La prima cosa da imparare é l'amore |
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di Vincenzo La Gamba In quel tempo Gesù disse: "Le mie pecore ascoltano la mia voce ed io le conosco ed esse mi seguono. Io dò loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date é più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io ed il Padre siamo una cosa sola". Tutti e tre i cicli liturgici, alla Quarta Domenica di Pasqua, presentano un brano del Vangelo dell' Apostolo Giovanni, il prediletto del Messia, sul buon Pastore. Mentre il Vangelo di domenica scorsa ci conduceva tra i pescatori, l' odierno Vangelo Giovanneo ci conduce tra i pastori. Da quest'ultimo deriva il cosiddetto "pastore di anime", mentre dal primo ne é derivato il titolo "pescatore di uomini", dato agli Apostoli di Gesù. Oggi è la giornata in cui si ricordano tutti coloro che hanno intrapreso la vita religiosa. Purtroppo (e lo dico con tanto sconforto, ma non con rassegnazione!) le vocazioni sacerdotali sono sempre più scarse. Perchè il sacerdozio non attrae i giovani? Oggi i giovani non sono portati al sacrificio spirituale, ma sono convinti che il loro futuro appartiene al dio denaro. Potrebbe essere questa una risposta scontata, ma in verità non lo è.
La figura stessa del sacerdote è cambiata negli ultimi quarant'anni. Ancora di più cambierà negli anni a venire. Se le vocazioni sono scarse (specie nel Nord America, patria del materialismo e consumismo) si ripiegherà (ma è solo un modo di dire) sul diaconato, cioè gente laica, per la gran parte sposata e con famiglia. Gesù è venuto da Buon Pastore per reclutare pescatori e pastori. Nell' odierna Liturgia, la parola Pastore deriva da "pasco", che significa pascolare, pascere, nutrire, e Cristo ci nutre ogni giorno con la Sua carne ed il Suo sangue nel sacramento dell'altare. In questa giornata dedicata ai "pastori" della Chiesa è necessario pregare per la Chiesa. stessa. Forse la categoria dei preti è in via di estinzione? È difficile farsi prete? Certamente. In un certo senso è idealizzato da una teologia che lo ha spesso staccato dalla gente comune. In effetti il prete fa una vita solitaria.
Oggi il sacerdote è catalogato, confrontato (specie negli Stati Uniti), aggiornato e contestato e si trova a chiedersi spesse volte chi è e che cosa deve fare. A sentire gli altri, il sacerdote avrebbe bisogno di mille occhi, mille orecchie ed ahimé una sola vita eroica e santa! Non lo si vuole prete, ma santo! È sbagliato! Il ruolo del prete è quello di pascolare il gregge. Il prete è un nostro fratello in Cristo, un amico a cui si crede perchè si ha fede in Cristo. Sono mille le cose che un prete fa in nome di Cristo e della Chiesa, non certo a livello personale. "Ma c'é sporcizia!", ha tuonato Papa Benedetto XVImo. Eloquente la sua riflessione lo scorso Giovedì Santo: "La prima cosa da imparare é l' amore, per vincere la "sporcizia della propria vita" ed imitare veramente Gesù. E questo vale soprattutto per i sacerdoti".
La condanna della sporcizia nella Chiesa é una lettura spirituale, ma é, invero, un tema presente nel Pontificato Benedittiano. Il Signore "quando chiama", ha bisogno di uomini e donne che si dedichino in maniera particolare, cioè "full-time" all'annuncio del Vangelo radunando le comunità attorno alla mensa della Parola e dell'Eucarestia. Gesù cerca "matti" disposti a seguirLo: lavoro assicurato, tanta fatica ma tanta è la gioia e la felicità di sentirsi più vicino a Lui, in cui si crede senza condizione alcuna perchè solo Lui è capace di "stravolgere" i cuori di tutti, non solo dei preti.
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Meditazioni:
«La prima cosa da imparare é l'amore», Vincenzo La Gamba - America Oggi,
New York, Domenica 29.04.2007 - Quarta di Pasqua "http://digilander.libero.it/galatro.rc/"
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Domenica 29 aprile 2007Gv 10,
27-30 |