|
Umberto di Stilo
(N.B.: per vedere
le foto fai click sul
testo sottolineato)
GALATRO –
Le Terme tornano in primo piano. Da qualche giorno, infatti, è
diventata oggetto di discussioni, di commenti e di dibattito
consiliare anche la vecchia struttura per via della sua possibile
cessione in fitto a condizione che “i locali non vengano destinati ad
un uso concorrenziale con le attività svolte nelle nuove terme”. E’
legittimo operare per evitare che
la
centenaria e caratteristica struttura
vada in rovina a causa
del persistente inutilizzo e di una incontrollata “azione di vandali
che si divertono a rompere vetri ed infissi per introdursi all’interno
e danneggiare il fabbricato e le cose ancora rimaste dentro”, come ha
dichiarato il sindaco Papa nella sua relazione introduttiva ai lavori
consiliari. Per fermare lo stato di abbandono del fabbricato, però,
non necessariamente bisogna continuare a percorrere la strada della
cessione a privati. Forse basterebbe un progetto che, mirando alla
completa salvaguardia dell’ottocentesca, originale struttura preveda
anche una sua possibile utilizzazione nel vastissimo comparto
turistico-culturale. A tal proposito il consigliere Mario Lucia, nel
corso dei lavori consiliari, ha proposto che il comune studiasse la
possibilità di istituire proprio in quel fabbricato, che in concreto
costituisce la memoria storica del plurisecolare termalismo galatrese,
un museo storico delle attività termali. La proposta, però, non è
stata accettata perché la “cultura e la memoria storica non smuovono
di un solo millimetro la macchina elettorale fatta ancora di
clientelismo e piccoli compromessi”. Il guaio è che neppure i
componenti la maggioranza sanno come utilizzare al meglio quel vecchio
fabbricato. Anche per questo, i consiglieri Lucia e Sollazzo avevano
chiesto di rinviare la discussione (e, quindi, ogni decisione in
merito) e di ritornarci dopo che sull’argomento era stata investita
un’apposita commissione. Il consigliere Nicola Sollazzo, inoltre,
dichiarava che la riunione era da considerare illegittima perchè il
consiglio comunale, disattendendo all’art 18 dello statuto ed all’art
10 del regolamento, non ha ancora proceduto alla formazione delle
Commissioni permanenti, una delle quali avrebbe dovuto discutere anche
sullo specifico argomento.
Secondo quanto stabilito
dallo statuto le commissioni comunali permanenti avrebbero dovuto
essere costituite nella prima riunione consiliare successiva a quella
di insediamento della nuova amministrazione; cioè, circa tre anni
addietro.
Da parte sua il vice
sindaco Cuppari ha sostenuto che la costituzione delle commissioni
consiliari “è una opportunità e non un obbligo” prevista dallo statuto
comunale perché, anche se fossero state operanti, le decisioni finali
e vincolanti per l’Ente sarebbero state quelle assunte dal consiglio
comunale.
Comunque, i consiglieri
Lucia e Sollazzo, eletti nella lista “pala con spighe”, convinti della
illegittimità della seduta hanno abbandonato l’aula consiliare e,
successivamente, hanno indirizzato una lettera al Prefetto per
segnalare l’inadempienza che, a loro giudizio, “viola i principi di
democrazia interna al consiglio e disattende il rispetto delle regole”
pregandolo di “intervenire con la Sua autorità legale e morale a far
sì che i momenti di democrazia partecipata all’interno del Consiglio
comunale di Galatro vengano rispettati”. I due consiglieri hanno anche
chiesto al Prefetto di essere sentiti.
|
|