Galatro: |
Antonella |
di Carmelo
Cordiani A distanza di anni, da quando se n’è andata in silenzio, sorridente, con l’atteggiamento di chi non ha avuto il tempo di capire questa vita, tutti si chiedono ancora : “Perché?”. Dodici anni appena, con la faringe devastata dal cancro! “Qualche giorno, Dio, dovrà pure spiegarmi”, continua a dire la madre che, puntualmente, ogni sabato, va al cimitero a cambiare i fiori ed accendere il lumino. Una visita di silenzi, in cui parla solo il cuore della mamma alla sua bambina che, oggi, avrebbe diciannove anni compiuti. “Figlia mia, come ti senti? Scusami se ho fatto tardi, oggi. Sai quante altre cose devo fare!” “Non importa, mamma. Lo so che ti affatichi. Devi riguardarti. Non mi sento bene quando so che ti stanchi e soffri. Devi farlo per me. Tu stai ancora chiedendoti: “Perché?”. Smettila. Non puoi capire. E’ sempre troppo presto. Sette anni sono un nulla. Sapessi com’è piccolo il mondo visto dal Cielo! E come sono sciocche le vostre cose! Si, ti capisco. Ma devi aver pazienza. Un giorno capirai. Non prendertela con il buon Dio. Non c’entra. Dio è un Padre e vuole bene. Le azioni degli uomini sono un intreccio tanto confuso. Quando mi portarono via da casa, volevo dirti di non piangere. Ci provavo, ma la parola non mi usciva. Ti ricordi? Come promesso, mi sono presentata nel tuo primo sogno. Ma eri così sconvolta che non hai capito cosa ti ho detto. Il male è subito sparito. Mi hanno tolto le bende e non c’era più niente, nemmeno una piccola cicatrice. E, poi, quella mano!...Una mano sicura. La stessa mano che, un giorno, stringerà la tua e quella di papà.” La mamma guardava negli occhi la sua bambina ritratta al centro della lapide e capiva che le cose stavano esattamente come le diceva quell’innocente. Non poteva essere diversamente. “Si, hai ragione, rispondeva. Ma come faccio a convincermi? Sai, ogni tanto guardo i tuoi vestitini. Sono sempre al loro posto, puliti e stirati. Anche la tua stanzetta è quella di sempre, con il libro ancora sul tavolo. Ricordi? Stavi leggendo...” “Piccole donne”, la interruppe Antonella, “ e me lo aveva regalato Paoletta per il mio compleanno. Ma io ho continuato a leggerlo, quella stessa notte che rimasi in casa, mentre tu e tutti quelli che mi vegliavano piangevate. Sai quante volte sono ritornata nella mia stanzetta da quel giorno?” “Quante volte? Dimmelo”. “Ogni
giorno, rispose. Ogni giorno ci vengo. Hai visto? |