Meditazioni

Tu sei il Mio Figlio prediletto

 

di Vincenzo La Gamba

Con l'odierno Vangelo, che è incentrato sulla festa battesimale del Signore ha culmine il periodo di Natale in cui è nato il Bambinello che ci ha fatto godere ore liete di gioia, di buoni propositi ma soprattutto di pace.

Nel momento in cui Gesù si fa "uno di noi" per la nostra salvezza si evidenzia un grande desiderio di ammettere i peccati e convertire i cuori, che significa non una garanzia ma un'opportunità per essere salvati dal peccato.

Il significato della divina parola che accompagna Gesù al momento del Battesimo è molto chiaro, cioè è il proclama secondo cui Dio diventa uomo e che il trono del nostro Salvatore si manifesta con l'amore sacrificale, che è quello che noi, con convinzione, promettiamo nel nostro rito battesimale. 
Il Battesimo è quindi l'evento più importante per noi Cattolici Romani. È, in sostanza, la promessa mantenuta, il principio della fine che sfocia nell'aurora dell'eternità.

Certamente si dirà che il Battesimo è un peso caricato dai genitori sui figli, non essendo quest'ultimi consapevoli di tale grande responsabilità. Ma non è così.

Il Battesimo è prima di tutto un dono, non un peso. Il Battesimo è il primo dei sette Sacramenti che la Madre Chiesa ci impone nel corso della nostra vita cristiana. È il primo sacramento chiamato della iniziazione (gli altri due sono la Comunione e la Cresima), quindi una vocazione alla fede cristiana, una predilezione così voluta da Dio verso i figli giovani che Egli ama alla stessa maniera degli anziani, ma con un certo riguardo proprio perché la fede si "radica" meglio nell'età giovanile.

Infatti Dio non comincia il Suo dialogo imponendoci degli obblighi ben definiti, ma comincia amando ed offrendo la Sua grazia attraverso Gesù.

È da questo amore e da questo dono che nasce in noi una risposta grata e dello stesso tono: amore e dono di noi stessi a Dio e ai fratelli nella Chiesa, alla quale siamo incorporati e nel mondo in cui viviamo.

Dobbiamo accettare, cioè, il nostro stato di battezzati, liberamente, coscientemente e gioiosamente.
Dobbiamo, infatti, ringraziare Dio anche per il battesimo che ci incorpora a Cristo, alla Sua morte al peccato e alla Sua Risurrezione alla vita nuova.

È necessario dunque morire con Cristo alla nostra condizione di peccatori, per assumere con Lui la nuova vita di figli amati da Dio.

Attraverso Gesù il progetto salvifico di Dio è già in cammino al ritmo della storia umana; e dalla missione di Cristo in solidarietà con l' uomo caduto c'è molto da imparare e da imitare.

Va rilevato, in ultimo, che quello che esprimiamo nella richiesta del "Padre Nostro": "Venga il Tuo Regno",  è opera di giovani in spirito, cioè di battezzati impegnati nella fede.

Quello che è molto più importante da rilevare è che Gesù, nel momento in cui viene battezzato da Giovanni il Battista, diventa un "Servo" del Signore, umile e mansueto, che compie e promuove la giustizia.  Nel Vangelo odierno il termine "Servo", che poi saremmo noi, è stato sostituito, in una rivelazione completa, con quella di "Figlio", nel momento in cui si aprono i Cieli, lo spirito di Dio scende in forma di colomba e la voce del Padre proclama a Gesù: "Tu sei il Mio Figlio prediletto".

 

Meditazioni: «Tu sei il Mio Figlio prediletto»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York,  Domenica 11 Gennaio 2009, BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO B)

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Domenica 11 Gennaio 2009, BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO B)

Vangelo  Mc 1,7-11
Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento
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 Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».

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