Strumenti musicali dell'Africa
CORDOFONI


Cetra a zattera idiocorde molo na kara, rettangolare, composta di ventotto canne collegate da due sistemi di legature su bastone. Di queste canne, diciotto hanno corde di corteccia sollevata e sono scostate dalla zattera mediante due bacchette poste trasversalmente, funzionanti da ponticelli. Attorno alla parte mediana di ogni corda è avvolta una striscia di fibra vegetale. La rigidità dello strumento è assicurata da tre lamine di legno e da una ventina di sottili bacchette, disposte sul retro sotto la corteccia di sei canne. Presso gli Haussa e i popoli vicini, questo strumento serve ad accompagnare il canto di musicanti semiprofessionisti.
Dimensioni 44x24 cm.
Nigeria, etnia Miango.
  
Due arpe-cetre mvet (a,b) e un arco musicale muduri (c). Le prime sono idiocordi; sono formate da una bacchetta di bambù leggermente arcuata, le cui corde sono quattro sottili strisce di corteccia staccata. Queste corde al centro restano sollevate da un ponticello formato da un bastoncino con una tacca, fissato perpendicolarmente alla bacchetta. Alle due estremità, anelli di fibra vegetale servono a tenere a posto le corde e a regolarne la tensione. Una cassa di risonanza rappresentata da una zucca è fissata all'altezza del ponticello, dalla parte opposta della bacchetta.
L'arco musicale (c) è invece eterocorde: la sua corda in fibre vegetali ritorte è annodata alle due estremità di un arco rigido. Una cassa di risonanza mobile formata da una zucca sferica è sistemata contro l'arco e tenuta ferma da un anello di stoffa. Una cordicella che attraversa il polo della zucca unisce l'arco e la corda; il suo spostamento laterale permette di modificare la tensione della corda e quindi la lunghezza vibrante dei suoi due segmenti. Lo strumento viene tenuto verticalmente con la zucca appoggiata contro il torace del suonatore, che percuote la corda con due sottili bacchette.
Dimensioni: 116x4 cm (a); 109x4 cm (b); 155x3 cm (c).
Gabon, etnia Fang (a,b); Burundi, etnia Rundi (c).
  
Pluriarco chihumba o chisumba, a otto corde di fibre vegetali intrecciate, annodate a otto archi flessibili di legno chiaro, incassati nella faccia posteriore di una cassa di risonanza. Questa è tagliata in un pezzo di legno trapezoidale, arrotondato nella parte anteriore. La faccia dorsale è provvista di una prominenza rettangolare che porta un foro; le facce laterali sono ornate con motivi geometrici incisi e con chiodi a testa grossa. La tavola armonica, che ha quattro piccoli fori al centro, ricopre i tre quarti della faccia ventrale. Le corde sono annodate a tacche presenti nella parte bassa della tavola, e sono tenute leggermente alte da un sottile ponticello formato da una bacchetta piatta.
Dimensioni: 57x20x13 cm.
Angola, etnia Humbe.
  
Tre cetre tanzaniane, a truogolo, di tipo ligombo (a e b), e a bastone, detta zeze (c). Le due prime hanno ciascuna sei corde di canapa tese su una tavola di legno cava, leggermente più stretta al centro e curvata, che nell'estremità anteriore si prolunga in una bella scultura antropomorfa. Quella a sinistra (a) ha una zucca come risuonatore; l'altra (b) ne è priva.
Lo strumento a destra (c) ha due corde di canapa tese su un bastone, o meglio su una tavoletta di legno finemente incisa. Una delle sue estremità è biforcuta e porta due "bottoni" ai quali sono annodate le corde; è inoltre circondata da una sorta di ponticello fatto con una sottile bacchetta ricurva. L'altra estremità è spatolata e si prolunga in un'asta su cui sono attaccate le corde. Tre cerchiature formano delle protuberanze cilindriche in prossimità della spatola. Un risuonatore a forma di sfera tronca è fissato per mezzo di un'altra sezione di zucca a livello della biforcazione.
Dimensioni: 67x21 cm (a); 58x8 cm (b); 65x23 cm (c).
Tanzania, regione sudorientale, etnia Makonde (a); costa orientale, etnia Kwere (b); Bujumbura, etnia Swahili (c).
  
Arpa-liuto a dieci corde, la cui cassa di risonanza è una zucca ricoperta di pelle tesa con caviglie. Fissato nella cassa, il manico è una bacchetta di legno leggermente ricurva verso l'alto, provvista all'estremità di due alette vibratili di ferro. Il ponticello è fatto di una lamina di legno ornata nella parte superiore con una testa umana scolpita; è disposto verticalmente, perpendicolare alla tavola armonica e alle corde. Queste sono in numero di dieci, su due file parallele di cinque, annodate a caviglie sul dorso del ponticello che attraversano e tese da cordicelle di canapa distribuite sul manico. Cinque bacchette di legno attraversano la pelle da una parte all'altra: tre lateralmente, di cui due servono a tener fermo il ponticello, mentre la terza serve a tener ferme le due ultime bacchette (parallele al manico ma più corte), per mezzo delle quali lo strumento è mantenuto in posizione da chi lo suona. Questo strumento è usato dagli indovini senufo per invocare gli spiriti tutelari. Si ritiene che questi si manifestino danzando davanti all'indovino e comunicangogli così il loro messaggio.
Dimensioni: 78x36 cm.
Costa d'Avorio, Mbengué, villaggio Kaloa, etnia Senufo.
  
Due arpe angolate dette kundi o nedomu. Entrambe hanno la cassa di risonanza di legno, a forma di catino semiovoidale, più stretto al centro, interamente ricoperta di pelle cucita sulla faccia dorsale e con due fori acustici rotondi disposti in diagonale sulla faccia ventrale. Entambe le mensole presentano un angolo piuttosto spiccato presso il punto d'inserzione della cassa. Ciascuna ha cinque corde di fibra vegetale, fissate sotto la pelle che attraversano, e tese mediante caviglie di legno che trapassano la mensola da una parte all'altra. All'estremità della mensola è scolpita una testa umana: nella parte anteriore (a) la testa è coperta da un elmo nero; nella posteriore (b), raffigura una donna Mangbetu, riconoscibile per la caratteristica deformazione del cranio.
Dimensioni: 55x16 cm (a); 62x17 cm (b).
Zaire, etnia Zande (a,b), tipo Mangbetu (b); verso il 1900.
  
Due lire africane. Quella a sinistra (a) è detta tom o thom othieno; la cassa di risonanza è un mezzo bidone di ferro tagliato nel senso dell'altezza, ricoperto di pelle con quattordici forellini acustici frontali, allacciata al dorso. Il telaio è provvisto di due lunghi bracci di bambù che attraversano la cassa e di una barra trasversale di legno (giogo). Alla base della cassa sono fissate cinque corde di budello; poggiano su un ponticello di legno posto nel terzo superiore della tavola e sono annodate ad anelli di fibra vegetale distribuiti ad uguale distanza sul giogo.
Quella a destra (b), con telaio triangolare, porta il nome di endongo. La cassa di risonanza di legno è a forma di coppa ovale; è ricoperta di pelle di lucertola con un foro laterale, tesa mediante una cucitura a sopraggitto che la unisce a un pezzo di cuoio al centro della faccia dorsale. I bracci del telaio poggiano sui bordi della cassa e attraversano la pelle mediante asole; il giogo è ornato alle estremità di vistosi ciuffi di crine. Sette corde di budello sono annodate a un pirolo alla base della cassa; tenute ferme da un ponticello di legno, sono tese da un sistema di legature distribuite sul giogo.
Dimensioni: 84x43 cm (a); 50x41 cm (b).
Sudan, etnia Anyau, stile Shilluk (a); Uganda, Entebbe, etnia Ganda; verso il 1910 (b).
  
Viella monocorde imzad o anzad (a) propria dei Tuareg. La cassa di risonanza è una mezza zucca ricoperta di pelle di caprone fissata e provvista di due fori rotondi, ornata con motivi dipindi in verde e in giallo. Il manico è una bacchetta leggermente arcuata, che poggia sui bordi della zucca sotto alla pelle che attraversa grazie a due asole. La corda di crine è annodata alle due estremità del manico per mezzo di legacci di cuoio ed è tesa per mezzo di un ponticello angolato posto sulla pelle. Sull'archetto (b) corto, ricurvo a semicerchio, è tesa una corda di crine. Questo strumento è suonato esclusivamente dalle donne Tuareg.
Dimensioni: 49x22x13 cm (a); 21x19 cm (b).
Algeria, Tassili nell'Ahaggar, etnia Tuareg.

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