GALATRO: Documento di
Tripodi (PdCI) sulla vertenza terme
La
regione non può affossare l’economia di Galatro |
||
Umberto di Stilo Il noto uomo politico ricorda che già due anni addietro i gestori delle terme galatresi furono costretti “a fare i conti con l’inerzia e il disinteresse dell’assessorato” e che adesso si sta riproponendo in una forma ancora più grave lo scampato pericolo di allora. “La decisione presa dal Commissario ad acta dell’Asl 10 di dimezzare da 400 a 200 mila euro la disponibilità finanziaria annuale per le prestazioni erogate dalle terme di Galatro – scrive Tripodi – rappresenta una misura fortemente penalizzante che, senza gli opportuni correttivi, porterà alla chiusura della stazione termale, al licenziamento dei 43 addetti alle terme ed aggraverà la crisi della piccola comunità, per la quale questo centro di cura rappresenta una delle principali fonti di reddito e l’unica vera occasione di sviluppo”. Di fronte ad una simile situazione il capogruppo al consiglio regionale del PdCI chiede al direttore generale dell’Asl 10 “di modificare la disposizione del commissario ad acta ed all’Assessore regionale alla sanità di procedere al rifinanziamento della voce di bilancio destinata all’unica struttura termale presente nel territorio della Piana, per ridare serenità ai lavoratori e certezze ali imprenditori”. Addentrandosi nell’analisi della situazione socio-economica del paese, Tripodi scrive che “la Regione non può affossare l’economia di Galatro, che tra l’altro da oltre trent’anni attente il completamento degli importanti lavori per la costruzione della diga sul Metramo, né può rendersi colpevole dello spopolamento dei paesi dell’entroterra che, come in questo caso, hanno individuato modalità e progetti per svilupparsi e si trovano davanti ad una Giunta regionale che “rema contro””. Quanto poi al risanamento dei conti dell’Asl, l’on. Michelangelo Tripodi ritiene che “non si debba perseguire attraverso tagli indiscriminati che danneggiano servizi sanitari qualificati e strutture di grande qualità e di sicura prospettiva, bensì dimostrando una reale volontà e capacità politica di colpire le spese inutili e immorali, nonché gli innumerevoli sprechi che da anni si registrano nei bilanci dell’azienda”. Il capogruppo al consiglio regionale del partito dei Comunisti italiani, conclude il suo documento affermando che “il territorio della Piana (già provato duramente dall’inefficienza del centrodestra regionale che non ha finanziato i progetti inclusi nel Pit, ha destinato altrove i finanziamenti del Patto Territoriale, ha deciso di trasferire a Lamezia l’interporto ed ha affossato qualsiasi prospettiva di sviluppo legato alla logistica nell’area portuale di Gioia Tauro) non può sopportare questa ennesima spoliazione, che di fatto finisce per avvantaggiare strutture termali di altre regioni”.
Per tutti questi motivi
il PdCI si schiera a fianco dell’amministrazione comunale di Galatro,
che sta rappresentando i bisogni e le aspettativa della popolazione, e
sostiene la lotta del sindacato che ha proclamato lo stato di
agitazione ad oltranza. Intanto, avendo l’amministrazione avviato la
trattativa con le forze istituzionali per la “correzione” del budget
ed il ripristino della cifra già deliberata a maggio, l’attività
termale continua regolarmente, nella speranza che la vertenza in
corso, presto si possa concludere positivamente, per i dipendenti e
per l’intera comunità. |
||
Galatro:
«GALATRO: Documento di Tripodi (PdCI) sulla vertenza terme. La regione non può
affossare l’economia di Galatro», di Umberto di Stilo, Gazzetta del Sud,
domenica 10 ottobre 2004, pag. 25 |