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di Vito
Piepoli,
Responsabile Centro Internazionale Studi Sturzo -
Torino
Soddisfacente
la partecipazione alla conferenza del idente Palladino con
il dr. Palladino, presidente del Centro Internazionale Studi
Sturzo, presso il Real Collegio di Moncalieri (Torino) del
25 ottobre 2001
A
mio parere, le motivazioni c’erano tutte per non
partecipare all’incontro del 25 ottobre scorso,
giovedì sera, sulla Dottrina Sociale della Chiesa,
organizzato dal Centro Culturale del San Francesco del
Carlo Alberto, presso il Real Collegio a Moncalieri
(Torino). La giornata lavorativa all’indomani, il tema
poco popolare su cui si pensa già di sapere e dal quale non
ci si aspetta niente di nuovo, la solita severità del
termine dottrina che ormai non si addice più ai nostri
tempi, il latino dei titoli delle varie encicliche che le
fanno apparire per addetti ai lavori, come tra l’altro ho
riferito nel mio discorso introduttivo alla conferenza, ed
infine il personaggio di don Sturzo ritenuto purtroppo il
più delle volte ingiustamente “giurassico”, a detta del
relatore, il dott. Palladino. E né ci si poteva aspettare
che sul palco, autentica sorpresa e forse unica attrattiva
della serata, vi fossero tra gli altri oratori, oltre al
già citato presidente del Centro Internazionale Studi
Sturzo (C.I.S.S.) della sede centrale di Roma, associazione
da me seguita a Torino, anche il sindaco di Moncalieri,
espressione della sinistra con cui ben si sa
don Sturzo aveva poco da spartire.
Fatto è che contrariamente alle previsioni, di gente
se n’è vista parecchia e molto interessata a giudicare
dal dibattito che né è scaturito, risultando la sala
riempita ben presto da un centinaio di persone. E non si
può non dire che queste alla fine della serata in fin dei
conti non siano
state ben ripagate dalle sue novità.
Dall’affiancamento
dei due personaggi principali, come riferito prima,
portati subito a riflettere sul concetto cristiano di
persona da padre Bianchi, il barnabita che segue con
successo il Centro Culturale di Moncalieri ormai al suo
quarto anno di attività e dalla sconvolgente attualità di
don Sturzo. Egli soleva dire “ Devo tutto al Vangelo e
alla Rerum Novarum”, quindi alla Dottrina Sociale della
Chiesa. E Il dott. Palladino, nel suo intervento,
ci ha abilmente aperto il cuore a questo segreto, a
questo arcano, a questa “miniera”, a suo dire non
sfruttata da tutti noi cattolici, appunto tanto illustre, ma
ahimè tanto sconosciuta, parlando della sua esperienza
personale di figlio dell’esecutore testamentario del
sacerdote calatino, collaboratore più stretto negli ultimi
suoi anni.”Sono rimasto sconvolto da quello che mi ero
perso nel non aver iniziato prima della morte di mio padre
ad approfondire la Dottrina Sociale della Chiesa – ha
esordito - e ho provato un grande senso di frustrazione
perché come cristiano praticante avevo una miniera a
portata di mano, non utilizzata, non di teorie ma di
concetti concreti. Ma accanto a questa ho iniziato anche ad
inorgoglirmi nel credere ad una fede che ha potuto produrre
nel tempo dei documenti moderni per rendere la nostra vita
più piena, fatta ad immagine e somiglianza di Dio, quindi
cocreatrice, per produrre qualcosa di buono per sé e per
gli altri”. Ed ancora ha riferito della lotta tra capitale
e lavoro citando Leone XIII che invece ammoniva all’armonia,
unica soluzione possibile, pur giustificando Marx che
condannava il capitalismo dell’epoca scandalosamente
violento ricordando che i bambini morivano in fabbrica.
Anche don Sturzo seguendo la Rerum Novarum inserì con
armonia in diversi casi il lavoro nel capitale fino ad
arrivare nel 1920 per primo nel mondo a proporre l’azionariato
popolare. E se lo si vide diventare intransigente su alcune
cose lo si doveva al fatto che seguendo la Chiesa nel
sociale le cose andavano bene. Alla fine della serata, dopo
un vivace dibattito,
si è avuta la soddisfacente sensazione che l’illustre
Dottrina Sociale della Chiesa, fosse un po’ meno
sconosciuta e più interessante, per cui ci si deve
auspicare che a questi incontri ne seguano altri. D’altronde
è soltanto questa l’ambizione che muove il Centro
Internazionale Studi Sturzo,
rafforzata da alcune circostanze verificatesi in
concomitanza con la data della conferenza. Di queste ho
riferito ai presenti alla conferenza ed ora riferisco a voi.
Riguardano alcuni nostri fratelli nella fede che vivendo in
tempi diversi e seguendo le encicliche hanno raggiunto la
santità o stanno per raggiungerla, legandosi alla verità e
ad un sano realismo.
Il
26 ottobre (giorno successivo alla conferenza) nasceva
infatti nel 1828, San Leonardo Murialdo.
Egli soleva dire: "Gesù
Cristo è la via delle opere dell’uomo" - così
come, parole quanto mai attuali – “ Mentre il governo
secolarizza le scuole pubbliche e colpisce in tutti i modi l’insegnamento
libero e cattolico, riducendo con continui capziosi decreti
o sopprimendo gli stabilimenti educativi degli ordini
religiosi, è un opera santa e patriottica porgere aiuti e
mezzi alle nuove scuole cattoliche che sorgono per l’attività
di uomini di talento e di coraggio … la gioventù deve
essere educata secondo la volontà dei genitori e non
secondo quella dei governanti, perché i figli sono dei
genitori e non dello stato”.
Inoltre, mentre
noi si parlava a Moncalieri, nella parrocchia del Beato
Angelico in Crocetta a Torino, si trattava
del beato Pier Giorgio Frassati. Ricordiamo a tal
proposito che don Primo Soldi, parroco di Santa Giulia, nel
libro “Verso l’assoluto” ha scritto di lui : “Si
può dire che Frassati si
è impegnato in politica per la realizzazione di un solo
ideale: l’edificazione del regno di Cristo sulla terra”.
Ed in internet si legge sul beato: ”Ha coscienza che l’azione
caritativa non basta , che bisogna risolvere i problemi sul
piano dell’ordinamento sociale. Vede nel partito popolare
italiano, fondato da don Sturzo nel 1919, lo strumento
adatto per perseguire i suoi ideali”.
Tutto questo
dimostra che la Dottrina Sociale della Chiesa è l’unica
risposta reale ai bisogni veri dell’uomo, creatura divina.
La Chiesa quindi non fa la sua dottrina sociale per fare un
partito da imporre agli uomini e né tantomeno questo lo fa
il C.I.S.S. che nella sua azione divulgatrice e nei suoi
strumenti, conferenze e pubblicazioni (organo ufficiale è
la rivista Rinascimento Popolare), è apartitico.
Il coraggio e la verità della Chiesa nel porre la
propria identità è un aiuto per la crescita culturale e l’autenticità
umana di tutti noi cristiani, ma non solo. Anche per i non
cristiani un confronto aperto e critico con la tradizione
cristiana che tenga aperte e vive le vere esigenze
fondamentali dell’uomo è condizione fondamentale per la
loro crescita umana. Solo chi è privo d’identità teme l’identità
degli altri e si sforza di adeguarsi alla monotonia di un
mondo senza volto che non dice più nulla. Per cui come in
un messaggio pubblicitario, l’amore è ridotto a sesso e
la verità a convenienza. Non bisogna rifiutarsi di credere
e di desiderare di più accontentandosi di poco, per non
offendere coloro che non credono o peggio che non desiderano
più nulla.
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