Contributo
su la storia de "Le Terme di S.Elia di Galatro"
Un paese ancora da scoprire
a cura di Michele Scozzarra
Per
molti versi Galatro è un paese ancora da scoprire: anche
se proiettato in una prospettiva "termale", non
è ancora contaminato da quelle espressioni che,
fatalmente, compongono il turismo di massa.
Le Terme
"Sant Elia" costituiscono un vero e
proprio punto di riferimento balneare tra
i piú belli ed affascinanti della Calabria: sono situate
in un angolo di terra che, per certi aspetti, ha del
fantastico, tanto i suoi richiami naturali incantano per
suggestivitá ed imponenza. Lo testimoniano i ruscelli
freschi e limpidi, o le cascate che circondano lo
Stabilimento termale ed i boschi che fanno da cornice in
una grande oasi di silenzio.
Furono
i monaci dell'Ordine di San Basilio che iniziarono lo
sfruttamento della acque termali già nell VIII
secolo, indicandone le virtù per le guarigioni ottenute.
Questi vivevano nel monastero di Sant'
Elia
(di cui ancora oggi esistono i ruderi dal quale proviene
lattuale denominazione delle Terme).
Ai padri basiliani succedettero i
cappuccini che edificarono un convento denominato
Monastero di Santa Maria della Sanità, e continuarono ad
indicare la proprietà curative ed a diffondere l'uso
dell'acqua minerale, e ciò sino al 1783, quando a causa
del grande terremoto, crollato il Convento i monaci
dovettero andare via.
Successivamente
fu l'allora Sindaco di Galatro, Alfonso De Felice, all'inizio
dell 800 che fece analizzare le acque termali, ma non
risulta che le analisi compiute siano state pubblicate.
De
Felice si prodigò per ripristinare luso delle acque
sulfuree, ma la ripresa fu assai lenta; infatti come si rileva
dal Pagano negli "Studi sulla Calabria" che, facendo
riferimento alle fonti di Sant'Elia, accennava alla assoluta
mancanza (siamo intorno al 1840), di edifici ad attrezzature,
tanto che i 'bagni venivano praticati solo d'estate ed
all'aperto, in "gore o dentro tini di legno con grave
incomodo e disagio".
Nel 1891 il Sindaco Avv. G.B. Buda dette
inizio, con mezzi propri e con l'intenzione che
lopera sarebbe rimasta al Comune di Galatro, alla
costruzione di uno stabilimento termale che fu compiuto e
aperto al pubblico nel 1892, e le cui strutture sono
state perfettamente conservate.
Già
all'inizio del secolo le Terme di Galatro erano molto famose. Il
dott. P. Lombardo, nel marzo del 1900 in un attestato rilasciato
alle direzione dello Stabilimento osservava., "Si vedono
accorrere a quella acque salutari, persone di ogni etá e
condizione, incurvate sotto la atrocitá dei dolori. Esso si
diriggono a quelle acque da paesi lontani con la calda fede nella
guarigione. Fa conforto all'animo il vedere dopo un esiguo numero
di bagni, quei pazienti rinfrancati, per l'efficacia di quelle
acque, dalla torture del dolore". Ed il Prof. Diego Corso,
di Nicotera, come prefazione ad un suo scritto sulle Terme del
1912, annotava "L'aria ossigenata dei boschi circostanti, la
vaghezza del paesaggio che arieggia ad una Svizzera calabrese,
sollevano e vivificano lo spirito e trasportano l'animo in dolci
e sereni pensieri".
Un
notevole incremento é stato dato successivamente, dalle
varie Amministrazioni che si son succedute, con l'inizio
dei lavori per la costruzione di un modemissimo
stabilimento termale con annesso ristorante e albergo,
quest'ultimo con la capacità di 130 posti letto. Nelle
NUOVE TERME, che saranno avviate quanto prima, potranno
essere praticate, tutti i tipi di cure: dai bagni ai
fanghi, dalle inalazioni alle insufflazioni
endo-timpaniche, alle irrigazione vaginali e rettali,
alle nebulizzazioni collettive, alle cure elettriche
ecc...
Inoltre lo stabilimento sarà dotato di un
reparto di ESTETICA per la cura del corpo e del viso ,
con docce filiformispeciali per il massaggio subacqueo,
trattamenti eudermici , bagni in vasche per la cura del
viso, massaggi manuali, ecc...
Terme, monaci, boschi, acqua,
montagne:
Galatro
vanta un patrimonio naturale che molti invidiano. Ma, a muoverci
a parlare non è solo la preoccupazione un pó campanilistica di
far conoscere le "cose di casa nostra ma, più precisamente,
il pensiero di riuscire a far trasparire l'enorme ricchezza
insita nella nostra terra e, per quanto riguarda le Terme
"Sant'Elia", di un angolo ancora incontaminato dove, in
mezzo a richiami naturali di grande bellezza. esistono ancora dei
posti dove è possibile riscoprire il fascino di un felice
impatto con le piú genuine espressioni della natura.
La
vivida roccia o le placide verdi colline nelle quali scorrono dei
splendidi corsi d'acqua, la loro cruda e naturale bellezza non
poteva non ispirare la fervida fantasia delle persone più
sensibili.
Per
questo ci piace concludere con una lirica di Mons, Giuseppe
Morabito (1858-1923). Vescovo di Mileto, che, affascinato dal
panorama circostante le Terme ebbe ad esprimersi in modo così
grande, in una sua famosa lirica dedicata alle Terme di Galatro.
LASCIATEMI SOGNARE
0 infermi, che chiedete a calde fonti
salute e vigoria.
venite qui in Calabria a questi monti;
qui sana il corpo e l'anima sindia.
Mi sembra un sogno di lontano eliso
questa valle romita;
che fantastiche rupi e che sorriso
di verde e di frescura indefinita!
D'elci vestita e frassini giganti
saderge l'alta vetta
de la montagna; passan mormoranti
le alate brezze: ne la gola stretta
de' la valle precipita sonora non
vista una cascata...
Lasciatemi qui star tranquillo un'ora;
qui l'anima mi sento entusiasta!
Nel più opaco recesso portentosa,
dì zolfo olente, viva
qui si veda sgorgare silenziosa
da le rocce perenne una sorgiva
una sorgiva calda ad incolore
che al lavacro vinvita
e agli infiacchiti ridona il vigore
a' moribondi ridona la vita!
Lasciatemi sognare in questo
incanto di monti e di verzura,
de la cascata al fragoroso canto,
al soave alítar de la frescura ...
Del mondo un tempo fuggendo i
perigli qui vennero romiti
del Gran Basilio i benedetti
figli da questa quiete attratto la dolci inviti.
Che forse qui su' monti in su
la sera ne lestasi divina
de la piú pura e fervida preghiera,
in un nimbo di luce porporina
videro passeggiare sorridente
La Regina del Cielo,
che mostro nella valle la sorgente
di cui un popolo d'infermi accorre anelo?
Nessun lo dice: ma l'anima mia
sui boschi mormoranti
de la cascata e l'alta sinfonia
la Regina passar sogna de' Santi,
e di squilli i rintocchi di un
convento di miti cappuccini
in questa valle rivolar lo sento
In un mitico aleggiar di serafini
chiamata Salute de' languenti ...
Di questa valle c'era innamorata
la Regina di innumeri portenti?
Consacratela a Lei la salutare
sorgiva in questo eliso,
perché ne accresca le virtù
preclare col suo celeste
materno sorriso.
Tempo verrá che a schiere numerose
verranno i pellegrini
a Galatro ridente, ed ansiose
di questa valle agl'incanti divini.
e a le sorgenti chiederan la quete
e la salute: vanto
Galatro allor sarà dItalia e liete
rinforzeran queste montagne il canto!