaggi, scene e dialoghi che mi hanno profondamente sorpreso e che io non avrei mai saputo concepire. Eppure colpiscono come qualcosa di vero.
Alla fine del film, ho sentito il bisogno di pregare. Questa non è per me una reazione consueta. Tant’è vero che ho sentito il dovere di rimanere per qualche tempo da solo con i miei pensieri. Le immagini del film sono ancora vive nella mia mente, sette mesi dopo averle viste. Non riesco a seguire la Messa o qualsiasi altra funzione religiosa senza averle davanti a me. “The Passion”, secondo me, raffigura l’umanità di Cristo con una profondità che non ho mai visto in nessun’altra opera d’arte. La forza e il coraggio di Gesù si mostrano in tutta la loro luce davanti agli occhi dello spettatore. Il film è intenso, violento, con scene molto esplicite, fino al punto di sembrare “eccessivo”. Vedere in modo così reale ciò che Gesù ha sofferto costringe a riconoscere la vera essenza del Suo sacrificio, e l’amore che racchiude. In questo modo la Sua divinità è percepibile.
Gibson descrive l’umanità di Cristo anche attraverso il personaggio di Sua madre. Anzi, per molti aspetti è proprio lei la protagonista. La seguiamo in quest’agonia, attraverso la quale lei stessa ci conduce. Nel momento della massima violenza, è sempre presente. E, con la sua presenza, accompagna Gesù, e anche noi, per tutta la dolorosa strada. La scena più potente del film, a mio giudizio, è quella in cui Maria incontra Cristo sulla via del Calvario. È la rappresentazione più precisa che conosca di ciò che Maria significa per un cristiano. Il Male è sempre terribilmente presente. Tutto è mostrato nei dettagli. Ma anche qui, il viso della Vergine viene a soccorrerci. Il dolore e l’amore dipinti sul viso di Giovanni e su quello di Maddalena colpiscono molto; dicono poche parole, ma il loro incontro con Cristo, un incontro che li convince a rimanere con Lui sotto la croce, è descritto in modo straordinario.
“The Passion” trasmette un messaggio impressionante. Questo è stato il commento più diffuso fra tutti coloro che con me hanno visto l’anteprima. Comunque, a farmelo capire è stato un uomo che ho incontrato alla proiezione. Abbiamo parlato del film e di ciò che ne pensavamo. Mi ha detto: «È il film più potente che abbia mai visto». Ho scoperto che era un tecnico della sala cinematografica e non uno degli invitati alla visione. Dopo che si saranno sprecate moltissime parole e tutte le polemiche si saranno spente, ciò che conterà in definitiva sarà l’incontro che questo film avrà saputo rendere possibile.

 

 

Film: «Il film di Gibson: The Passion of the Christ. SHOCK in anteprima», di Louis J. Giovino, Tempi, Numero: 7 - 12 Febbraio 2004

 

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