Si affrettino i genitori a presentare i loro figli al tempio
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di Vincenzo La Gamba
Oggi è la domenica riservata alla Sacra Famiglia: Maria Vergine,
Giuseppe e Gesù Bambino. È chiamata così perché è una famiglia
speciale. Per renderci conto di quanto sia speciale ricordiamo quanto scritto da Madre Teresa di Calcutta: "Se potessimo riavere Gesù nella nostra vita, soprattutto quello che Gesù, Maria e Giuseppe hanno vissuto a Nazareth e potessimo rivivere nelle nostre case un'altra Nazareth, penso che gioia e pace regnerebbero sempre in questo mondo". Certamente Dio ha mandato più di 2000 anni fa Suo Figlio per farLo crescere in una famiglia in cui regna l'amore. Cosa é cambiato dopo la nascita di Gesù Bambino? Quale é il senso della famiglia nella società d' oggi?
Un
legame stretto tra famiglia e la nascita di Gesù é pur rimasto
durante questi venti secoli. Lo abbiamo sperimentato in questi
giorni, quando in famiglia abbiamo festeggiato il Santo Natale, una
delle più tenere feste della Liturgia Cattolica. Celebrando a pochi
giorni di distanza la festa nella nostra comunità religiosa. A volte
si dice pure che le feste (ed in particolare il Natale) portano
ferite nelle "migliori" famiglie mettendo in evidenza un legame che
si rileva fragile e vulnerabile. Ma anche questi figli sono feriti dal Natale, assai più di quanto non dichiarino o lascino trasparire. L'essere estranei alla gioia e alla pace di questa tenera festa è per loro motivo di sofferenza: forse inespressa, inesprimibile, eppure vera.
Succede semplicemente che la famiglia e la casa sono paragonabili ad
un albergo, una pensione, un dormitorio, un carcere per tutti:
marito, moglie, genitori e figli. Sembra che regni lo smarrimento
della vita e delle cose. Anche Maria e Giuseppe sono smarriti, nel brano evangelico di questa domenica (Lc 2,22-40). "Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di Gesù", il loro figlio.
Eppure Maria e Giuseppe presentano quel figlio al tempio: sanno che
Dio è fedele alle sue promesse. Così, d'altronde, fece pure Abramo,
che offrì Isacco, il suo unico figlio, sapendo che Dio è capace di
far risorgere anche dai morti. Maria, Giuseppe, Abramo offrono i
loro figli a Dio, nella certezza che lui ricorda sempre la sua
alleanza.
E allora anche oggi che celebriamo la festa della Sacra Famiglia occorre che i genitori si affrettino a presentare i figli al tempio, cioè avvicinarli ai Sacramenti. Se poi questi figli e figlie sono cresciuti, e al tempio (quindi in Chiesa) non vogliono più andare, non si scoraggino: li portino ugualmente, mediante la loro preghiera e la loro fede, ma soprattutto li pongano ugualmente nelle mani del Padre, e attendano da lui con fiducia una benedizione. É il modo migliore di appartenere alla famiglia di Dio, alla comunità religiosa, al futuro spirituale di una generazione smarrita. Molte volte se i giovani non crescono nella fede può essere colpa dei genitori che esercitano il ruolo di "amici" dei figli più che di padre e madre. Una vera famiglia per essere tale deve essere "sacra" nella funzione e nel rapporto tra genitori e figli. Così come é successo a Giuseppe e Maria che "si stupivano delle cose" che la gente diceva sul conto del loro figlio, il quale poteva sempre contare sul loro amore di genitori.
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Meditazioni: «Si affrettino i genitori a presentare i loro figli al tempio», Vincenzo La Gamba - America Oggi, New York, Domenica 28 Dicembre 2008, SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE (ANNO B) | |
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