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di Giorgio Vittadini
Invece di
commentare i risultati elettorali, facciamo un commento sui commenti. Perché
il teatrino della finzione? Perché autorevoli esponenti politici, il “meglio
del paese”, devono fingere? Perché arrampicarsi sui vetri, stizzirsi e
prendersela con i sondaggi? Perché fare alchimie e dire che si è guadagnato
per coprire una solenne batosta?
Anche i bambini capiscono che ha perso non solo Forza Italia ma anche il
Triciclo. Ma si pensa che la gente sia proprio cretina? Anche i bambini
capiscono che l’Ulivo non ha fatto il sorpasso che aspettava: l’Italia è
l’unico caso, insieme a Spagna e Grecia, in cui la coalizione di governo non
ha perso. Del resto il teatrino dei Pinocchi è analogo a quello di 10 giorni
fa in cui imbarazzati esponenti dell’Ulivo cercavano di dire che la mozione
dell’Onu non aveva niente a che fare con la richiesta di ritiro delle truppe
e che la liberazione degli ostaggi non era una vittoria del metodo della
coalizione. Cercavano di negare che ciò che avveniva smentiva Zapatero e
anche loro.
Perché non ammettere di aver sbagliato, come onestamente ha fatto Amato?
Perché, sulle elezioni, non fare come Berlusconi, che si è assunto la
responsabilità della sconfitta? Certo, ancora peggio sono i violenti, gli
irosi, quelli che sono pacifisti verso la loro parte e guerrafondai con gli
altri. Ne sono un esempio i comunisti italiani: la menzogna ideologica delle
loro dichiarazioni sull’Irak e sugli ostaggi sembra uscita dalla Romania di
Ceausescu.
In tutte queste vicende, nella gestione delle elezioni, nei successi contro
il terrorismo nazionale e internazionale, nei giudizi sempre puntuali
riguardanti la magistratura, colpisce l’onestà e l’amore alla verità del
ministro dell’interno, fedele collaboratore di Berlusconi ma, a differenza
di molti altri, pacato, intelligente, mai sopra le righe. Parla quando ce
n’è bisogno; agisce molto; dà fiducia a chi lavora con lui; dà sicurezza ai
cittadini; tratta secondo giustizia gli avversari. Ha chiarezza di identità
e di fede, coscienza del valore della civiltà occidentale, apertura ai paesi
mediterranei. Tutela la libertà di tutti nella difesa della libertà di
espressione di chiunque.
Il ministro Pisanu è l’interprete di un modo di fare politica antico e
moderno, nello stesso tempo. I suoi uomini hanno salvato l’Italia più volte
sia dagli eversori di sinistra che dai fondamentalisti islamici – forse già
uniti da un unico progetto – senza ricorrere a divieti illiberali. Non è
solo un uomo, ma un metodo: il metodo proveniente dai libri di Guareschi e
che può permettere all’Italia di affrontare le sfide del futuro.
Perciò 10, 100, 1000, Pisanu e nessun Rizzo e Diliberto. Pietà invece per
Gino Strada: gli ha sparato addosso persino la Croce Rossa e si è dovuto
rifugiare nello
Sheraton di Amman…
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Politica:
«Europee 12 - 13 Giugno 2004. Il metodo Pisanu, una sfida per il futuro.
Invece di commentare i risultati elettorali, facciamo un commento sui
commenti»,
di Giorgio Vittadini, Tempi 17 giugno 2004
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