Memorare |
Nella sua inarrestabile corsa verso la compiuta soddisfazione il desiderio dell'uomo incontra drammaticamente il guado della morte, che è chiamato ad attraversare. Essa non è soltanto il misterioso passaggio obbligato che ci attende alla fine della vita terrena, ma è racchiusa fin da ora in ogni circostanza e in ogni rapporto.
E' l'esperienza
estrema dell'alterità nella quale l'io, staccandosi totalmente da sè,
prova la vertigine del perdersi. A questa vertigine noi non sapremmo
reggere neppure un istante se, nel buio del guado, non potessimo
riconoscere la voce di Uno che ci aspetta. Solo
così la morte - quel «passare all'altra riva» -
non è più l'annichilimento di sè, il precipitare nel nulla, ma
l'abbandono fiducioso alle braccia del Padre. |
Memorare:
«La morte non è più l'annichilimento di sè, il precipitare nel nulla, ma
l'abbandono fiducioso alle braccia del Padre»
- Don Angelo Scola, cit. in Uomo - Donna. Il
"Caso serio" dell'Amore, pag. 27 ed. Marietti - a cura di Pino Mulone