Politica:


Europee
12 - 13 Giugno 2004

Europee 12 - 13 Giugno 2004

Il metodo Pisanu, una sfida per il futuro


Invece di commentare i risultati elettorali, facciamo un commento sui commenti
 

 

di Giorgio Vittadini


Invece di commentare i risultati elettorali, facciamo un commento sui commenti. Perché il teatrino della finzione? Perché autorevoli esponenti politici, il “meglio del paese”, devono fingere? Perché arrampicarsi sui vetri, stizzirsi e prendersela con i sondaggi? Perché fare alchimie e dire che si è guadagnato per coprire una solenne batosta?

Anche i bambini capiscono che ha perso non solo Forza Italia ma anche il Triciclo. Ma si pensa che la gente sia proprio cretina? Anche i bambini capiscono che l’Ulivo non ha fatto il sorpasso che aspettava: l’Italia è l’unico caso, insieme a Spagna e Grecia, in cui la coalizione di governo non ha perso. Del resto il teatrino dei Pinocchi è analogo a quello di 10 giorni fa in cui imbarazzati esponenti dell’Ulivo cercavano di dire che la mozione dell’Onu non aveva niente a che fare con la richiesta di ritiro delle truppe e che la liberazione degli ostaggi non era una vittoria del metodo della coalizione. Cercavano di negare che ciò che avveniva smentiva Zapatero e anche loro.

Perché non ammettere di aver sbagliato, come onestamente ha fatto Amato? Perché, sulle elezioni, non fare come Berlusconi, che si è assunto la responsabilità della sconfitta? Certo, ancora peggio sono i violenti, gli irosi, quelli che sono pacifisti verso la loro parte e guerrafondai con gli altri. Ne sono un esempio i comunisti italiani: la menzogna ideologica delle loro dichiarazioni sull’Irak e sugli ostaggi sembra uscita dalla Romania di Ceausescu.

In tutte queste vicende, nella gestione delle elezioni, nei successi contro il terrorismo nazionale e internazionale, nei giudizi sempre puntuali riguardanti la magistratura, colpisce l’onestà e l’amore alla verità del ministro dell’interno, fedele collaboratore di Berlusconi ma, a differenza di molti altri, pacato, intelligente, mai sopra le righe. Parla quando ce n’è bisogno; agisce molto; dà fiducia a chi lavora con lui; dà sicurezza ai cittadini; tratta secondo giustizia gli avversari. Ha chiarezza di identità e di fede, coscienza del valore della civiltà occidentale, apertura ai paesi mediterranei. Tutela la libertà di tutti nella difesa della libertà di espressione di chiunque.

Il ministro Pisanu è l’interprete di un modo di fare politica antico e moderno, nello stesso tempo. I suoi uomini hanno salvato l’Italia più volte sia dagli eversori di sinistra che dai fondamentalisti islamici – forse già uniti da un unico progetto – senza ricorrere a divieti illiberali. Non è solo un uomo, ma un metodo: il metodo proveniente dai libri di Guareschi e che può permettere all’Italia di affrontare le sfide del futuro.

Perciò 10, 100, 1000, Pisanu e nessun Rizzo e Diliberto. Pietà invece per Gino Strada: gli ha sparato addosso persino la Croce Rossa e si è dovuto rifugiare nello Sheraton di Amman
 

Politica: «Europee 12 - 13 Giugno 2004. Il metodo Pisanu, una sfida per il futuro. Invece di commentare i risultati elettorali, facciamo un commento sui commenti», di Giorgio Vittadini, Tempi 17 giugno 2004

 

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