Meditazioni

Beatitudini: proclamazione profetica dello Spirito

di Vincenzo La Gamba

La Pasqua cade il 23 Marzo e da mercoledì prossimo (le Ceneri) avrà inizio il periodo Quaresimale. Oggi nel mondo si celebra il Carnevale e sembra (e non per caso) che il Vangelo delle Beatitudini, la Magna Charta della Cristianità, vada a pennello.

Dalla stessa parola “Beatitudini”, si può dedurre che Matteo voleva descrivere uno dei più poetici brani della Parola di Dio. Cosa significa “Beatitudine?” Significa “felicità suprema”. Significa leggere in otto frasi il disegno salvifico di Gesù, che Matteo presenta come un catechismo di iniziazione cristiana opposto all’ideale religioso giudaico. C’era la Legge che Mosé l’aveva ricevuta da Dio sul Monte Sinai. D’ora in poi c’é la “Nuova Legge” che Gesù narra sulla montagna, come un nuovo Sinai. Certamente non toglie nulla alla legge di Mosé, ma va alla radice dei comportamenti umani.

Il discorso raccontato da Matteo ci propone un’ altra concezione di vita, esigente e gioiosa. Ci fa riflettere su principi che hanno applicazioni senza limiti per la vita di ogni cristiano.

Più io leggo, infatti, le Beatitudini, più mi accorgo quante profonde siano queste frasi, non a caso poetiche, ma, soprattutto, profetiche.

Dette da Gesù e riportate da Matteo, le Beatitudini sono la proclamazione profetica dello Spirito e degli atteggiamenti umani proprio di chi, come me, ha la scelta salvifica del Regno di Dio, che non é un Regno che sta più in alto di me, ma un Regno di Dio che sta con me e per me (in terra).

Cosa é, quindi, il Regno di Dio? La risposta é una sola: é Dio stesso. La sua venuta ha aperto all’umanità orizzonti nuovi. I vecchi valori del mondo - denaro, potere, prestigio - sono risultati  drasticamente cambiati.

Quindi é d' uopo rivolgerci la domanda: Ci sentiamo “beati” perché “poveri di spirito?” Certo! Ma in verità siamo invece ricchi della benevolenza di Dio. Che, é vero,  sceglie coloro che sembrano gli inutili, i poveri, gli emarginati, gli afflitti, quelli che piangono, quelli che hanno fame e sete di giustizia, quelli che lavorano per la pace, i perseguitati a causa del bene.

Può avere un senso tutto ciò che Matteo ha scritto nel capitolo 5 del suo Vangelo?  Può avere un senso, considerare felici tutte queste persone? Se, però, Matteo le esalta é perché Gesù le ha considerate Beate, quindi elette del Regno di Dio.

Ecco la parola “chiave” delle Beatitudini: “il Regno di Dio”. 

Io mi sento avvantaggiato e, parimenti, privilegiato di appartenere al Regno di Dio perché lo scorso anno sono stato ordinato Diacono, che é, di per sé, una ricchezza in assoluto; una ricchezza che i ladri non mi possono mai rubare, perché per loro é niente, mentre per me é tutto.  Ed é talmente vero, che questa ricchezza non la devo lasciare ad altri nemmeno con la morte, ma la devo portare con me nell’al di là.

É il “tesoro nascosto”,  “la perla preziosa”, per la quale vale la pena, dice il Vangelo, dare via tutto. Io, più leggo le Beatitudini, più mi accorgo che esse sono un ritratto di una vita verso la santità.  Sono otto frasi che “parlano” direttamente al cuore e alla mente umana. Io provo una grande emozione quando le leggo perché mi sento "più ricco” a credere che sono “più povero” di cose materiali.

Perché dico questo? Perché considero le Beatitudini una preghiera poetica, in cui il credente ha la facoltà di possedere un cuore che batte per i poveri ed una mente che, leggendo bene le frasi dette da Gesù, é agli antipodi di ciò che abitualmente pensiamo, diciamo e facciamo. 

Quello che invece é al “centro” della mia esistenza é Gesù stesso.

Delle “Beatitudini” ho una visione poetica. Infatti considero attraverso le otto frasi delle Beatitudini,  come otto raggi di sole di un’unica sfera (Gesù). Questi raggi partono da un centro che é Gesù, per cui, quando io rientro nella mia interiorità e trovo questo centro, non voglio più isolarmi, bensì voglio  pregare in silenzio per riflettere degnamente sugli otto punti. Ad ogni frase corrisponde un raggio di sole. Io voglio essere sempre un raggio di sole e voglio sapere quale sua direzione mi avvicina di più al centro (Gesù), perché basta che prendo la direzione che mi avvicina agli altri raggi di sole per poi brillare di luce propria. Ecco: le Beatitudini sono otto raggi di sole, che sono la primavera della mia fede. Sono otto raggi che scaldano il mio cuore in tutte le stagioni della mia vita! Sono otto raggi di sole dell’autenticità del cristiano.

Beato me, che sono un “povero” cristiano!

Che cosa voglio più dalla vita?

 

Meditazioni: «Beatitudini: proclamazione profetica dello Spirito»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 3 Febbraio  2008 - IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

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Domenica 3 Febbraio 2008

Vangelo Mt 5,1-12a
Beati i poveri in spirito.
 

 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

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