Meditazioni

La certezza della nostra risurrezione è in Cristo risorto

 

di Vincenzo La Gamba

 "Dio é Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perchè tutti vivono per lui!". Notate quel “Dio di”, ripetuto ben cinque volte, in cui é contenuto il motivo ultimo della Risurrezione, il segreto dell' eternità. Una sillaba breve come un respiro, ma che contiene la forza di un legame duraturo, indissolubile e che significa: "Dio appartiene a loro. Loro appartengono a Dio".

 

Dio di Abramo, di Isacco, Dio di mio padre, Dio di mia madre.... Se quel legame non esiste più é Dio stesso che non esiste. Il Dio più forte della morte é il Dio vivente. Se così non fosse la nostra religione cattolica cristiana non avrebbe ragione di esistere. Anzi il vero cristiano porta nel suo intimo l'aspirazione all'immortalità perchè rifiuta di morire completamente. Se uno crede nel Dio dei vivi anch'egli vivrà in eterno. Anche se l'esistenza di un cristiano, come quella del resto dei mortali, è un intreccio di preoccupazioni, miserie, difficoltà di ogni genere, l' amore che Dio ha per noi e che ci ha manifestato in Cristo è "una consolazione eterna e una buona speranza", come dice san Paolo nella seconda lettura odierna.

Mi sorge una domanda: credo nel Dio dei vivi? Ed io, sono vivo? Io credo nel Dio dei vivi se per me la fede è ricerca, non stanca abitudine; doloroso desiderio, non noioso dovere, slancio e preghiera. Credo in un Dio vivo se accolgo la Parola nella sua essenza, la metto in pratica e la stessa parola deve darmi risposte, una volta che mi pongo degli interrogativi.

Se non avessi interrogativi non capirei se Dio è vivo in me, cioè non crederei al Dio dei vivi che mi insegna a vivere e perdonare. Io ritengo che la felicità esiste solo se io credo nel Dio dei vivi. Già lo disse San Paolo: "Ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti" (1 Cor 15, 17s). 

Quindi la certezza della nostra risurrezione è in Cristo risorto. Se egli è morto per farci figli di Dio e darci nuova vita attraverso il Suo spirito, questa vita deve essere eterna. Questa è la fede della Chiesa: "Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà".

Accettare il Dio dei vivi è come "volere" un Dio dei vivi attraverso una fede che diventa possibilità di esperienza, diventando vita nuova.

La conclusione è questa: se vogliamo diventare discepoli di un Dio vivo, allora bisogna vivere da vivi!
 

Meditazioni: «La certezza della nostra risurrezione è in Cristo risorto»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, 11 Novembre 2007 - XXXII.ma Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

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Domenica 11 Novembre 2007

Vangelo Lc 20,27-38 (forma breve: Lc 20,27.34-38)
Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi.

 Dal Vangelo secondo Luca
 

[In quel tempo, si avvicinarono alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione], e posero a Gesù questa domanda: "Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello.
C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli.
Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie".
[Gesù rispose: "I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui"].

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