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Giovanni
Paolo II
Eccellenze,
Signore e Signori!
1. [...]
Signor Ambasciatore, i suoi cortesi voti augurali sono stati
accompagnati da un'analisi penetrante dell'attualità
internazionale dell'anno appena terminato. Certo,
l'orizzonte si presenta oscuro e molti di coloro che hanno
conosciuto il grande movimento verso la libertà e il
cambiamento degli anni novanta, si sorprendono oggi di
essere attanagliati dalla paura di un avvenire ridiventato
particolarmente incerto.
Tuttavia, per quanti hanno posto la propria fiducia e la
propria speranza in Gesù, nato a Betlemme per farsi uno di
noi, è risuonato proprio nel cuore della notte di Natale,
il messaggio angelico: "Non temete, ecco vi annunzio
una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è
nato nella città di Davide un salvatore" (Lc 2,
10-11). L'avvenire è spalancato, Dio cammina sulle nostre
strade!
2.
La luce di Natale dà senso a tutti gli sforzi umani, posti
in atto per rendere la terra più fraterna e solidale,
affinché sia bello il viverci, e l'indifferenza,
l'ingiustizia e l'odio non abbiano mai l'ultima parola.
[...] Tra i motivi di soddisfazione, va senz'altro
menzionata l'unificazione progressiva dell'Europa. [...] Si
tratta di una tappa decisiva nella lunga storia di questo
continente. Ma è altresì importante che l'allargamento
dell'Unione Europea continui a costituire una priorità. So
inoltre che ci si sta interrogando circa l'opportunità di
una Costituzione dell'Unione. A tal proposito, è
fondamentale che siano sempre meglio esplicitati gli
obiettivi di questa costruzione europea e i valori sui quali
essa deve basarsi. Per
questo, non senza una certa tristezza, ho preso atto del
fatto che, fra i partner che dovranno contribuire alla
riflessione sulla "Convenzione" istituita nel
corso del summit di Laeken lo scorso mese, le comunità dei
credenti non sono state citate esplicitamente. La
marginalizzazione delle religioni, che hanno contribuito ed
ancora contribuiscono alla cultura e all'umanesimo dei quali
l'Europa è legittimamente fiera, mi sembra essere al tempo
stesso un'ingiustizia e un errore di prospettiva.
Riconoscere un fatto storico innegabile non significa
affatto disconoscere l'esigenza moderna di una giusta laicità
degli Stati, e dunque dell'Europa!
[...]
3.
Ma la luce venuta dalla grotta di Betlemme illumina
ugualmente, e in maniera implacabile, le ambiguità e gli
insuccessi delle nostre imprese. In questo inizio d'anno,
constatiamo purtroppo che l'umanità si trova in una
situazione di violenza, di miseria e di peccato.
Nella notte di Natale, ci siamo recati spiritualmente a
Betlemme e abbiamo dovuto ahimè costatare che la Terra
Santa, dove il Redentore ha visto la luce, è sempre, per
colpa degli uomini, una terra di fuoco e di sangue. Nessuno
può rimanere insensibile all'ingiustizia di cui il popolo
palestinese è vittima da più di cinquant'anni. Nessuno può
contestare il diritto del popolo israeliano a vivere nella
sicurezza.
Ma nessuno può nemmeno dimenticare le vittime innocenti
che, da una parte e dall'altra, cadono ogni giorno sotto i
colpi e gli spari. Le
armi e gli attentati cruenti non saranno mai strumenti
adeguati per far giungere messaggi politici agli
interlocutori. Neanche però la logica della legge del
taglione è adatta per preparare le vie della pace.
[...] La legittima lotta contro il terrorismo, di cui gli
odiosi attentati dell'11 settembre scorso sono l'espressione
più efferata, ha ridato la parola alle armi. Di fronte alla
barbara aggressione e ai massacri si pone non soltanto la
questione della legittima difesa, ma anche quella dei mezzi
più adatti a sradicare il terrorismo, come pure quella
della ricerca delle cause che stanno all'origine di simili
azioni, e quella delle misure da prendere per dare l'avvio a
un processo di "guarigione", per superare la paura
ed evitare che male si aggiunga a male, violenza a violenza.
[...]
Occorre inoltre ascoltare la domanda che ci viene rivolta
dal cuore stesso di questo abisso: il posto e l'uso della
religione nella vita degli uomini e delle società. Desidero
ribadire qui, davanti a tutta la comunità internazionale,
che uccidere in nome di Dio è una bestemmia e un
pervertimento della religione. [...]
4. Di
fronte a queste manifestazioni di violenza irrazionale e
ingiustificabile, il grande pericolo è che altre situazioni
passino inosservate e contribuiscano a far sì che popoli
interi siano abbandonati al loro triste destino. [...]
5.
Questa contrastata situazione del nostro mondo,
incamminato nel terzo millennio, offre un vantaggio, se
posso esprimermi così: ci mette di fronte alle nostre
responsabilità. Ognuno è costretto a porsi
le vere domande: quella della verità su Dio e quella della
verità sull'uomo.
Dio non è al servizio d'un uomo o di un popolo, e nessun
progetto umano può pretendere di appropriarsene. I figli di
Abramo sanno che nessuno può accaparrarsi Dio: Dio, noi lo
accogliamo. Davanti al presepe, i cristiani sono in
grado di percepire meglio che Gesù stesso non si è imposto
e ha rifiutato di utilizzare strumenti potenti per
promuovere il suo Regno!
La
verità sull'uomo, che è creatura.
L'uomo coglie la verità del suo essere solo quando riceve
se stesso da Dio in un atteggiamento di povertà. Non è
cosciente della sua dignità se non quando riconosce in se
stesso e negli altri l'impronta di Dio che lo ha creato a
sua immagine. [...]
Questa verità su Dio e sull'uomo, i cristiani l'offrono a
tutti gli uomini, specialmente ai loro fratelli e sorelle
fedeli dell'Islam autentico, religione di pace e d'amore del
prossimo.
6.
[...] Non lasciamoci sopraffare dalla durezza di questi
tempi. Apriamo piuttosto il cuore e l'intelligenza alle
grandi sfide che ci attendono:
- la difesa della sacralità della vita umana in tutte le
situazioni, specialmente di fronte alle manipolazioni
genetiche;
- la promozione della famiglia, cellula fondamentale della
società;
- l'eliminazione della povertà, grazie a sforzi dispiegati
in favore dello sviluppo, della riduzione del debito e
dell'apertura del commercio internazionale;
- il rispetto dei diritti dell'uomo in ogni circostanza, con
speciale attenzione per le categorie delle persone più
vulnerabili: bambini, donne e rifugiati;
- il disarmo, la riduzione della vendita di armi ai paesi
poveri e il consolidamento della pace dopo la fine dei
conflitti;
- la lotta contro le grandi malattie e l'accesso dei più
poveri alle cure e alle medicine di base;
- la salvaguardia dell'ambiente e la prevenzione delle
catastrofi naturali;
- l'applicazione rigorosa del diritto e delle convenzioni
internazionali.
Certo, si potrebbero aggiungere tante altre esigenze. Ma se
già queste priorità fossero al centro delle preoccupazioni
dei responsabili politici, se gli uomini di buona volontà
le traducessero nei loro impegni quotidiani, se gli uomini
di religione le includessero nel loro insegnamento, il mondo
sarebbe radicalmente diverso.
7.
Sono questi i pensieri che mi premeva confidarvi.
Le tenebre non
possono essere fugate che dalla luce. L'odio non è vinto
che dall'amore.
L'auspicio mio più fervido, quello che nella preghiera
affido a Dio e che, credo, sarà presente in tutti i
partecipanti al prossimo incontro di Assisi, è che rechiamo
tutti nelle nostre mani disarmate la luce d'un amore che
nulla riesce a scoraggiare. Voglia Iddio che sia così per
la felicità di tutti!
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