Meditazioni

Voce che grida nel deserto

di Vincenzo La Gamba

C'è una certa agitazione al centro della pagina di Vangelo di questa seconda Domenica di Avvento. È l'agitazione della folla, che corre nel deserto "da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano".

Tutti corrono nel deserto: ma per vedere che cosa?

Nel deserto della Giudea è comparso Giovanni, il Battista,  predicatore  che battezza e annuncia la venuta del Regno di Dio.  Il Vangelo ce lo descrive come persona "selvaggia", che porta "un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi" e che si nutre "di locuste e miele selvatico".  Ma sicuramente è un buon predicatore, anche se come persona (sebbene fosse secondo cugino di Gesù Cristo) è decisamente insolita, selvaggia e solitaria.

C'è sicuramente un' attesa che spinge questa folla nel deserto perché hanno intravisto in quello strano profeta la "voce che grida nel deserto", cioè la parola che dà finalmente voce alla loro coscienza, che mette finalmente chiarezza nel loro cuore confuso.

Essi sentivano da tempo il desiderio di mettere ordine nella loro vita, ma non erano ancora riusciti a trovare la strada giusta: mancava loro la parola per esprimere quell' innato desiderio di pace. In Giovanni il Battista trovano la via che tanto hanno cercato: ed è per questo corrono nel deserto.

Anche noi, oggi, sentiamo una certa inquietudine nel nostro cuore: ma ad essa non riusciamo a dare una voce ed un volto. Più precisamente, sentiamo molti desideri agitarsi nel nostro cuore: desideri di affetto e di amicizia, ma soprattutto il desiderio di una vita che sia davvero magnanima, e cioè ricca di doni da ricevere e da donare.

Sono desideri che ogni giorno si affacciano nella nostra vita, chiedendo una risposta; e che, a volte, non trovando la risposta cercata, diventano insaziabili desideri cattivi.

Ma può un desiderio essere mai cattivo?  No.  Ma il nostro cuore si. È il nostro cuore, che, a volte, diventa cattivo, inquinando anche i nostri desideri.

 Ma il desiderio, in sé, non basta. È necessario dare una voce ed un volto precisi al nostro desiderio. Anche noi dunque, come gli abitanti della Giudea e di Gerusalemme, abbiamo bisogno di trovare qualcuno che ci aiuti a dare finalmente risposta al desiderio che ci inquieta e ci agita. Ed è lo stesso Giovanni, che ci indica la via: "Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me".

Giovanni ci conduce da Colui che viene dopo, da Gesù di Nazareth: lui è davvero potente, e può davvero dare una voce e un volto preciso al nostro desiderio.

Lo dice anche San Paolo nella seconda lettura: "Cristo si è fatto servitore... per compiere le promesse dei padri", il che significa che Cristo è venuto in mezzo a noi per compiere quella buona promessa che già i nostri padri avevano intravisto; quella promessa "buona" che noi stessi abbiamo intravisto attraverso il nostro desiderio.
Tuttavia, pure dopo avere incontrato Gesù noi ci sentiamo inquieti ed agitati. E questo ci succede perché facciamo come i farisei e i sadducei del Vangelo, che vanno da Giovanni, ma che dicono pure tra loro: "Abbiamo Abramo per padre"; e cioè cercano da loro stessi una rassicurazione, una garanzia di salvezza. In questo modo, i farisei e i sadducei non sono aperti ad accogliere "colui che viene dopo", perché, in fondo, lo ritengono inutile, pensando di conoscere già la via della vita.

Appunto come facciamo noi, che ogni anno attendiamo il Natale di Gesù, ma che - in fondo - non ci aspettiamo dal Natale di Gesù nulla di radicalmente nuovo. Non sta forse proprio qui la radice della nostra agitazione?

 

Meditazioni: «Voce che grida nel deserto»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 9 Dicembre 2007 -  Seconda d' Avvento (ANNO A)

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Domenica 9 Dicembre 2007

Vangelo Mt 3,1-12
Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!
 

 Dal Vangelo secondo Matteo

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

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