Pace |
«La messa cantata di Cofferati» |
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di Renato Farina,
Hanno un potere malefico i
signori della sinistra. Si siedono sulla pace e la cavalcano, la portano
dove vogliono loro. E trascinano dietro in questo giro della morte coloro
che hanno la cattiva idea di fidarsi di loro. Per questo alla fine il corteo
pacifista di sabato si è risolto in un danno pazzesco per la pace, diventata
uno degli ingredienti per la torta che festeggerà il trionfo di uno come
Sergio Cofferati alle prossime elezioni. Esagero?
C’è una frasetta tremenda del
Cinese nell’intervista che ieri ha scritto Aldo Cazzullo per la Stampa: Gli
deve essere scappata. Eccola:
«La fortissima presenza di
cattolici, che si era già vista a Genova e a Firenze,conferma che la
sinistra può aggregare altre forze quando ci sono valori comuni».
Quello che era palese a chi ha percorso la piazza, qui è enunciato come una
bella cosa. La sinistra ha egemonizzato i cattolici, se li è pappati senza
nessuna fatica. Non è la pace che aggrega, ma la sinistra. Chiaro no? Del
resto, le idee astratte hanno sempre qualcuno che dà ad esse un senso molto
pratico: Cofferati è ancora più analitico. Non la sinistra in generale, ma
proprio la sua: quella no global e movimentista. Basti notare la citazione
dei due appuntamenti dove sono confluiti i cattolici. Mica vanno da D’Alema
o da Fassino, ma da lui. Tanto più che
la “sintesi” della
manifestazione è roba sua e di Gino Strada:”No alla guerra, senza se e senza
ma”. Non c’entra nulla
coi riformisti, è pacifismo assoluto.
Povere suore che mettevano la
bandiera fuori dalle finestre, poveri parrocchiani e scout. Hanno goduto
sabato e domenica di un trattamento magnifico in tivù e giornali. Poi il
lunedì tocca alla gente che ha una pratica della vita: li adopera la
sinistra, senza che si salvi nemmeno un briciolo della loro possibile
originalità cattolica. I frati di Assisi offrono il cero a Tareq Aziz,
quelli di Roma lo porgono ai simpatici comunisti. Con Che Guevara, un
guerrigliero, a essere innalzato sugli altari al posto di Gesù Cristo. Che
la partita sia tutta a sinistra lo dimostra una letterina inviata dal
portavoce di Piero Fassino, dove si mostra la stizza del segretario diessino
per la cronaca della manifestazione della pace firmata dallo stesso
contesissimo Cazzullo:”Quanto scritto da Cazzullo è destituito da ogni
fondamento. Deve aver visto un altro corteo. Molti cronisti di altre testate
hanno sfilato con noi ed hanno riportato correttamente il clima di affetto e
di solidarietà attorno ai Ds e ai suoi dirigenti”. Cazzullo aveva scritto
semplicemente che quel giorno al centro degli affetti universali c’erano i
preti, le suore, Michele Santoro, Gino Strada e Sergio Cofferati.
L’operazione è riuscita meglio a questi due. E così si spiega l’irritazione.
Più che il successo del corteo gli importa la battaglia per chi comanda le
truppe. Povera colomba della pace finita in una gabbia così squallida. Se
prova a volar via l’ammazzano. Aggiungo una considerazione personale. Anche sull’altro versante, quello che fa riferimento alla Casa delle Libertà, i cattolici si sono lasciati colonizzare dalle considerazioni lucidamente cartesiane di chi è convinto della necessità di questa guerra, punto – e - basta. La colpa è certo anche della manifestazione che ha radicalizzato tutto. Ma possibile che nessuno del governo o degli intellettuali del centrodestra e filoamericani abbia sentito il bisogno di spendere una parola per difendere il Papa (non solo Wojtyla, ma anche Pio XII) dall’attacco senza precedenti tiratogli da Condoleeza Rice su Panorama a nome della Casa Bianca? |
Pace:
«La messa cantata di Cofferati», di Renato Farina, Libero 18 febbraio 2003