Meditazioni

LA PREGHIERA INSTAURA L’INTIMO INCONTRO CON DIO

 

di Vincenzo La Gamba

Oggi é la giornata mondiale che la Chiesa dedica alla preghiera, che per chi ha fede é l'anello di congiunzione tra cielo e terra, tra i beni terreni ed il bene assoluto. E il modo universale per rendere grazie a Nostro Signore che é venuto qualche settimana "tra di noi" per la nostra salvezza e redenzione.

L' odierno Vangelo é uno di quelli che racconta una giornata intensa da parte di Gesù. La Sua giornata comincia con l' annuncio della Parola e l' ascolto delle persone, seguito dalle guarigioni, inclusa quella della suocera di Pietro. A sera tutto finisce e "Gesù scappa di nascosto per rifugiarsi nella preghiera".

Se c'é una cosa che anche a noi é concessa, é l' uso della preghiera, non solo a sera, ma in ogni momento del giorno e in determinati momenti della vita.

Da che mondo é mondo lo stress é sempre esistito e allora come ora la preghiera é motivo di relax spirituale, lo zenit del cordone ombelicale tra terra e cielo.

L' esempio di Gesù é un esempio da imitare. É lui che ci ha insegnato a pregare e prima di noi ai suoi discepoli che avevano sete di essere legati spiritualmente al Regno di Cieli. Il Padre Nostro é la preghiera per eccellenza. La preghiera é come il lavoro dell' uomo: é indispensabile. Fondamentalmente ci si rende utili a noi stessi ed agli altri. Nella società in cui viviamo la preghiera non rappresenta per la maggioranza dei credenti un impegno preciso, perché non tutti pregano all' inizio, durante o a conclusione di una giornata intesa di stress lavorativo. Addirittura alcuni non sanno nemmeno pregare o farsi il segno della croce.

Per nostro privilegio la preghiera ci viene ancora una volta proposta da Marco nel brano evangelico odierno: Gesù non vede l' ora di scappare e rifugiarsi nella preghiera. Non ci descrive perché, ma possiamo facilmente immaginare che Gesù, una volta assolto il compito terreno durante il giorno, si intrattiene nella preghiera notturna col il Padre, per stabilire quel contatto umano-divino, frutto di una missione ancora non rivelata ai Suoi Apostoli.

Per Gesù é la contemplazione la sorgente dell' azione, fine di ciò che ha fatto e principio di ciò che sta per fare.

Perché non lo é per tutti noi? Perché non tutti sono inclini alla preghiera? La domanda attuale é sempre la medesima nei secoli: perché pochi contemplano e ancor meno pochi pregano?

Sarebbe riduttivo rispondere che non é un obbligo pregare se non si sente dal di dentro di pregare per sé stessi e per gli altri. Se la preghiera fosse lavoro saremmo "costretti" a pregare perché é necessario lavorare per trovare il modo di guadagnare per pagare le spese mensili di mutuo, affitto, utilità, assicurazione e via di seguito.

Partiamo e concludiamo con questo principio. L' uomo, fatto ad immagine e somiglianza di Dio é solo se stesso quando sta davanti a Dio. Sarebbe quindi naturale pregare Dio per ringraziarLo e vivere nella gioia, nella verità e nell' amore.

Questo sarebbe un modo obbligato per instaurare un rapporto spiritualmente intimo con Dio, perché da un vero rapporto con Dio nasce il vero rapporto con se stessi, per se stessi e per gli altri.

La preghiera, ci suggerisce Gesù, é un misterioso ma intimo incontro con l' assoluto di Dio; é un silenzio che invade il cuore e dona la capacità di leggere la nostra vita in un diario d' amore con Dio.

La preghiera non é necessariamente legata ad un desiderio. Non é, dunque, un obbligo, ma é fondamentale per il cristiano, perché essa é il punto di approdo in Dio di ogni realtà cristiana.

 

Meditazioni: «LA PREGHIERA INSTAURA L’INTIMO INCONTRO CON DIO»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York,  Domenica 8 Febbraio 2009, V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

"http://digilander.libero.it/galatro.rc/"
 

Domenica 8 febbraio  2009, V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Vangelo  Mc 1,29-39
Guarì molti che erano affetti da varie malattie.

 Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Click qui per tornare indietro