Gesù viene, perchè Dio ha giudicato l'uomo e l'ha trovato lontano
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di Vincenzo La Gamba Il brano evangelico odierno ha un linguaggio che viene definito "apocalittico". E' Luca a parlarne e sappiamo pure che Luca è posteriore agli altri due evangelisti Matteo e Marco, per cui si pensa che Luca scriva con maggiore prospettiva storica sia di Matteo che di Marco. L' Avvento. Siamo arrivati al periodo in cui si proclama la speranza: un Dio che viene a camminare con l'uomo, non a condannarlo. Gesù dice ai Suoi discepoli: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli (...) Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina" In queste parole c'è, senza dubbio, una chiara sintonia con l' aspettativa fondamentale del nostro mondo e del cristiano che si chiede quale sia il suo compito in quest' ora del mondo. Ci sono molte risposte a questa inquietudine, ma la cosa che ci interessa più da vicino è il bisogno di una speranza. L' uomo di oggi. come quello di 2000 anni fa, è un essere che spera. L' Avvento è anzitutto questo. E, da subito, il primo oracolo riprende a disegnare il volto di Dio: «Io sono Colui che realizza le promesse di bene». Quali promesse? Perché non ci convince un Dio solo leale a se stesso, fedele solo alla parola data. Questo lo fanno già in molti, non occorreva un profeta per così piccola rivelazione. Noi abbiamo bisogno di un Dio fedele a parole "di bene" sull' uomo, a promesse "di bene" per noi. Mentre il profeta parla di Dio, il Vangelo riprende a disegnare il profilo del mondo: angoscia, paura, guerre. È facile, oggi, localizzare il rombo della guerra in Iraq, il fragore delle esplosioni in Afhganistan, la furia dell'uomo sulle due torri gemelli newyorkesi. Tuttavia questa è da sempre, è da subito, la nostra storia. Dentro questo furore, la novità di Gesù: «Vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi», perchè Dio ha giudicato il mondo e l' ha trovato lontano. E invece di sdegnarsi, è lui stesso che viene. L' Avvento è questo: Gesù viene, perchè Dio ha giudicato l'uomo e l'ha trovato lontano. E invece di condannarlo, si pone in cammino a ricucire i lembi di questa lontananza abissale. Il Signore giudica noi e ci trova con il cuore "pesante". Viene più vicino, perché anche un cuore pesante possa sentirlo. Avvento è il farsi prossimo di Dio. Ma non sulle nubi verrà, bensì nei piccoli gesti puri dei cuori assetati di pace; non su un trono di fiamme, ma nella delicatezza improvvisa di chi ci è vicino. Noi ci presentiamo al mondo, cittadini e stranieri: custodi dei giorni e pellegrini dell'eterno, quindi, dobbiamo stare attenti al nostro cuore e attenti al Padre. Mai rinunciando a un amore in nome di un altro amore. Secondo le temibili parole di Paolo: «Il Signore vi faccia abbondare nell' amore vicendevole e verso tutti». Non solo amare, dunque, ma abbondare nell'amore; non solo verso i pochi che ti sono indispensabili per la tua vita affettiva, ma verso tutti. Abbondare, dare, senza misurare. In questo mondo così avaro di sentimenti, sarebbe bello amare (questa la vera speranza) con abbondanza. E questo, assicura Paolo, renderà saldo il cuore del mondo. Quel cuore che, come Dio, trova il suo riposo solo nell'affaticarsi ancora. Quel cuore che, fra meno di un mese, trema perchè quella speranza non ci inganni: il Bambin Gesù.
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Meditazioni:
«Gesù viene, perchè Dio ha giudicato l'uomo e l'ha trovato lontano»,
Vincenzo La Gamba - America Oggi, New York, Domenica 3 Dicembre
2006 - Prima di Avvento "http://digilander.libero.it/galatro.rc/" |
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Vangelo quotidiano: Domenica 3 Dicembre 2006
Lc 21,25-28,34-36 |