Meditazioni

Non "mercanti" di religione, ma "sentinelle" del messaggio del Signore

 

di Vincenzo La Gamba

In tutto il Nuovo Testamento, questo é uno dei pochi brani evangelici in cui si legge di Gesù che perde la pazienza. Qui, Gesù é veramente vinto dalla collera e da uno stato di nervosismo inusuale.

Avrà avuto le Sue buone ragioni? Certamente. Anche se Gesù non avrebbe dovuto perdere le staffe, ma, proprio in quel preciso momento, ha evidenziato tutta la Sua umanità, cioé é diventato uno di noi, che agiamo, spesso e volentieri, in quel modo, nel nostro quotidiano. 

A Gesù é capitato solo una volta nella Sua esistenza terrena. Ma aveva mille ed una ragione. Immaginate: il Tempio di Gerusalemme, luogo di preghiera era diventato luogo di commercio, invaso da venditori di animali per il sacrificio di buoi, pecore e colombe. A questi si aggiungono i cambia-monete che fornivano il denaro legale per pagare l'imposta del Tempio.

Gesù, di fronte a tanta irriverenza e scempiaggine, fece una sferza di cordicelle e cominciò a scacciare i primi mercanti, rovesciando i tavoli ove operavano i cambia-valute.

Ebbene. I giudici di allora chiesero a Gesù ragione della Sua condotta di ira e di collera. Gesù rispose loro con questo enigma: "Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere".

Anche questa volta Gesù ha voluto dare ai giudici una risposta enigmatica, che enigmatica a noi non é, sapendo che Gesù quando parlava del Tempio si riferiva al Suo corpo e riferendosi al terzo giorno dopo la Sua morte, voleva significa il giorno della Sua Risurrezione.

Come avrebbero dovuto sapere i giudici di tutto questo, se Gesù, da loro, non era considerato il Messia?  Ed anche se lo avessero accettato come Messia, non era per loro concepibile che un Messia, potesse morire sulla Croce.

Il messaggio di questa domenica é questo: tutte le religioni hanno avuto, hanno ed avranno sempre un luogo sacro in cui congregarsi. Tutte le religioni hanno quindi una Chiesa, un Tempio, un Santuario, una Sinagoga od una Moschea.

In questi luoghi sacri, si adempiono delle funzioni di carattere religioso, luoghi, quindi, che sono segni della presenza divina; luoghi della convocazione del popolo, dove si entra in comunione con il mistero, costituito dal mondo del sacro.

Noi cattolici credenti, battezzati nello Spirito di Gesù, siamo noi stessi il Tempio di Dio. Ed é molto importante rimanere sempre nella grazia del Signore.

Non é, dunque, entrando in Chiesa, che ci rende cristiani credenti, ma é importante esercitare il nostro spirito di cristianità non solo dentro, ma fuori dal Tempio. Dentro, pregando. Fuori, operando per la preghiera, imitando Cristo nel Vangelo e i Suoi insegnamenti.

Solo così non saremo mai "mercanti" di religione, ma "sentinelle" del messaggio del Signore, perché c'é di bisogno di trasfondere il culto nella vita e la vita nel culto, assumendoci la dimensione religiosa di tutta la nostra esistenza.

 

Meditazioni: «Non "mercanti" di religione, ma "sentinelle" del messaggio del Signore»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York,  Domenica 15 Marzo 2009, III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)

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Domenica 15 Marzo 2009, III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)

Vangelo  Gv 2,13-25
Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere

 Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull'uomo. Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo.

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