Pianta nata in terra ma che fiorisce in cielo
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di Vincenzo La Gamba La commemorazione dei defunti cade quest' anno di domenica. Diciamo quindi che ci offre lo spunto di ricordarci della data del 2 novembre per fare una dovuta riflessione sulla morte. Lo spunto ce lo offre la prima lettura odierna, tratta dal Libro dell' Apocalisse: "Non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno. Le cose di prima sono passate.... le anime dei giusti sono nelle mani di Dio". Quindi abbiamo buone ragioni per affermare che i defunti sono in buone mani e che pertanto ricordarli ogni anno, come oggi 2 novembre, é una giornata speciale per noi più per chi non é più con noi. Vi siete mai domandati perché una giornata dedicata ai morti é in tutto il mondo più speciale della festa di Tutti i Santi, celebrata ieri? Solamente perché ci ricorda che noi viventi siamo "connessi" ai nostri morti, siano essi genitori, figli, parenti, amici, nonni. Questo giorno é impregnato di un sentimento religioso nel quale l' affetto ed i ricordi familiari si uniscono alla fede e alle speranze cristiane. Innanzitutto diciamo che oggi si celebra la vita e non la morte. La religione cattolica cristiana non celebra il culto della morte, ma quello della vita. Questo mette in rilievo l' odierna liturgia della Parola con le sue molteplici letture e le orazioni della Messa domenicale. Tutto oggi ci parla di Risurrezione e vita: il riferimento onnipresente é la Risurrezione di Cristo. Fondamentalmente la visita al cimitero, che nella sua etimologia significa "dormitorio", rinnova la memoria dei familiari che si "sono addormentati nel Signore", il quale ci ha assicurata che la vita non viene tolta a chi muore, ma viene loro "trasformata." Più di uno dei nostri fratelli cattolici (forse non praticanti) si pone sempre questo interrogativo: "La morte é una fine od un inizio? Ci aspetta un' altra vita o il nulla? Sopravviviamo o siamo annientati? Alla fine del cammino c' è Dio o il vuoto più assoluto?" Anche il Sommo Dante si é posto degli interrogativi. Sentite: "A cosa serve la vita, se c' é poi la morte?". Ancora più inquietante l' altro suo interrogativo: "Perché veniamo puniti con la morte, se poi ci é concessa la vita eterna?" Perché? Perché? Non sottovalutiamo il fatto che la vita senza limite temporale é l' aspirazione più profonda che portiamo dentro. Siccome alla fine la morte ci vince sempre (perché é naturale morire ), allora noi ci sentiremmo intimamente frustrati senza una spiegazione soddisfacente di questo paradosso ed enigma che é la morte di un essere creato per la vita. La risposta che la Chiesa ci dà é imperniata tutta sulla fede. Vale la pena ricordare che per la fede cristiana é fuor di dubbio il valore della vita dell' uomo. Ma, facendo un altro passo, il discepolo di Cristo identifica la vita futura (quella "trasformata" che equivale a quella eterna, per intenderci) in cui crede e che aspetta, con un essere vivo, personale ed amico che é il Dio di Nostro Signore Gesù Cristo e alla cui vita partecipa già adesso e continuerà a goderne nel suo destino futuro. Fondamento di tale credenza e speranza é la nostra fede, basata sugli atti salvifici di Dio per mezzo di Suo Figlio fatto uomo, Gesù Cristo, che morì e risuscitò per darci la vita e la salvezza eterne. Oggi, cari fedeli, é importante capire soprattutto una cosa su cui é basata tutta la nostra religione cattolica romana: la vittoria di Gesù sulla morte, cioé la Sua Risurrezione.
Per quanto riguarda le anime dei nostri defunti, non dobbiamo
veramente preoccuparci più di tanto perché come narra il testo del
Libro della Sapienza "le anime dei nostri cari sono nelle buone mani
del Signore". Il Signore é un Dio vivente perché ha vinto la morte.
I nostri cari che sono morti, sono stati come una pianta che é nata
in terra, ma che fiorisce meglio in Cielo. |
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Meditazioni: «Pianta nata in terra ma che fiorisce in cielo», Vincenzo La Gamba - America Oggi, New York, Domenica 2 Novembre 2008 - COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI | |
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