Date a Cesare quel che è di Cesare …
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di Vincenzo La Gamba "Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è Dio", è passata alla storia come una delle frasi più celebri, ricevendo interpretazioni diverse secondo epoche, percezioni e ottiche diverse. Sappiamo tutti che Cesare é stato l' imperatore romano per eccellenza, o meglio uno dei più famosi imperatori. Nel contesto tra Dio e Cesare, quest'ultimo rappresenta lo Stato, il potere. Facendo parte di questa società, spetta a noi dare qualcosa.
Non ci
basterà più dire: tu che cosa pensi della nostra società? Ma ci
domandiamo: tu che cosa dai alla nostra società? Che cosa fai
per aiutare questo nostro mondo? E se Cesare (quindi il potere)
sbaglia, il mio dovere o tributo sarà correggerlo; e se ruba gli
porterò il tributo della coscienza che gli ricorda i suoi doveri.
Disse Geù: "Restituite a Dio ciò che è di Dio". Parola che dice a Cesare: non prendere l'uomo. Non rubare l'uomo. L'uomo è cosa di un Altro. É cosa di Dio. A noi dice: non iscrivete appartenenze nel cuore che non siano a Dio. Liberi e ribelli a ogni tentativo di possesso, ripetiamo a Cesare: io non ti appartengo. Proclamiamo le opere meravigliose di Dio, non quelle di Cesare. Quando io ho visto per la prima volta il dollaro con la scritta: " In God we Trust", mi sono sempre chiesto se i padri fondatori degli Stati Uniti avevano in mente proprio quello che ho affermato sopra, cioè Dio viene prima del dollaro. Ma non è così. Nella nostra globale società consumistica americana sicuramente viene prima il Dio dollaro; poi Dio nostro. Se, poi, si vuole trasferire la questione tra Chiesa e Stato, nessuno dei due termini sarebbe assoggettato all' altro, ma entrambi sono assoggettati a Dio, checchè ne dica una piccola percentuale di atei, agnostoci e non credenti americani, che ogni tanto cercano di mettere a soqquadro la Costituzione Americana, così come si vuole insinuare che la "Pledge of Alliance", imparata agli studenti fin dalla piccola età a scuola, non dovrebbe contenere nessuna referenza a Dio. Cesare e Dio, significano potere temporale rispetto a potere spirituale; senso politico rispetto a quello religioso; autorità civile al regno di Dio. Se riconosciamo l'autonomia delle cose terrene e del potere civile, stabiliamo, quindi, una gerarchia che mette prima Dio e poi Cesare. In altre parole, ognuno ha il suo posto con la dovuta subordinazione al regno (anche e soprattutto di questo mondo) di Dio, che ha sempre il primato.
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Meditazioni: «Date a Cesare quel che è di Cesare …», Vincenzo La Gamba - America Oggi, New York, Domenica 19 Ottobre 2008 - XXIX Tempo Ordinario (ANNO A) | |
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