Memorare

di Pino Mulone

 

 

 

 

Le parole: sono suoni per coloro che non si impegnano,
 sono il nome di esperienze per chi le vive

 

  Memorare 2009
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sabato 30 maggio 2009
[dice] don Giussani citando Cesare Pavese: quello che cerchiamo nei piaceri è l'infinito, e nessuno potrà mai smettere di cercare questa infinità. E questa è la nostra esperienza: che possiamo avere tutto quello che vogliamo, ma non ci basta, e sempre più ci rendiamo conto che non ci basta. Perchè possiamo dire che non ci basta? Perchè è così oggettivo il criterio in noi, che ci rende evidente che quello che desideriamo è più grande di quello che noi riusciamo ad ottenere. Questo è il paradosso: che il nostro cuore è questo desiderio, ma noi siamo limitati e tutto quello che facciamo è piccolo, è limitato, è incapace di soddisfare questo desiderio dell'infinito. E per questo o c'è Cristo (Uno che viene da fuori e riempie il cuore ) o possiamo incominciare a piangere, perchè quello che desideriamo non c'è.
Juliàn Carròn
(cit. in << Dalla fede il metodo>> Esercizi della Fraternità di Comunione e Liberazione Rimini 2009 in www.clonline.org )
 

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sabato 23 maggio 2009
Noi tante volte confondiamo i nostri desideri parziali con il desiderio ultimo del cuore, tanto è vero che abbiamo il lavoro e non basta, ci sposiamo e non basta, abbiamo i figli e non basta. Perchè non bastano? Perchè quello che desideriamo - come dice Leopardi - è qualcosa di più grande. Questa è la nostra grandezza, e noi cerchiamo sempre di ridurre la nostra grandezza, perchè la nostra grandezza è la grandezza del nostro desiderio.
La vera grandezza dell'uomo, il vero paradosso dell'uomo è che, essendo limitato, desidera l'infinito.
Questo è quello che non capiamo, amici.
Se noi non capiamo che quello che desideriamo è l'infinito, ditemi: perchè dovremmo essere cristiani, perchè dovremmo perdere il tempo a stare qua?
Se noi non sperimentiamo che quello per cui il Mistero ci ha fatto è per riempirci di una felicità assolutamente al di là di tutte le nostre previsioni, perchè vale la pena essere cristiani.
Juliàn Carròn
(cit. in  <<Dalla fede il metodo>> Esercizi della Fraternità di Comunione e Liberazione  Rimini 2009 in www.clonline .org)
 

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sabato 16 maggio 2009
" [...] nell'ambito culturale occidentale, potrebbe venire in un futuro non troppo lontano il momento in cui le parabole e le immagini della religione qual è stata finora non possiederanno più alcuna forza di persuasione neppure per la gente semplice; allora, temo, anche l'etica finora vigente in breve tempo crollerà e accadranno cose di una atrocità che non ci possiamo neppure immaginare"". (Wolfgang Pauli).
Era il 1927. Quello che è successo dopo lo sappiamo tutti.
Juliàn Carròn
(cit. in Esercizi della Fraternità di Comunione e Liberazione. in
www.clonline.org
  ).
 
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sabato 9 maggio 2009
Noi apparteniamo a un movimento in cui don Giussani ha intitolato " Il rischio educativo" il metodo educativo. Come dicevo a un amico che apparteneva ad un altro movimento " la differenza tra il tuo movimento e il mio, è nel titolo del metodo educativo; il tuo metodo educativo ha come titolo del libro " Forgia di uomini", cioè lo bastoni finchè arrivi alla forma adeguata, il nostro è "Il rischio educativo" . A me interessa che noi capiamo questo, perchè se tu guardi la parabola del Figliol prodigo è il metodo del rischio educativo in azione. Il padre è buono, ha fatto tutto per il figlio,  ma non può evitare che ad un certo momento il figlio si intestardisca e che si metta in testa che sta perdendo la vita e che  la forma migliore per non perderla è di andare via a fare i cavoli propri.. Questo per tanti padri, [...] ti puoi immaginare quanto è stata grande la sofferenza. Tanto è così che quando il padre ha accolto il figlio, dopo averlo aspettato nella sofferenza, il figlio [maggiore] si arrabbia: " non sarebbe stato meglio bastonarlo ?" e questo facciamo fatica a capirlo. Mi spiego? Allora questo è per immedesimarci nel metodo che Dio ha messo in atto creando l'uomo così. Se lo sarebbe potuto risparmiare con un piccolo cambiamento: non avendolo fatto libero, un cambiamento da niente.... Avrebbe risposto nel modo che si aspettava ma noi non saremmo liberi. Tante volte quello che ci scandalizza e che facciamo fatica a capire è la libertà.
Juliàn Carròn
(cit. in SdC del 29 aprile 2009- da appunti non rivisti dall' Autore)
 
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sabato 2 maggio 2009
<< Sei arrivato a casa tua/
E adesso vorresti sapere a che cosa serve essere lì seduto,/
A che cosa serve essere seduto come un naufrago/
Tra le tue povere cose quotidiane,/
Sì, anch'io vorrei sapere/
A che cosa serve un focolare che mai è stato acceso>>
Luis Rosales
[...] E' la rassegnazione in mezzo a quello che ogni giorno ci riempie di noia, come se fossimo dei naufraghi che si accontentano di sedersi lì, ma consapevoli dell'insufficienza di una casa che non serve più come luogo dove la vita è accolta, perchè somiglia a un focolare che mai è stato acceso.
La noia sta a indicare una rinuncia al desiderio che richiama l'attesa di quell'avvenimento per cui siamo nati.
Jesùs Sanz Montes
(cit. in " Il cammino della speranza - Dalla noia al desiderio" pag.55 ed. Marietti  € 10)
 
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sabato 25 aprile 2009
Stacchiamo sempre il segno dalla sua origine: allora i segni non  ci confermano  che Egli è all'opera, ma sono segni che poi possono sempre venire meno. Invece Egli è all'opera, e perciò sarà Lui a preoccuparsi di darmi altri segni, di farsi vivo ancora in altre modalità, di venire fuori perchè è Lui l'unico che ha detto: << Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo >>. Questo non è un nostro problema, ma Suo, capite? Rilassatevi: c'è! Rilassatevi, ragazzi. Possiamo dire in continuazione <<Cristo>>, <<Il cristianesimo è un evento>>, ma quando parliamo, in fondo, pensiamo che lo produciamo noi. E' la riduzione etica del cristianesimo. O, detto in altro modo, ancora siamo al senso religioso ridotto a quello che noi dobbiamo tenere in piedi, come se dovessimo sostenere il mondo, capite?  Per questo siete sempre stanchi: dovete sostenere il mondo! Rilassatevi, andate a dormire in pace, che a sostenere il mondo ci pensa Lui! Sono battute, ma sono battute che hanno dentro tutto lo spessore che ci dice qual è il lavoro da fare.
Juliàn Carròn
(cit. in "Che cosa introduce veramente al reale? Un fatto presente" in www.clonline.org )

 
@ sabato 18 aprile 2009
[...] per noi l'educazione cos'è? Fare lezione agli altri? Ma l'educazione, come ci ha detto don Giussani, è la comunicazione di sè, cioè del proprio modo di vivere il reale. E noi possiamo educare, se per primi accettiamo la sfida del reale in ogni cosa, anche in chi non è d'accordo, anche in chi obietta, perchè anche lui ci è dato. Perchè ti è dato chi ti obietta? Perchè tu possa cercare di dirlo in un altro modo,  di esprimerlo più intensamente, di renderlo più presente, di testimoniarlo più potentemente. Se questo ci blocca, la partita è finita. Se invece io lo percepisco come il contributo che lui dà, anche obiettando alla modalità con cui io posso entrare di più nel rapporto col Mistero, entrare di più in tutto, allora tutto mi è amico: il reale è mio, non perchè lo dico in modo formale, ma è mio perchè io riconosco il contributo che questo reale dà a me.
Julià Carròn
(cit. in " Che cosa introduce veramente al reale? Un fatto presente" in www.clonline.org)
 
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sabato 11 aprile 2009
[Scrive ] Pascal:<< Con che ragione vengono a dirci che non si può resuscitare? E' più difficile che ciò che non è mai stato sia o che ciò che è stato sia ancora? E' più difficile essere o ritornare ad essere? L' abitudine ci fa sembrare facile l'essere; la mancanza di abitudine ci fa sembrare impossibile il ritornare ad essere. Che modo ingenuo, popolare di giudicare! >>. [..] Parafrasando una battuta di Chesterton potremmo dire: se bisogna credere a qualcosa che non si vede, ma mostra di esistere col produrre effetti, pare più sensato credere all'esistenza di Dio e alla presenza viva di Gesù risorto, che a quella di un microbo. Anche perchè gli effetti dell'azione nel primo caso sono un pò più visibili e interessanti di quelli del microbo.
Antonio Socci
(cit. in "Indagine su Gesù" pag.256 ed.Rizzoli € 18,50)
 
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sabato 4 aprile 2009
Il compimento della vita di ogni persona non si raggiunge con il compimento di alcune leggi morali o la conoscenza di una dottrina; è possibile nell'incontro con Gesù di Nazaret, che è ancora vivo e presente nella Chiesa. Da questa certezza nasce la resistenza dei cristiani a riporre la loro fiducia in una realtà diversa da quella del Mistero fatto uomo in Gesù. Per questo, fin dagli inizi, il cristiano non ha altro criterio di giudizio e comportamento che non sia l'amore verso Gesù Cristo. E ciò che lo caratterizza è soprattutto l'appartenenza a quella realtà umana generata dal mistero della presenza di Gesù in essa, che viene chiamata Chiesa.
Josè Miguel Garcìa
(cit. in: "Il protagonista della storia - Nascita e natura del cristianesimo" pag.433. ed.Bur-Rizzoli € 11)
 
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domenica 29 marzo
Si chiama fede l'intelligenza umana quando, rimanendo nella povertà della sua natura originale, è tutta riempita da altro, poichè in sè è vuota, come braccia spalancate che hanno ancora da afferrare la persona che attendono.
Luigi Giussani
(cit. in : Luigi Amicone: "Le avventure di un padre di famiglia" pag.141 ed. Vallecchi € 13
 
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sabato 21 marzo 2009
<< Dalla prima soglia da cui scatta l'azione dell'uomo, da cui parte la vita dell'uomo -  non dico cronologicamente quando si tratta di un bambino ancora nel ventre di sua madre o appena in fasce -, ma prima di ogni azione, a qualsiasi età, sulla soglia dell' azione, sulla soglia di ogni sua mossa, che desiderio anima l'uomo! "Un desiderio senza fine anelo" diceva il poeta. E sulla soglia, dall'altra parte, quando l'azione termina, quando l'azione finisce, se uno guarda indietro, se veramente uno si fermasse come su un'ultima soglia a guardare indietro: Dio mio che vuoto, che vuoto >>.
Luigi Giussani
(cit. in " Affezione e Dimora" nota di pag. 210 ed. Bur-Rizzoli)
 
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sabato 14 marzo 2009
[Il sacrificio] , non solo non è obiezione, ma è condizione per la realizzazione di sè. Per capire come mai è così, bisognerebbe essere Dio.
E' la tentazione che ha fatto crollare Adamo ed Eva e ci ha fregato tutti! Il non prendere il frutto era condizione per la loro realizzazione, e loro hanno detto: <<Ma non è possibile>>. E la menzogna si è insinuata e ha detto: <<Ma non è possibile! Se tu mangi tutto, se tu puoi mangiar tutto, allora sì che sei te stesso>>. Non mi spiego? E' proprio la natura del peccato originale lo scandalo, il ribellarsi al fatto che per realizzarsi occorre il sacrificio. Mentre Dio ha stabilito così, il Mistero ha fatto il disegno sull'uomo in questi termini: senza sacrificio l'uomo non si realizza.
Luigi Giussani
 (cit. in "Affezione e Dimora" pag. 146 ed. Bur-Rizzoli )
 
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sabato 7 marzo 2009
<<Vi auguro che abbiate ad incontrare un padre, abbiate a vivere l'esperienza del padre. Lo auguro a tutti i capi, a tutti i responsabili delle vostre comunità, ma anche ad ognuno di voi, perchè ognuno deve essere padre degli amici che ha lì; non dandosi un'aria di superiorità, ma con una certa carità affettiva. Nessuno, infatti, può essere così fortunato e felice come un uomo e una donna che si sentono fatti dal Signore padri e madri. Padri e madri di tutti coloro che incontrano>>.
Luigi Giussani
(cit. in: Massimo Camisasca "Don Giussani" pag.147 ed. San Paolo € 14)
 
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sabato 28 febbraio 2009
La fede è il riconoscimento di una Presenza, che consente all'uomo un'esperienza di corrispondenza così unica alle attese del cuore, da riconoscere che soltanto il divino può esserne l'origine.
Juliàn Carròn
(cit. in inserto di "Tracce" febbraio 2009)
 
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sabato 21 febbraio 2009
Per rendere plausibili i miracoli tutto ciò che bisogna fare è postulare l'esistenza di un Dio Creatore dell'universo, nient'altro. Di sicuro un Dio che ha creato le leggi naturali può anche sospenderle a proprio piacimento. E poi,
se non ci fosse violazione delle leggi naturali, non si parlerebbe certo di miracolo!
Allora Lazzaro risorse davvero? Forse si, forse no. Comunque, se Dio esiste, Lazzaro
potrebbe essere risorto. Maria era vergine? Potrebbe esserlo stata. Ci fu davvero la Resurrezione? Potrebbe esserci stata. Alcuni credono che queste cose siano vere, altri l'esatto contrario; entrambe le posizioni sono basate su una fede.
Rodney Stark
(cit. in "La scoperta di Dio" pag.385 ed. Lindau € 28)

 
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sabato 14 febbraio 2009
...sempre più vediamo che crolla davanti ai nostri occhi un mondo e che la gente è sempre più lontana. E come si riparte? Si riparte come è incominciato il cristianesimo, come è ripartito san Paolo. Tu puoi immaginare san Paolo, quando tutto il mondo pensava in un altro modo, arrabbiato per le strade dell'Impero Romano a portare Cristo? O era tutto entusiasta per quello che aveva incontrato, che gli consentiva di entrare nel reale, di affrontare tutto con la presenza di Cristo, in modo tale da verificare che cosa succedeva nella propria vita? O san Benedetto? Erano persone che vivevano una situazione come pian piano noi stiamo vivendo. Possiamo arrabbiarci con il mondo perchè non è secondo i nostri pensieri, dire semplicemente che non hanno ragione. Oppure è come dice Pèguy: Gesù non ha perso tempo rimproverando il mondo perchè era cattivo. Tagliò corto: fece il cristianesimo..[..]
Juliàn Carròn
(cit.in Esercizi degli universitari di Comunione e Liberazione. Rimini, Dicembre 2008
 
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sabato 7 febbraio 2009
Quando è arrivata la Passione anvhe loro Lo hanno abbandonato. Perchè? Perchè il grande problema del male è che fa male. E qual è il male che fa il male? In che modo il male, il dolore, la sofferenza, fa male? Noi lo vediamo: basta che uno tra di noi ci ferisca in un rapporto, subito sentiamo come un distacco da lui. Vero? Cominciamo a sentire la separazione. Questo è il male che fa il male, capite? E noi come lo vediamo? Che appena il male entra nella nostra vita e ne supera la misura, si introduce come una diffidenza, un radicale sospetto verso la bontà del Mistero. Noi non abbiamo problema con l'esistenza del Mistero, ma a un certo momento, quando arrivano queste circostanze....L'introduzione di questo sospetto è il male più profondo che fa il male.
[...]. Perchè quando le situazioni dolorose non cambiano e non si risolvono, non è tutto un grande inganno? Che cosa significa che il dolore e la prova sono il modo attraverso cui il Mistero si fa presente?
Juliàn Carròn
(cit. in Esercizi degli universitari di Comunione e Liberazione. Rimini, Dicembre 2008)
 
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domenica 1 febbraio 2009
Noi, come tanti nostri contemporanei (perchè siamo nati in una circostanza storica precisa ), abbiamo un concetto di ragione come misura, e quando la realtà ci sfida al di là di questa misura noi cediamo; e così la ragione - che è questa energia di penetrare, di addentrarsi nel significato -  è ridotta, è mutilata, è come separata dal suo motore affettivo, che è il desiderio di scoprire la verità. Se accettassimo questo e rinunciassimo ad addentrarci nel significato, noi soffocheremmo. Lo vediamo in tanti compagni che sembrano aver fatto l'opzione per una vita più semplice, non lasciandosi colpire dalla provocazione del reale. Guardate voi se i vostri compagni vivono meglio: guardate!  Non abbiate paura di guardare: guardate se per loro la vita, così, è più piena!
Il Mistero come fa? Come fa a lottare contro questa misura che ci soffoca, che rende la vita una tomba? Come il Mistero ha cura di noi? Il Mistero ci viene incontro attraverso il reale.
Jiuliàn Carròn
(cit. in Esercizi degli universitari di Comunione e Liberazione. Rimini, Dicembre 2008)
 
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sabato 24 gennaio 2009
La tristezza perchè accade? Perchè ci manca qualcosa, è il segno che ci manca qualcosa, no? Un bene assente. E questo perchè? Perchè dopo una serata bella può esserci questa tristezza? Perchè questa tristezza è il segno della tua grandezza, della mia grandezza: siamo così grandi, siamo così fatti per l'infinito, per la totalità, che la festa non ci basta. Ed è a volte quello che ci stupisce, perchè è come se noi volessimo che il Mistero ci avesse fatti un pò meno grandi e che potessimo accontentarci di un pò meno. E' come se ci venissero i brividi davanti a questa grandezza così sconfinata e volessimo ridurla. Invece capisci che questa tristezza è il segno della nostra grandezza?
Juliàn Carròn
(cit. in: Esercizi degli universitari di Comunione e Liberazione. Rimini, Dicembre 2008 )
 
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sabato 17 gennaio 2009
Noi trattiamo gli altri mutilando normalmente la loro storia [...]. Tendiamo a ridurre la storia dell'altro ai nostri criteri e alle nostre misure, al nostro stato d'animo quindi, alla nostra convenienza, alla nostra valutazione delle cose. Tendiamo a ridurre  la storia dell'altro a questo e tendiamo a mutilare la personalità dell'altro, perchè sottolineiamo quello che ci interessa, quello che corrisponde, e quello che non corrisponde e non ci interessa non lo guardiamo, oppure abbiamo una rabbia contro. Vale a dire, è la strumentalizzazione dell'altro. Questo è il primo colossale e permanente peccato nei nostri rapporti: la strumentalizzazione dell'altro.
Luigi Giussani
(cit. in "La familiarità con Cristo" pag. 65 ed. San Paolo € 14,50)
 
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sabato 10 gennaio 2009
..<<sarebbe illusorio pensare di capire adeguatamente ciò che è il cristianesimo attraverso un esame della sua storia o attraverso una lettura diretta dei Vangeli, come fossero libri da cui attingere "motti" e notizie. Quello che è il fatto dell'Incarnazione si comunica oggi come duemila anni fa attraverso un incontro umano che ci rende contemporanei ad esso, come avvenne per Giovanni e Andrea, i primi
due che incontrarono Gesù>>Juliàn Carròn
(cit. in: Antonio Socci "Indagine su Gesù" pag. 320 ed. Rizzoli € 18.50)
 
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domenica 4 gennaio 2009
Se la mia vita è nelle mia disponibilità non solo di fatto ma di diritto, posso chiedere e ottenere di subire l'eutanasia. Sono io che giudico della dignità della mia vita, io che ho diritto di disporne, io che tengo in obbligo i servizi sanitari di corrispondere a questa mia volontà. Di qui non si scappa. [...].
Se cade il tabù dell'indisponibilità normativa della vita, come invalicabile barriera culturale di radice religiosa e non negoziabile, è aperta la via olandese.
Giuliano Ferrara
 (cit. in "Il Foglio" domenica 21 dicembre 2008 pag.I )
 

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