GALATRO: LE TERME DI S. ELIA

 

Galatro / Anche se il consiglio comunale ha approvato il bando di gara

Terme, non mancano le proteste

 

Per l'approvazione del bando di gara per la gestione delle nuove terme e delle annesse strutture alberghiere, tutto secondo copione. O quasi, giacché anche se come ampiamente previsto, il documento è stato approvato, nel bel mezzo dei lavori consiliari s'è registrato il classico colpo di scena.

A confezionarlo non hanno provveduto i consiglieri di questo o quel gruppo, bensì quattro cittadini, già proprietari delle terme, che, ricordandosi di una precisa clausola a suo tempo fatta inserire nell'atto di vendita con il quale veniva sancito il passaggio di proprietà della loro struttura termale al Comune, hanno indirizzato al sindaco e ai consiglieri una lettera per rivendicare il loro diritto di prelazione. 

I cittadini presenti alla riunione sono venuti a conoscenza dell'esistenza della lettera del consigliere d'opposizione Carmelo Romeo (capogruppo del Cdu); che su di essa ha soffermato la sua attenzione tanto da indurre il vicesindaco, prof. Giovanni Papa, a darne pubblica lettura. Si è così appreso che i signori Domenico e Orazio Curinga (figli del fu Francesco) e Domenico e Maria Francesca Curinga (figli di Serafino) tutti nipoti del defunto ex proprietario Carmelo Domenico Curinga, affermano che nell'anno 1976, quali eredi, comproprietari del complesso termale «S. Elia» sono stati «costretti (dopo minacce di esproprio e varie) dall'Amministrazione comunale del tempo a cedere al comune di Galatro il complesso, con la promessa, da parte dell'Amministrazione, che mai le terme sarebbero tornate a privati». Invece, osservano che «a distanza di anni l'attuale amministrazione decide, guarda caso, di affidare la gestione delle terme a privati, ignorando la clausola scritta sul contratto di cessione» secondo la quale «nel caso in cui il Comune decidesse di non procedere più alla gestione diretta è tenuto a interpellare prima di tutto i sottoscritti». A tal proposito fanno riferimento a quanto esplicitamente precisato nel contratto del 31 gennaio 1976.

E continuano asserendo che non vorrebbero che «dopo essere stati in passato, in qualche modo, defraudati di un bene così prezioso per le nostre famiglie e per le famiglie di Galatro, si debba oggi verificare la beffa di vedere arrivare alla gestione delle terme terze persone, sicuramente non di Galatro e, come sta succedendo, venga ignorata la clausola di cui sopra». Per questo motivo chiedono che «prima di intraprendere qualunque altra iniziativa, venga rispettato il contratto a suo tempo stipulato tra gli eredi Curinga e il Comune di Galatro e venga posta in essere l'opzione sopra citata, riservandosi in caso contrario qualunque azione legale a tutela del rispetto del contratto». 

Se, però, i Curinga con la loro lettera speravano di bloccare l'esame del bando di gara per la gestione delle terme, hanno fallito l'obiettivo perché il Consiglio, dopo una superficiale lettura del contratto a cui loro facevano riferimento, ha proseguito i lavori pervenendo all'approvazione del bando. 

Non lo hanno votato solo i due consiglieri del Cdu, perché, come ha dichiarato il capogruppo Romeo, «anche se soddisfatti della strutturazione del disciplinare di gara non erano altrettanto soddisfatti e convinti dei chiarimenti forniti sul documento degli eredi Curinga».

Oltre ai consiglieri di maggioranza, dunque, il bando di gara è stato votato dai tre rappresentanti della coalizione «Per Galatro», giacché il loro capogruppo avv. Pasquale Simari, suggerendo modifiche e miglioramenti sostanziali, in modo politicamente consapevole e responsabile, aveva dato un valido contributo all'allestimento di un bando che garantisce sia l'amministrazione che i cittadini. Lo stesso consigliere, nel corso del suo intervento ha dichiarato di essere favorevole alla «concessione» perché è la forma gestionale più «valida, utile e proficua per l'Ente». Quanto all'esclusione dei galatresi dalla gestione della struttura termale. 

In apertura di seduta l'assessore alle Terme, prof. Domenico Distilo, aveva ribadito che la scelta dell'amministrazione era stata determinata dalla ferma volontà di far uscire le terme galatresi dal solito bacino d'utenza perché solo così le acque termali, finalmente, potranno produrre il decollo dell'economia galatrese e del comprensorio.

 Da parte sua, il sindaco prof. Angelo Cuppari, dopo aver ringraziato il responsabile dei servizi termali perché ha provveduto ad approntare il bando di gara e il consigliere avv. Simari perché rifuggendo dalla facile demagogia ha suggerito diversi miglioramenti legislativi al testo, ha sottolineato che adesso «è quanto mai importante avviare per occupare» giacché in paese c'è grande sete di lavoro. Infine ha affermato che «è positiva la conclusione a cui si è giunti perché ha raggiunto l'obiettivo di fondo da sempre auspicato».


  Umberto Di Stilo
Gazzetta del Sud, 09/04/1999

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