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La nuova era |
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«Uno degli scrittori
migliori, anzi forse il migliore, della sua generazione.» |
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«Formidabile romanzo ...
meraviglioso.» |
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«La prosa di uno scrittore
maturo.» |
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«Da scrittore moralista
a scrittore si è trasformato in un romanzier cinico, dunque a vinto:
rendiamogli onore.» |
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«Ciò che sempre è
intensissima, in lui, è l'intuizione del tragico. Tutto può rivelare la
tragedia universale.» |
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«La forza del libro consiste
nella sua radicalità spoglia: nel non cercare consolazioni, nel vivere la
crisi fino in fondo» |
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Il portagonista della "Nuova
era" è un tranquillo professore di letteratura italiana, che vive
un'esistenza normale in una città altrettanto normale. Tra le sue allieve
c'è Chiara, una ragazza sprovveduta e sincera che sembra uguale a tutte le
sue coetanee, nonché autrice di goffi racconti vagamente new age. Nell'incontro di queste due normalità così lontane esplode qualcosa di terribile: un orrore che spinge all'indignazione contro una violenza tanto diffusa da diventare invisibile, alla ribellione contro il facile ossequio alle dottrine di moda, al disgusto per la fatuità compiaciuta e la meccanica ferocia dei comprimari. In quel punto estremo d'esasperazione, solo un gesto paradossale può rivendicare le ragioni di un'innocenza schiacciata. O, per dirla con il protagonista, «porre fine al caos del mondo». |
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