Tommaso, tocca qui...
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Vincenzo La Gamba Tommaso, come al solito, emerge otto giorni dopo la splendida notte di Pasqua. L' apostolo Tommaso é assente dal gruppo di apostoli che chi in una maniera, chi in un’altra, aveva abbandonato Gesù morente in Croce. A parte l' apostolo Giovanni, che a Gesù era veramente caro, pochi sono rimasti sotto la Croce. Erano tutti sbandati. Poi arrivarono le donne a parlare di uno strano episodio (sempre con l' interrogativo se é veramente Gesù Risorto dai morti). Infine i due amici lungo la via di Emmaus. Ma che cosa era successo? Dopo la Sua morte, Gesù appare ai discepoli, con eccezione di Tommaso. Sorride, mostra le piaghe, dona la pace, perdona i loro peccati e li riempie di Luce. Cosa mi colpisce di più in questo brano evangelico, non é l' incredulità di Tommaso, che non "crede" alla Risurrezione di Gesù, ma le parole (é solo un' intuizione la mia), che non sono scritte nel Vangelo e che, magari, Tommaso voleva dire ai suoi colleghi: "Tu Pietro, mi parli di Gesù, adesso Risorto dalla morte, proprio tu che lo hai tradito tre volte? Tu Andrea, tu Giacomo e voi tutti mi venite a dire che Gesù é Risorto. Voi che l' avete abbandonato, siete fuggiti, come me? Voi incoerenti e scostanti? Voi tutti mi state dicendo che Gesù é Risorto? Io non vi credo." Fondamentalmente voglio dire che i compagni di Tommaso avevano perso qualsiasi "credibilità", agli occhi di chi doveva, invece, rimanere solidale durante la Sua Passione, crocifissione e poi morte. Essere "incredulo" non significa non essere "credibile". Voi pensate davvero che Tommaso fosse "incredulo"? Io invece sento, dietro quelle amare parole, troppa fede in Gesù. Tommaso "credeva" troppo in Gesù; Era pronto a farsi ammazzare per Lui. Poi avvenne lo scandalo della Croce. Tutto va storto agli apostoli; tutto avviene in modo pauroso, vigliacco e codardo. Tommaso si é visto infrangere il suo sogno. Lo capisco e mi ci ritrovo. Ritrovo tutte le mie esperienze di tante persone che ho conosciuto. Esperienze a volte negative, ma più volte positive. Dalle esperienze negative trovo incoraggiante il modo con cui Gesù, nel Vangelo di oggi, dice a Tommaso: "Vedi, anch' io ho sofferto, tocca qui...". Le ferite spalancano la diga di commozione di Tommaso che piange e ride; piange e grida, piange e manifesta la sua fede a Gesù, cui dice: "Mio Signore e mio Dio". Con quel piccolo aggettivo possessivo che cambia tutto, Tommaso passa dalla sua incredulità alla pura estasi. Questo "Mio Signore e mio Dio" non indica possesso, ma l' essere posseduti dal Cristo per sempre. Vuole pure dire appartenenza, adesione, solidarietà, senso alla vita. E, molte volte, dico a me stesso: io appartengo ad un Dio vivo, non ad un Dio compianto. Queste parole "Mio Signore e mio Dio", li pronuncio sempre, perché dolce é la compagnia di un Dio che é vivo. So di appartenere ad un Dio vivo, che come premio mi darà la vita eterna. Cosa
si vuole di più ? |
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Meditazioni:
«Tommaso, tocca qui...», Vincenzo La Gamba -
America Oggi, New York, 23 Aprile 2006 - Seconda Domenica di
Pasqua "http://digilander.libero.it/galatrorc/" |