Meditazioni

PASCOLA I MIEI AGNELLI

di Vincenzo La Gamba

In riva al lago, assistiamo nell' odierno Vangelo di Giovanni, ad uno dei dialoghi più affascinanti della storia di Dio che cerca l'uomo. Gesù si rivolge a Pietro con tre domande, come tre tappe attraverso le quali guarire alla radice il suo tradimento.

"Simone di Giovanni, mi ami più di costoro?" A Gesù non interessa né giudicare né assolvere; per lui nessun uomo coincide con i suoi peccati, né con le tante notti senza frutto, ma un uomo vale quanto vale il suo cuore. 

Gesù usa un verbo raro, quello dell' agàpe, dell' amore grande, del massimo possibile; Pietro risponde con il verbo umile dell'amicizia: "Signore, sì, tu sai che ti sono amico."

Gesù domanda una prova a Pietro, prova d'amicizia: "pascola i miei agnelli". "Pascolare" significa procurare alimento al gregge, ma cominciando dai più piccoli e deboli, porsi a servizio degli inferiori. Proprio ciò che Pietro ha contestato a Gesù nella lavanda dei piedi.

Seconda domanda: "Simone di Giovanni, mi ami?" Pietro sa di non poter rispondere con lo stesso verbo, è cosa da Dio, e si aggrappa all'amicizia, così umana, così rassicurante: "Signore, io ti sono amico, lo sai".

Nella terza domanda, Gesù si avvicina ancora di più al suo discepolo. È lui stesso questa volta ad abbandonare il verbo "amare" adottando il verbo di Pietro: "Simone di Giovanni, mi sei amico?”.  L' affetto almeno, se l'amore è troppo; l'amicizia almeno, se l'amore mette paura.

Semplicemente un pò di bene. Gesù dimostra il suo amore abbassando per tre volte l'esigenze dell'amore.

Questo Vangelo sa veramente di straordinario! Mette in luce Pietro, che da pescatore-peccatore diventa pastore-predicatore della Buona Novella, una volta che decide di seguire (finalmente!) Gesù per dare inizio a quella che oggi chiamiamo la nostra Romana Chiesa, di cui proprio Pietro è stato il primo e il più longevo Papa della sua storia.

Da notare un particolare che, oggi, è in sintonia con la diversità della nostra Chiesa.

Quando nell'odierno Vangelo Gesù dice agli Apostoli: "Figlioli, non avete nulla da mangiare? Ebbene gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete", talmente è stata fruttuosa la pesca che  gli Apostoli prendono una rete piena di 153 qualità di pesce.

L' allusione della "rete piena" è diretta alla Chiesa, mentre i 153 pesci, numero che pare indicare l'interezza della specie dei pesci conosciute in quell'epoca, dicono che "nella Chiesa c'è posto per tutti".

Quella parola finale dell'odierno Vangelo: "Seguimi" è diretta, quindi, non solo a Pietro, ma a noi, anche a distanza di oltre duemila anni.

Seguire Gesù è d'obbligo se Egli insiste che noi lo seguiamo. Il Suo invito è più di un comando: è una certezza. Perchè quindi rifiutarsi a tale comando?


 

Meditazioni: «PASCOLA I MIEI AGNELLI»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica  22.04.2007 - Terza di Pasqua

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Domenica 22 aprile 2007

Gv 21, 1-19
Dal vangelo secondo Giovanni
[In quel tempo Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E' il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.]
Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».

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