Politica:


Bipolarimo

Big Pisanu.
E la politica dei Bianchi
Unni
 

 

di Giorgio Vittadini


Il bipolarismo italiano è proprio perfetto. Due esempi per tutti, rigorosamente bipartisan: la giustizia e i condoni.

Nessuno crede che i magistrati siano pazzi, nessuno demonizza la categoria nel suo complesso. Ma come si fa a pretendere che la gente creda che le tangenti e le illegalità siano responsabilità solo di una parte politica? Come si fa ad accettare che i singoli agenti di polizia, tanto generosi e validi, quanto maltrattati, da una parte siano chiamati ad obbedire ai loro capi, dall’altra vengano incriminati per avere obbedito? Come si può credere che siano bastati pochi black-bloc a mettere a ferro e fuoco una città ingentilita da tanti giovani seguaci di Gandhi? Nessuno contesta le inchieste in corso in politica e nell’ordine pubblico, ma anche i bambini oramai sanno che nel superlavoro delle procure basta decidere di dedicarsi di più a un’inchiesta che a un’altra per… Non c’è da stupirsi quando c’è tra gli stessi magistrati chi teorizza in scritti e convegni ufficiali l’appartenenza a una certa corrente politica (ma la magistratura non è un potere indipendente?) e una parte consistente dei politici, invece di attaccare l’incostituzionalità di alcuni comportamenti, li sostiene in ogni modo. Per l’ennesima volta evviva Pisanu che sa, con moderazione e precisione, stigmatizzare i magistrati “maramaldi” e i loro alleati politici faziosi, evitando attacchi isterici e controproducenti. Non è strano allora se, in questo clima, con la scusa di difendere la moralità, un mediocre parlamentare proveniente da una mediocre carriera in associazioni cattoliche, teorizzatore della separazione tra fede e politica, si permette di vomitare su un giornale ogni sorta di generiche e infamanti accuse su una parte consistente della Chiesa e del movimento cattolico italiano.

Ma se Atene piange, Sparta non ride: continua la legittimazione dei furbi e dei disonesti. Dopo tanti provvedimenti simili è annunciato il condono edilizio, che premia quella parte dell’Italia che distrugge le foreste, deturpa i fiumi, costruisce mettendo a repentaglio i suoli e non rispetta i siti archeologici. Non è strano allora se, a livello locale, parlamentari europei condizionano pesantemente certe istituzioni, manovrando per cambiamenti di piani regolatori, riduzioni di parchi o aumento delle cubature. Visto che mancano i soldi, perché non legalizzare la tasse su rapine, prostituzione, mafia, che darebbero gettiti definitivi?

Ma sbaglia chi pensa che la politica sia una cosa “sporca”. I politici proiettano semplicemente su schermo gigante il nostro vivere meschino: nel nostro piccolo siamo uguali, perché siamo tutti dentro a quella scristianizzazione di cui ha parlato il Papa in questi giorni. Loro e noi, difficilmente ormai diciamo che Dio non c’è, ma facciamo come se non ci fosse. Ci indigniamo se qualcuno lega cambiamento dell’io e vita pubblica perché per noi, anche per noi, il cambiamento dell’io, il desiderio di bene, la domanda e l’esperienza di una liberazione è, al massimo, un tema privato. Invece, è proprio nel vivere sociale che si manifestano gli esiti più nefasti della nostra immoralità personale. Anche se è scomodo bisogna ripetersi ciò che ci viene ripetuto dai profeti del nostro tempo: senza partire dal desiderio del nostro cuore e da chi vi risponde, non c’è né difesa dei poveri, né della libertà: rimane lotta per il potere fine a se stesso, puro ritorno alla barbarie.
 

 

Politica: «Big Pisanu. E la politica dei Bianchi Unni», di Giorgio Vittadini, Tempi,  Numero: 38 - 24 Settembre 2003

 

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