Io sono il pane vivo disceso dal cielo, chi mangia di questo pane vivrà in eterno
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di Vincenzo La Gamba Stranamente, le Beatitudini sono non per chi è sazio, ma per chi "ha fame e sete di giustizia" (Mt 5,6). Purtroppo cari amici viviamo una cultura che cerca di rendere l'uomo sazio di cose non di Dio. Oggi il Vangelo che narra la moltiplicazione dei pani, proclama la fame che finalmente può essere saziata. Di che tipo di fame stiamo parlando? Parliamo di Gesù che con Dio ha preparato il banchetto definitivo e vero nel quale tutti gli uomini lo possono incontrare. "Io sono il pane vivo disceso dal cielo, chi mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (Gv 6,51). Cristo è la massima autorivelazione di Dio all' uomo, per la sua pienezza di vita, terrena ed eterna. La moltiplicazione dei pani, disponibili per tutti, fino all'avanzo, è il segno del dono completo di Dio, dei beni messianici promessi, e anticipo del futuro banchetto del Regno dei cieli. Il racconto di Matteo entra nei minimi dettagli: "Gesù prese i cinque pani e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla". Come vedete questa preghiera é la stessa formulata nella nostra messa. Cristo diventa la risposta all'uomo che cerca Dio e ne sente la fame: la sua parola e la sua carne che noi riceviamo nell'Eucaristia sono gli elementi concreti per questa comunione con la divinità. L'uomo anela all'Assoluto, ma l'Assoluto non è qualcosa di nebuloso, è una persona, è Gesù Cristo. Il riferimento all'Eucaristia è per dire che questo dono di Dio all'uomo è ormai permanente, tramite la Chiesa, alla quale Gesù diede l'ordine: "Fate questo in memoria di me!". Anche oggi "una grande folla" cerca Gesù, e Lui "ne sente compassione".
E ordina agli apostoli: "Date loro voi stessi da mangiare". Badate
bene che sta in questa "compassione" del cuore di Cristo la vera
sorgente della missione della Chiesa, perché essa non ha altri
interessi sull'uomo se non quello di servirlo nel suo vero bisogno
di significato e di verità, offrendogli quel pane venuto dal cielo
che è Dio stesso. Non da sé, ma da Cristo la Chiesa attinge la
propria ricchezza. Solo perché Cristo moltiplica i pani, gli
apostoli possono sfamare la moltitudine. I preti sono intermediari
di gesti che solo Cristo compie: sia nel consacrare l'Eucarestia,
sia nel battezzare, sia nel perdonare i peccati. Il sacerdote agisce
"in persona Christi". L'invito di Gesù è a credere non alle proprie capacità, ma alle risorse di Dio. É necessaria questa coscienza della "potenza del vangelo - lievito che silenziosamente ma efficacemente trasforma la pasta. La missionarietà non ha altra sorgente che in questa sicurezza di poggiarsi su Dio. Era tutta la forza di Paolo: "Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati". "Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati". Vedete cari amici quanto è abbondante il dono di Dio, non solo ma la Chiesa ne ha sempre riserva per tutti! Dono di Dio è il cibo spirituale dell'Eucaristia. Dono di Dio è pure la carità che dall'Eucaristia deriva. Non è mai mancata la carità della Chiesa lungo i secoli, ed anche oggi la Chiesa è la prima a moltiplicare il pane della sua carità, sia in terra di missione per alleviare fame e ingiustizie. Un' ultima parola: "Portatemeli qua". Gesù moltiplica dei pani che sono dati, non creati di nuovo. Dio ha bisogno degli uomini, del loro cuore e della loro vita per moltiplicare la sua presenza e il suo dono di vita. Questo in fondo è la messa: veniamo a mettere a disposizione di Cristo i gesti della nostra vita quotidiana perché li trasformi e li assuma come luoghi e strumenti della sua salvezza per i fratelli che incontriamo. All' offertorio offriamo il pane, alla comunione lo mangiamo come Corpo di Cristo perché diveniamo anche noi, usciti da messa, il corpo di Cristo che prolunga l'amore di Dio verso tutti. Viviamo davvero così la nostra messa ogni domenica?
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Meditazioni: «Io sono il pane vivo disceso dal cielo, chi mangia di questo pane vivrà in eterno», Vincenzo La Gamba - America Oggi, New York, Domenica 3 Agosto 2008 - XVIII Tempo Ordinario (ANNO A) | |
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