Allora vedranno il Figlio dell' uomo…
|
|
di Vincenzo La Gamba Oggi inizia l'Avvento: quattro settimane di preparazione al Natale. D'altra parte il Natale già si sente nell'aria: le vetrine si addobbano, si installano le luminarie nelle zona metropolitana di New York, anche se sarà un Natale austero (si pensa che sia così a causa della crisi economica). Sarebbe bello celebrare un Natale diverso dagli altri anni per cambiare le nostre scelte, scelte che potrebbero incidere nella nostra vita e possono darci un' emozione spirituale più che materiale. L' anno B del ciclo triennale delle Letture é l' anno di Marco. Eppure non si comincia dal paragrafo iniziale del suo Vangelo, ma si parte dal punto in cui terminerà la penultima settimana dell' anno, con l' annuncio del ritorno di Cristo: "Allora vedranno il Figlio dell' uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria". Vegliate e state all' erta, esorta Marco nell' odierno Vangelo. Ci dice di stare attenti a non addormentarci, a vigilare, a stare svegli, perché il Signore sta per tornare. Che storia è mai questa? Si, sono due le venute del Signore che aspettiamo: quella definitiva, nella pienezza dei tempi e quella nella storia di ciascuno di noi. Aspettiamo che torni, dunque, che concluda questa storia, come abbiamo celebrato domenica scorsa nella solennità di Cristo Re. Ma davvero lo aspettiamo? L'altra venuta del Signore che celebriamo è quella che ciascuno attende nella sua vita. La fede, lo dico spesso, è incontro personale con il Signore Gesù. Attenderlo significa percepire le sue molteplici presenze sul nostro cammino, ma il rischio è quello di addormentarsi; e in questo il nostro tempo è un gigantesco sonnifero: corriamo il rischio di vivere tutta la nostra vita nella dimenticanza, nella superficialità, nella fretta, ansiosi di trovare un pò di tempo per riposarci. All' inizio del nostro cammino ci pare che manchi qualcosa, poi ci accorgiamo, durante il percorso tortuoso della vita, che ci manca Qualcuno; e l' attesa si veste di presenza. Ed é la speranza, dopo l' attesa e l' attenzione, che riassume tutto il periodo dell' Avvento. Dove c'é pienezza di umanità, li c'é Dio. Ecco l' Avvento, il Cristo che sempre viene, il Cristo progetto e modello di umanità. Realizzare l' umanità di Cristo, é l' impresa più difficile. Ma sin da bambini abbiamo imparato da Giovanni che il Verbo si fa carne e l' Avvento é il periodo dell' Incarnazione di Gesù. Ma diciamo pure che l' uomo é già impresa divina. La prima parola del Vangelo é l' invito a vivere con attenzione: “State attenti". Il rischio di cui sopra é una vita addormentata, incapace di cogliere lacrime e profezie, di percepire il messaggio dell' Avvento. Mi piace ricordare che noi siamo come l' argilla e Gesù ci dà la forma. Noi siamo argilla, non tanto essere fragili o poveri, quanto piuttosto creature incompiute, ma incamminate verso forme più alte, l' umanità incamminata verso una pienezza. In quella pienezza c'é Dio. Una volta che riconosciamo che Dio si é incarnato per noi, solo allora riconosciamo che l' attesa non é più vana.
|
|
Meditazioni: «Allora vedranno il Figlio dell' uomo…», Vincenzo La Gamba - America Oggi, New York, Domenica 30 Novembre 2008, I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B) | |
|