Il pacifismo utopico |
I rischi del
pacifismo utopico |
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di
Lucetta Scaraffia, C'è una frase pronunciata domenica scorsa da Giovanni Paolo II che molti giornali non hanno evidenziato: quella con cui ha ribadito d'essere consapevole che non è possibile chiedere «la pace ad ogni costo». La differenza fra l'atteggiamento del pacifismo cristiano e quello dei pacifisti a oltranza è proprio questa: il primo sa che è impossibile far sparire il male (e perciò anche la guerra) da questo mondo, ma ritiene indispensabile adoperarsi per allargare la pace, prendendo posizione caso per caso, secondo quanto la coscienza cristiana detta. Alcuni esponenti pacifisti, invece, credono realizzabile una società senza guerra, facendo così appello a quella tensione verso l'utopia che ha animato l'Occidente negli ultimi due secoli: tutte le utopie politiche nate dopo la rivoluzione francese, infatti, hanno promesso un mondo in cui si sarebbe realizzata l'eguaglianza fra le classi (il socialismo) e fra i sessi (il femminismo) e dove non ci sarebbe stata più guerra. Questa tensione utopistica è frutto della secolarizzazione, ha radici nell'illuminismo e nelle teorie di Jean-Jacques Rousseau, che credeva nella purezza e bontà dell'essere umano originario, non "contaminato" dalla società. La Chiesa, invece, ha sempre ricordato che l'uomo nasce con il peccato originale e che quindi la realizzazione di giustizia e pace assolute in questo mondo non sarà mai possibile. Il dogma dell'Immacolata Concezione, proclamato nel 1854, in piena stagione di utopismi politici, ci ricorda che tutti nasciamo con il peccato originale, quindi imperfetti e incapaci di realizzare il paradiso in terra. Proprio per questo la Chiesa non s'è mai fatta travolgere dalle diverse utopie politiche e noi, visti i disastri da esse provocati, non possiamo che riconoscere la sua lungimiranza. Così la predicazione instancabile della Chiesa in favore della pace è contro la guerra, ma in una lucida consapevolezza che evita l'illusione d'un mondo perfetto. |
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Pace: «I rischi del pacifismo utopico», di Lucetta Scaraffia, Avvenire - Sabato 22 marzo 2003 |