Meditazioni

Vegliate, perchè non sapete né il giorno né l'ora

 

Vincenzo La Gamba

Nel brano dell’odierno vangelo di Marco (13:33-37) troviamo un tema che nell' ambiente liturgico preannuncia l' Avvento, l' inizio del nuovo ciclo.

La parabola odierna narra di dieci fanciulle (la comunità) che aspettano l' arrivo dello sposo (Gesù). In essa viene sottolineato l' atteggiamento adatto al cristiano nel periodo intermedio tra la Risurrezione di Gesù e il Suo ritorno alla fine dei tempi.

Sorge una domanda spontanea:  Chissà se i cristiani di oggi sono un popolo che aspetta il Signore e se è viva in loro questa attenzione verso il futuro.

"Il Regno dei Cieli è come dieci vergini che aspettano l' arrivo dello Sposo", viene proclamato nell' odierno Vangelo. Cioè la vita non è altro che l' attesa di un incontro; l' incontro con Dio. Con questa affermazione Gesù ci offre una presentazione della vita in netto contrasto con la nostra esperienza di ogni giorno ed aggiunge che in questa attesa alcuni si comportano da sapienti, altri da stolti, spiegando con un esempio preso dalla vita del suo tempo.

Gesù continua: "State attenti. La vita umana avrà proprio questa conclusione".

Cosa accadrà? Alcune vergini avranno la lampada accesa, mentre altre l' avranno spenta: è un' immagine questa che esprime la sapienza e la stoltezza della vita.

Le vergini sapienti sono quelle che vivono "nell' attesa" del Signore ed impegnano tutto per custodire viva la carità.

Le vergini stolte sono quelle che sciupano la vita, gli anni, le occasioni ed arrivano alla morte povere di carità. In questa parabola dura ma consolante si notano due particolari sorprendenti.  Il primo riguarda l' apparente egoismo e la mancanza di solidarietà delle giovani che hanno una provvista d' olio e non vogliono dividerlo con le compagne: andate a comprarvelo!

Il secondo riguarda il rifiuto dello sposo (Gesù)  che non apre la porta alle ritardatarie. Proprio Lui che diceva: bussate e vi sarà aperto! Cosa significano questi dettagli?  Questa "durezza" sottolinea il caso serio della fede. Invita a  non perdere l' ultima occasione della vita (ultima, nel senso più importante): l' incontro con lo Sposo, perchè  - vedete - il Regno dei Cieli è simile ad un incontro. Il Regno dei Cieli appartiene a chi sa uscire, varcare notti e solitudini, vivere d' incontri.

Significano che la vita comporta una responsabilità di cui ciascuno di noi, deve rendersi conto in prima persona. Possiamo aiutarci, darci buoni esempi, pregare gli uni per gli altri, ma poi ciascuno è chiamato a formulare un sì personale alla salvezza e all' amore di Dio.

In altre parole, nessuno può chiedere la fede in prestito ad un altro, la carità o le opere buone. Il bene non si può affittare nè vendere.

È vero. Ci sono cristiani di fede debole che mantengono la loro lampada spenta o morente e vagano per la vita storditi, ottusi ed incapaci di percepire l' urgenza dell' ora attuale. Hanno bisogno di questa sapienza di Dio e di una mentalità nuova, sveglia ed attiva.

Ci sono altri che vivono senza orizzonte, nè speranza di futuro, immersi soltanto nel presente: denaro, macchine lussuose, due o tre case. Il Paradiso cristiano non esiste per loro. Esiste quello umano: si lavora soltanto per stare bene quaggiù, pur sapendo che questa speranza è un' illusione.

La parabola di Marco è dura, ma consolante dicevamo prima e si conclude con questo insegnamento: "Vegliate, dunque, perchè non sapete nè il giorno nè l' ora".  Gesù ci induce, dunque, a stare sempre pronti con l' olio nelle lampade, in modo che la luce delle lampade diventi segno della fede e dell' attesa vigilante. Pur se le lampade si spengono e le porte sono chiuse, viene uno Sposo, il suo ritardo consuma ed affatica, ma viene.
 

Meditazioni: «Vegliate, perché non sapete né il giorno né l'ora»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 6 Novembre 2005 - XXXII.ma Tempo Ordinario
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