Meditazioni

Non vi lascerò orfani,
ritornerò tra di voi
 

Vincenzo La Gamba

L' invito di Gesù sull' osservanza dell' amore apre e chiude il brano del Vangelo di questa domenica. È opportuno, allora, considerare da vicino i risvolti di tale indicazione.

L' amore di cui parla il Signore è un amore concreto, che trova la sua realizzazione nella vita quotidiana di ogni persona. Infatti non si parla di un comandamento specifico da osservare, ma di comandamenti, cioè non si vuole specificare un ambito e basta, ma si desidera entrare in tutta l' attività del cristiano perchè divenga un insegnamento ed uno sviluppo del concetto dell' amore.

Inoltre si deve cogliere una sfumatura che riguarda l' invio, la presenza e l' attività del Paraclito. Gesù dice: "Io pregherò il Padre e un altro Paraclito....", il che significa che Gesù ci richiama all' attività evangelizzatrice, che altro non è che la continuazione dell' azione di Cristo con il Paraclito (o Consolatore), Colui cioè che aiuta e consola il cristiano a svolgere il pieno la sua missione.

Perchè dobbiamo sempre stare attenti ad una cosa importante tra noi e Lui, perchè non c'è stato, non c'è e non ci sarà mai un distacco di Gesù con noi, ma solo continuità tra Lui e noi (più che noi con Lui).

Oggi ci viene riferito appunto questo nella Prima Lettura, che ci presenta il diacono Filippo intento ad evangelizzare quella realtà, la Samaria, esclusa dalla salvezza. L' Apostolo diventa non l' esecutore di ordini, ma il collaboratore ed il testimone della vita della prima comunità fondata, desiderata e voluta da Cristo come immagine della Sua presenza sulla terra.

È nella Prima Lettura che vediamo realizzata la promessa di Gesù: lo Spirito discende per mezzo di Pietro e Giovanni sui samaritani, convertiti alla fede in Gesù Cristo. Questo brano costituisce la " Pentecoste Samaritana", così come nella casa del centurione romano Cornelio ebbe luogo la "Pentecoste pagana". Entrambi i casi sono l' eco della grande Pentecoste di Gerusalemme, narrata all' inzio degli Atti.

Da tutto ciò che precede possiamo concludere che la Chiesa è la comunità dello Spirito, perchè lo Spirito agisce anche fuori dalla Chiesa.

C'è una ragione, anche se i credenti delle altre religioni non la condividono abbastanza. Lo Spirito Santo è il più grande dono di Cristo Risorto alla Chiesa, nata dal mistero pasquale, cioè dalla morte, risurrezione e glorificazione di Gesù, Figlio di Dio.

Oggi è il giorno per chiederci fino a che punto lo Spirito anima la nostra comunità di fede e la nostra vita personale.
Così potremo glorificare Cristo nei nostri cuori ed essere pronti a spiegare il motivo della nostra speranza a chiunque lo chiedesse, come esorta San Pietro nella Seconda Lettura: "Non vi lascerò orfani, ritornerò tra di voi", il che significa che la Sua promessa non riguarda il futuro, ma è già presente attraverso lo Spirito. Su questo si fonda la nostra speranza in ogni momento, sia di speranza sia di tribolazione. Se Cristo non fosse risorto, diremmo di Lui che fu un uomo buono, un grande profeta, un sublime maestro dello spirito, ma nient'altro che un uomo qualunque, così come siamo tutti noi mortali.

Ma Egli è risorto, sconfiggendo la morte. Poi è ritornato tra noi per non lasciarci "orfani". Perché Egli è l' immortale, il sempre più "Dio Vivente".
 

Meditazioni: «Non vi lascerò orfani, ritornerò tra di voi»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 1 Maggio 2005 -  Sesta di Pasqua
 "http://digilander.libero.it/galatrorc/"

Click qui per tornare indietro