Meditazioni

IL FESTOSO BANCHETTO DEI PECCATORI PERDONATI

 

di Vincenzo La Gamba

"Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori", dice Gesù nel brano domenicale nel quale vide un uomo seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo e gli disse: "seguimi".

Ed egli si alzò e lo seguì.

L' Evangelista Matteo scoprì in quel momento un Dio più grande del suo cuore.  

Dio non si merita, si accoglie. Anche e soprattutto se si é peccatori. E chi non lo é? Siamo tutti peccatori, perché nessuno di noi é perfetto.

Gesù cerca sempre il lato peccatore che è in noi. Lo scruta per poi consigliarci come si può peccare di meno: assolvere una lista di peccati, per quanto lunga e impressionante, non Gli basta.

Vuole impadronirsi della nostre profonde debolezze, delle nostre fragilità quotidiane. E lì incarnarsi.

Beata debolezza! E noi, felici d' essere deboli, dimoriamo quietamente nella misericordia, verso un Regno pieno non di santi, ma di peccatori perdonati, di gente come noi.

Quando siamo deboli è allora che siamo forti.

Volete rimanere nel peccato perché abbondi la grazia? Assurdo (Rom 6,1). Ma oggi almeno ci godiamo la festa del peccatore perché abbiamo scoperto un Dio più grande della nostra vita.

Evidentemente, il Vangelo non fa un'apologia del peccato. Il peccato è una malattia, un'alterazione che si produce negli organi e nelle funzioni vitali dell'uomo interiore, una corruzione che può portare addirittura alla cessazione della vita, all' annullamento di ogni sensibilità e di ogni attività spirituale.

Oggi il Vangelo ci dice che la medicina per questo è la presenza del Signore, e abbiamo speranza di guarire se sentiamo in noi la spinta a rivolgerci a Lui, a cercare la Sua presenza.

Così, il nostro peccato non deve scoraggiarci e tenerci lontano dal Signore, magari pensando che ci presenteremo a Lui quando ne saremo liberi. Ma se prima ci liberiamo dal peccato e poi ci presentiamo al Signore, allora la nostra salvezza è nella legge e in noi stessi, e Gesù si limita a ratificare la nostra giustizia.

Al contrario, la nostra risorsa è Lui.

Di fronte al nostro peccato, cerchiamo ancora più intensamente la Sua presenza, il suo volto: è venuto a cercare proprio noi, così come siamo, nella nostra inadeguatezza. Cerchiamo con fiducia la sua vicinanza, cerchiamolo con tenacia nella sua Parola, nell'Eucaristia, nella Riconciliazione. La tribolazione del peccato sarà allora per noi un mezzo attraverso il quale ci avvicineremo ancora di più al Signore. E anche noi, con Matteo e gli altri, partecipiamo al grande, affollato, festoso banchetto dei peccatori perdonati.

 

Meditazioni: «IL FESTOSO BANCHETTO DEI PECCATORI PERDONATI»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 8 Giugno 2008 - X Tempo Ordinario (ANNO A)

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Domenica 8 Giugno 2008

Vangelo Mt 9,9-13
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non sacrifici". Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

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