Lo sport è questo |
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di Doninelli
Luca Un tempo amavo le trasmissioni sportive della domenica sera. Ma oggi lo sport sa di avere le ore contate. Un’atmosfera da ultima spiaggia domina quegli incontri, tutti sanno che parlare di sport è legittima nostalgia (come dimostra la riproposizione della vecchia sigla di “90° Minuto”). Ma la sospensione di Lazio-Roma, come la morte di Pantani (era coca, ma fa lo stesso), come tanti altri episodi, è lì a dirci: spiacenti, amici, ma lo sport è questo. Più di una società sportiva non esiste nemmeno più: si continua a giocare solo perché, se no, succederebbe la rivoluzione. Gli scalmanati che suscitano la violenza negli stadi (violenza pilotata, non c’è dubbio) non possono però farci dimenticare la gran massa di gente che ama lo sport. Tutta la speculazione mal fatta che ha portato a questo caos non può farci dimenticare l’amore su cui la stessa speculazione si basa. Era stata anche la Tv, in fondo, ad esigere atleti sempre più forti, capaci di cose sempre più spettacolari, in modo da poterne vivisezionare movimenti e azioni. La Tv ha saputo fare questo, ha saputo rompere il gioco, ma non sa aggiustarlo. Nella sua impotenza colpevole, la Tv dà buona prova di sé. Dopo aver trattato alla pari guerre e sommosse, riconosce dinnanzi a una partita che non si può giocare il proprio fallimento. E così come io verserei su dvd le leggendarie cronache di canottaggio di Giampiero Galeazzi (veri capolavori senza tempo), così farei lo stesso per queste giornate tristi. A testimonianza che qualsiasi mezzo, posto davanti ad un evento indubitabilmente più grande di lui, riacquista di colpo la sua dignità, quella di chi non sa che dire o fare, e dice: guardateci, siamo qui, siamo questi qui. |
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Televisione: «Lo sport è questo» di Doninelli Luca, Tempi, Numero: 13 - 26 Marzo 2004 |