Meditazioni

Non sono i sani che hanno bisogno del medico
 

Vincenzo La Gamba

Si ha la sensazione che chi è a capo della nostra Chiesa, cioè il Papa, è una persona infallibile. Così ci hanno insegnato, così abbiamo imparato. Da quando è stato eletto Benedetto XVI, ogni parola è nuova nella forma ma non nella sostanza, ma ci induce a pensare che il Neo-Papa è un Papa speciale, proprio perché abbiamo a che fare con uno dei più dotti e fini teologi che il Signore ci ha dato.

Non so se mi precipito troppo, ma ho la sensazione che questo Papa è un Maestro, che ci da lezioni di teologia con naturalezza e senza pomposità.

Quando Egli ha affermato, durante la cerimonia per l' insediamento come Vescovo di Roma lo scorso 7 Maggio, che "il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge" ha anche aggiunto che per lui "essere Papa è garanzia dell' obbedienza verso Cristo e la Sua parola".

Infallibile e sovrano non deve essere il Papa, quindi, ma deve darci la parola di Dio, alla cui obbedienza siamo "costretti" a sottostare se ci consideriamo Suoi seguaci.

L'interpretazione autentica della Scrittura, ha ancora ricordato Benedetto XVI è stata "conferita agli Apostoli". La Chiesa, ha rimarcato, è stata affidata a  "Pietro e al Collegio degli Apostoli fino alla fine dei tempi".
Se comprendiamo il significato dell' espressione chiave del Vangelo odierno di Matteo: "Seguimi", capiamo meglio il perché Gesù ha detto: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico", che tradotto in parole semplici significa: Io voglio misericordia, non voglio sacrificio". Ciò enfatizza le altre parole dell' odierno Vangelo: "Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori".

Lo stesso Papa Benedetto XVI, nel suo insediamento come Vescovo  di Roma, ha detto che "il Papa deve avere la consapevolezza di essere un uomo fragile e debole - come sono fragili e deboli le sue forze- costantemente bisognoso di purificazione e conversione".

Va a pennello il brano odierno di Matteo. Esso racchiude la vita stessa di Matteo che più che povero, era un "emarginato della salvezza".  Egli stesso era un discriminato sociale come lo sono oggi i delinquenti, le prostitute, gli alcolizzati. Tuttavia Gesù lo restituisce alla sua condizione di persona  accordandogli fiducia  con l' invito "Seguimi";  invito che certo aveva contro tutti i presupposti psicologici e sociologici. Tuttavia per il Signore la purezza religiosa autentica non è quella di giustizia legale, ma è la conversione all' amore, pietà e misericordia.

Abbiamo a che fare, quindi, con un Dio, che prende le distanze dalla comune forma mentis propria del cosiddetto "perbenismo borghese" per il quale sussiste una marcata differenza fra giusti ed ingiusti, fedeli zelanti e peccatori, gente di poco conto e gente lodevole.  E del resto questo modo di ragionare da parte di Dio converge che ogni cosa e l' uomo sono oggetti incondizionati del Suo amore e pertanto vanno apprezzati, tutelati e difesi. Quindi l' amore di Dio non può che estendersi anche e soprattutto a coloro che verso di Lui nutrono indifferenza come i peccatori.

E se tale è l' atteggiamento divino, non differente deve essere quello da parte nostra, quali figli suoi e fedeli alla Sua Parola.  Quel "Seguimi" significa guardare a Gesù, Suo Figlio, ed imitarLo in tale attitudine di benevolenza. In altre parole bisogna  amare gli altri così come Lui ha amato ed ama ancora noi.

Riafferma Gesù: "Io voglio misericordia, non sacrifici", facendo rimbalzare come un'eco nelle nostre orecchie questo odierno brano domenicale di Matteo.

"Seguire" Gesù non significa necessariamente di trovarsi a posto con la propria coscienza solo quando si va a Messa o si recita il Rosario!.

Nel Suo breve Pontificato Benedetto XVI ci rammenta che il Papa ha la potestà di insegnamento. Ma sbagliano "tanti uomini dentro e fuori dalla Chiesa", che si spaventano chiedendosi se questo potere non minaccia la libertà di coscienza o non si contrapponga alla libertà di pensiero. Non è così, ci ammonisce Benedetto XVI.  Il primato Papale va inteso come "presiedere nell' amore".

Quel "Seguimi", di cui il Papa è il Primo Apostolo delle fede significa, nei tempi moderni, un vincolo con Dio nell'obbedienza alla Parola di Dio, che "guarisce i malati" dalle inquietudini spirituali, laddove per malati si intendono i peccatori, perchè di giusti ce n’ è uno solo: Dio.
 

Meditazioni: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 5 Giugno 2005 - X.ma Tempo Ordinario
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